Non tutti sono così fortunati da riuscire ad addormentarsi appena appoggiano la testa sul cuscino. Molti soffrono di insonnia e passano gran parte delle notti in preda a tanti pensieri e preoccupazioni che affollano la mente. Non si tratta di una scelta volontaria, fermarsi a riflettere sugli eventi della giornata, rimuginare su situazioni vissute e su eventi che sarebbero potuti andare diversamente è qualcosa che capita appena ci si ferma tentando di addormentarsi.
Per questo il web è pieno di soluzioni per distrarre la mente e provare a dormire rapidamente, aggirando questa condizione. Una di queste tecniche è il cognitive shuffling, un mescolamento cognitivo potremmo tradurre. Sostanzialmente si tratta di confondere la mente con una serie di parole che non hanno legami l'una con l'altra in modo da evitare di formare pensieri coerenti.
Come funziona il cognitive shuffling? L'obiettivo è impegnare la mente con qualcosa che possa distrarla da focalizzarsi su pensieri e preoccupazioni. L'idea è quella di pensare a parole che non hanno alcuna associazione tra loro. Basta prendere una parola qualsiasi come ancora e continuare a pensare a parole che inizino con la stessa lettera, quindi anfora, amaca, alpaca, acciaio e così via. Quando si esauriscono le parole con quella lettera si passa alla successiva, quindi ritornando all'esempio di ancora, si potrebbe passare a parole con la n. L'importante è non avere fretta prendendosi un secondo circa per pensare a una parola.
Michele Terzaghi, neurofisiopatologo, direttore del Centro di Medicina del sonno della Fondazione Mondo di Pavia e professore di Neurologia all'università di Pavia, ha spiegato come il cognitive shuffling, così come altre terapie cognitivo comportamentali si basano sul principio di spostare il focus cognitivo su elementi diversi rispetto a quelli quotidiani, cambiando i pensieri che ci assalgono quando ci si mette a letto. “Si tratta di terapie non farmacologiche tendenzialmente di buona efficacia, ma non sono molte le persone che le sanno applicare davvero e funzionano meglio se fatte in centri specializzati” ha spiegato Terzaghi.
Il cognitive shuffling è stato inventato dallo scienziato cognitivo canadese Luc P. Beaudoin che ha sottolineato come l'associazione di queste parole non crea un'immagine chiara nella mente e aiuta così il cervello a disimpegnarsi dal cercare soluzioni ai problemi.
L'idea gli è nata 15 anni fa proprio perché soffriva di insonnia. Insieme ai suoi colleghi ha realizzato un esperimento con 150 studenti, assegnando a un gruppo il compito di fare cognitive shiffling mentre un secondo gruppo doveva trascorrere 15 minuti nel tardo pomeriggio annotando preoccupazioni e possibili soluzioni, un metodo chiamato constructive worry. Un terzo gruppo doveva fare entrambe le cose. Dopo circa un mese sia il cognitive shuffling che il constructive worry sono risultati utili per combattere l'insonnia ma il primo era più semplice da usare e preferito dai soggetti che li avevano provati entrambi.
Nonostante il risultato ottenuto da Beaudoin e la diffusione che il metodo ha avuto grazie a un giornalista di Forbes che ne ha scritto dopo aver ascoltato il metodo a una conferenza sul sonno, non ci sono abbastanza prove per sostenere che il metodo funzioni davvero come trattamento per l'insonnia. Gli esperti sostengono che è una tecnica che non avendo controindicazioni può essere sempre provata ma che andrebbe affiancata ad altri metodi. Secondo il prof. Terzaghi funziona nel 70% dei casi, quindi se dopo 20 minuti di tentativi nemmeno questo approccio porta a risultati, il consiglio è quello di liberare la mente e alzarsi provando a fare altro.