venerdì 21 febbraio 2025

LETTI A LETTO

LA TORRE D’AVORIO

(fonte Tgcom)

Ci sono storie che scorrono via veloci e al contempo incastrano il lettore nelle loro pagine come in un labirinto. In  La torre d’avorio di Paola Barbato ( Neri Pozza) un meccanismo oliato non lascia scampo.

Mara Paladini, il cui vero nome è Mariele Pirovano, il nome che aveva prima di  scontare la sua pena, ha costruito un’esistenza fatta di silenzi, scatoloni e distanza dal mondo. Eppure, non basta cambiare nome per cambiare destino.

Una macchia d’umidità, una porta che si apre. Questo basta per far precipitare tutto. E poi un cadavere, un veleno che lei conosce troppo bene, e un passato che si ostina a non volerla lasciare in pace.

Paola Barbato, con il suo stile tagliente e preciso, tiene il lettore sempre un passo indietro, senza mai concedergli il lusso della prevedibilità.

Mara è un personaggio impossibile da incasellare: vittima e carnefice, fragile e pericolosa, prigioniera di una torre costruita con le sue stesse mani. E quando il mondo esterno irrompe in quell’equilibrio instabile, il romanzo si trasforma in una fuga, un gioco al massacro in cui è difficile capire chi stia inseguendo chi.

Un libro che inquieta e sorprende. E se doveste notare una macchia sul soffitto, forse è il caso di non ignorarla.


 

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