(fonte Gazzetta dello Sport)
Quel brivido lungo la schiena, ascoltando una canzone che ci piace, o la sensazione di benessere che la musica può regalare sono esperienze comuni. Ma quali meccanismi si attivano nel nostro cervello per generarle? Se l'effetto emotivo della musica è noto, le sue basi neurali sono ancora in fase di studio. E si fanno scoperte interessanti: una recente ricerca dell'Università di Turku, in Finlandia si è focalizzata per esempio sul rapporto tra musica e piacere a livello cerebrale.
Lo scopo principale dello studio era capire, per la prima volta in modo diretto, se e come l'ascolto della musica attivasse il sistema oppioide nel cervello (i recettori MOR). Per farlo, i ricercatori hanno utilizzato sia la PET sia la fMRI mentre i partecipanti ascoltavano i loro brani preferiti (soprattutto pop, R&B e hip-hop), collegando le reazioni cerebrali osservate alle sensazioni di piacere che riferivano di provare.
Il risultato? La PET ha mostrato che il cervello reagisce alla musica piacevole attivando il sistema oppioide, soprattutto nelle aree legate alle emozioni e alla sensazione di ricompensa. E durante i brividi di piacere più intensi è stato osservato un maggiore rilascio di oppioidi nel nucleo accumbens, una zona cerebrale fondamentale per il piacere.
L'fMRI, d'altra parte, ha confermato che il piacere musicale accende non solo le zone delle emozioni e della ricompensa, ma anche quelle legate al movimento e alle sensazioni corporee: il corpo partecipa interamente all'esperienza (ecco perché la musica invita a ballare).
Inoltre, si è scoperto che un brano piacevole provoca un aumento del battito cardiaco e la dilatazione delle pupille, il che indicherebbe una chiara attivazione fisiologica, una reazione fisica all'ascolto. Ma attenzione, le differenze individuali contano: chi aveva una maggiore quantità di recettori per gli oppioidi (i "punti di aggancio" per queste sostanze) nel cervello tendeva anche a mostrare reazioni cerebrali più intense al piacere musicale durante le scansioni fMRI. Insomma, potrebbe esserci una base biologica per cui alcune persone sono più sensibili di altre al piacere della musica.
Ma cosa ci dicono, in pratica, queste scoperte? In primo luogo c'è la prova che il sistema degli oppioidi cerebrali non si attiva solo per ricompense vitali come cibo o sesso, ma entra in gioco anche per piaceri più astratti, culturali ed estetici, come l'ascolto della musica.
Un'altra implicazione importante, riguarda il legame tra musica e sollievo dal dolore. Dato che sempre il sistema oppioide è fondamentale per l'analgesia naturale del corpo, la sua attivazione tramite la musica piacevole offre una spiegazione biologica plausibile per gli effetti antidolorifici spesso attribuiti alla musica e osservati in vari esperimenti. Identificare questo meccanismo apre la strada a studi futuri sull'uso mirato della musica nella gestione del dolore o per intervenire su disturbi neuropsichiatrici, che coinvolgono il sistema della ricompensa. E la musica potrebbe essere proprio parte della cura.