(fonte Gazzetta dello Sport)
Il metodo Bowspring si propone come un’alternativa innovativa e funzionale ai metodi posturali tradizionali. Agisce sulla consapevolezza del movimento basandosi su una postura dinamica a molla, ispirata al naturale assetto elastico del corpo. Questo approccio, ideato nel 2013 in Colorado da John Friend e Desi Springer, lavora su tre curve primarie della colonna – sacrale, toracica e cervicale – incoraggiando una forma a S viva e flessibile.
TENSIONE RADIANTE—
Il bowspring si fonda su una “tensione radiante” che coinvolge l’intero corpo: si attivano simultaneamente piedi, glutei, addome (espanso e non contratto) e scapole. L’idea è creare una postura tonica e reattiva, dove ogni parte sostiene le altre, riducendo i punti di pressione e compensazione che spesso causano dolori cronici alla schiena.
METODO BOWSPRING E ATTIVAZIONE TRIDIMENSIONALE— Un principio fondamentale del bowspring è l’attivazione tridimensionale: non si lavora solo su un piano, ma su un’espansione in tutte le direzioni (verso l’alto, il basso e i lati) che aiuta la colonna a decomprimersi e a ritrovare un naturale allineamento elastico. Questo tipo di attivazione stimola la fascia connettivale, migliora la circolazione e favorisce la neuroplasticità del movimento.
INTELLIGENZA CORPOREA— I movimenti del bowspring, seppur intensi e precisi, sono accessibili e adattabili ad ogni livello. Richiedono presenza, attenzione e una respirazione ampia e consapevole, elemento chiave per il rilascio delle tensioni profonde. Chi lo pratica riferisce una significativa riduzione del mal di schiena, maggiore energia vitale e una postura più armoniosa, anche nelle attività quotidiane. Il metodo insegna a muoversi con intelligenza corporea, prevenendo i dolori invece di limitarli solo quando compaiono.