Che sia santificata la pizza, ogni giorno, ma in particolare il 17 gennaio, ricorrenza di Sant’Antonio Abate, santo patrono dei fucarazzi e di tutte quelle professioni che al fuoco sono strettamente legate, e, non a caso, scelta per celebrare il World Pizza Day
Prodotto d'eccellenza della cucina italiana, la pizza è tra i cibi più famosi e amati al mondo, capace di unire le persone e creare momenti di condivisione. Il World Pizza Day ricorre ogni anno il 17 gennaio e rende omaggio al ruolo del pizzaiolo, vero e proprio artista che, con la sua esperta manualità, riesce a combinare elementi semplici come l’acqua e la farina per dar vita a un disco di pasta apprezzato in tutto il mondo.
La data è stata scelta in onore di Sant’Antonio Abate, protettore dei lavori legati al fuoco, come quello del pizzaiolo per l’appunto, oltre che dei panettieri e dei pompieri. La Giornata Mondiale della Pizza è nata nel 2017 dopo il riconoscimento “Arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano” entrato nel Patrimonio Culturale dell’Umanità dell’UNESCO.
Il menù degustazione di Don Antonio 1970
Il pizzaiolo salernitano Fabio Di Giovanni, al timone della pizzeria Don Antonio 1970 a Salerno, lancia il suo nuovo menù degustazione “ConFORME” caratterizzato da ricordi, profumi, colori e sapori che descrivono al meglio l’arte del pizzaiolo. Il menù è una parentesi del menù invernale già lanciato poche settimane fa da Fabio Di Giovanni assieme a Ingordo, il farmacista food creator nocerino Alessando Tipaldi. Le portate del menù comprendono: un Bao con baccalà mantecato, scarola liscia cruda, olive taggiasche e mayo di papacella napoletana; una mini Ciabattina farcita con polpette al pomodoro; il Padellino “Ricordo di un forno”, pizza tipica piemontese condita con crema di pomodoro arrosto, olio e origano; una Ruota di carro provola e pepe oppure una Cosacca; la pizza Cenere, con fiordilatte, pancia di maiale cotta a bassa temperatura, porro fritto, finta cenere di porro bruciato, patate cotte sotto cenere, profumo di aceto di riso; pre-dessert e dessert ricotta e pera.
Chef Ciro Di Maio e la pizza della felicità
La pizzeria San Ciro è gestita dallo chef napoletano Ciro di Maio, noto per il suo impegno nel sociale: ha insegnato l’arte bianca nelle carceri di Brescia, aiuta il canile locale portando l’acqua avanzata al ristorante in una ottica anti-spreco e da sempre è in prima linea nell’aiutare gli svantaggiati che vogliono diventare pizzaioli per uscire dalla povertà. Per il Pizza Day, lo chef Ciro accoglierà tutti i suoi clienti, omaggiandoli con delle mini pizzette per fare assaggiare anche altri tipi di pizza, nuovi e particolari. Il suo team proporrà delle sfizioserie a fantasia che manderà sui tavoli per far degustare anche le novità che saranno messe nel suo nuovo menù, a partire dalla pizza con il ragù napoletano e tante altre novità, tra le quali la storica pizza Cosacca.
Fratelli Coppola e i gusti degli italiani
La rinomata catena di ristorazione fondata dai tre fratelli napoletani Katia, Ciro e Antonio, ha indagato con un sondaggio online i gusti degli italiani in termini di pizza. I risultati mostrano che il 62% degli intervistati ha confessato di non potere fare a meno della pizza, mangiandola almeno una volta a settimana. Quasi all’unanimità concordano che la pizza migliore sia quella cotta nel tradizionale forno a legna e per il topping preferito vince di gran lunga la tradizionale Margherita (52%). La nuova creazione di Fratelli Coppola è la Margherita dei Coppola, inno alla napoletanità, ai valori di tradizione, famiglia e amore per la convivialità. Questa pizza si presenta con ingredienti considerati eccellenze del territorio campano: pomodorini del Piennolo del Vesuvio alla brace, mozzarella di bufala campana DOP, grattugiata di caciocavallo podolico irpino stagionato, clorofilla di basilico e olio EVO irpino.
La pizza al padellino di Biga Milano
Prende il nome dall’impasto a base di biga, lievitato 36 ore, la pizzeria nata nel 2021 dall’intuizione dell’imprenditore Gennaro Esposito, che vede protagonista Simone Nicolosi, talentuoso pizza chef, riconosciuto come “Rivelazione dell’anno 2024” dalla guida "Pizza e Cocktail" di Identità Golose. Biga Milano si distingue per gli impasti ben realizzati: dal classico con stesura contemporanea, passando per quello a ruota di carro a lunga lievitazione, creato con farine poco raffinate, il “padellino”, ma soprattutto l’impasto senza glutine. Proprio per la proposta senza glutine, Biga Milano ha ottenuto la certificazione AIC e il premio Pizza Gluten Free dell’anno dalla Guida Milano e Lombardia a Tavola 2025.
La pizza senza lievito di Amami e Amami Ancora
Si distingue per il suo speciale impasto completamente senza lievito e per le materie prime di qualità, che la rendono friabile, saporita e digeribile, la pizza di Amami, dei coniugi Cristiana Serafini e Mauro Rossetto, che ogni giorno preparano impasti con diverse farine, tra cui Senatore Cappelli, Farro, Integrale, Canapa, Grano Saraceno, Grano Arso. Particolare è anche la forma, che somiglia ad una lingua. Oltre alla pizza, il menù propone ottimi piatti che valorizzano al meglio la cucina mediterranea.
La Masardona, un’istituzione gastronomica partenopea
Una storia di famiglia nel mondo della pizza. La Masardona non è solo una pizzeria, ma un’autentica esperienza di gusto che affonda le sue radici nella famiglia Piccirillo, che da ben quattro generazioni porta avanti con dedizione e passione la tradizione della pizza fritta napoletana, rigorosamente servita senza posate e mangiata con le mani. Alla sede storica napoletana, guidata da Enzo Piccirillo, La Masardona ha aggiunto nel 2019 una location più moderna in piazza Vittoria, guidata dal figlio Salvatore. Nel 2020 il secondogenito Cristiano porta a Roma, nei pressi di Castel Sant’Angelo, il nome e la tradizione di famiglia facendo la gioia di numerosi napoletani nostalgici in città, ma anche di romani e turisti, proponendo per la prima volta anche la pizza al forno.
La “Pizza Nuvola” di Luigi Cassago
Lo chef Luigi Cassago celebra il Pizza Day con una reinterpretazione innovativa e audace: la “Pizza Nuvola”. Un omaggio alla tradizione che unisce passione, ricerca e sostenibilità, portando l’esperienza della pizza a un livello completamente nuovo. Nasce da un impasto straordinario, frutto di anni di studio e perfezionamento, ed è composta da 6 farine diverse, idratazione al 90% e maturazione di 3 giorni, oltre a essere precotta e congelata, tecnica innovativa che preserva la freschezza e la croccantezza, rendendola pronta per essere servita rapidamente ed essere gustata in qualsiasi momento. Pizza Nuvola è disponibile a Milano da Ecooking Campus ed Ecooking Bistrot, nelle varianti: Margherita, Bufalina, Crudaiola, Cotto e zucchine e la novità invernale con Porcini e zucca.
Da Lionello, la “Marinara dei Signori”
Pizzeria da Lioniello rappresenta l'evoluzione della “pizza diversamente napoletana” ideata dal Maestro Salvatore Lioniello. Tra le pizze più iconiche spicca la “Marinara dei Signori”, una reinterpretazione della classica marinara con pomodoro San Marzano DOP, capperi di Pantelleria, origano selvatico e olio extravergine “Oro di Caiazzo”. L’ultima novità: il menù degustazione che ripercorre la vita di Salvatore, disponibile sia a Milano che a Succivo (Ce).
La napoletana contemporanea di Seu Pizza Illuminati
Nel cuore di Porta Portese a Roma, Seu Pizza Illuminati è il luogo dove la pizza napoletana contemporanea incontra la visione di Pier Daniele Seu e Valeria Zuppardo. Tra le novità delle special dedicate a Valeria, spicca la “Valeria a Guangdong”: julienne di carote speziate, fior di latte, pollo glassato alle mandorle, pak choi, riduzione di salsa di soia, sesamo nero e chips di sesamo.
Diego Vitagliano, il Maestro indiscusso della pizza contemporanea
Con un approccio che combina impasti altamente digeribili e topping ricercati, Diego Vitagliano nelle sue 10 pizzeria con sedi a Napoli-Bagnoli, Napoli-Santa Lucia e Pozzuoli, vanta tra le sue creazioni più apprezzate la pizza "Quel Diavolo di Diego": impasto rustichella che ricorda la pizza romana, pomodoro San Marzano dell’Agro-nocerino Sarnese DOP (Solania), 'Nduja di Spilinga (Levoni), stracciatella di bufala (Latteria Sorrentina), scaglie di Grana Padano, basilico liscio e un filo di olio extravergine d’oliva fruttato intenso (Frantoio Muraglia).
I Borboni di Salerno
La pizzeria I Borboni è in continua evoluzione. Valerio Iessi e Daniele Ferrara, pionieri della pizza napoletana contemporanea, propongono impasti innovativi e topping studiati per esaltare i sapori del territorio campano. La loro ultima creazione è un impasto con il 100% di siero di bufala. Realizzata sostituendo l'acqua dell'impasto con siero di bufala del caseificio Morese, questa pizza, chiamata “Morese - Ode alla Provola e Pepe”, racconta il radicamento al territorio e il dialogo forte con i fornitori. La pizza è cotta al vapore e rigenerata in forno, condita con concentrato di pomodoro San Marzano DOP, bufala fresca affumicata, pepe fresco macinato, gocce di basilico, olio evo BIO.
Marita e la pizza più antica del mondo
La pizza chef partenopea Roberta Esposito, insignita dei 3 spicchi del Gambero Rosso, che ha da poco alzato la saracinesca di Marita, la sua insegna romana, dopo la celebre Contrada di Aversa, propone, in edizione limitata, la pizza più antica mai esistita. Nasce dal racconto di Mastro Nicola, che alla fine del ‘400 ideò un disco di pasta di pane condito, antenato della celebre pizza. A differenza di quello che si crede però, la storia della pizza non inizia con la Margherita: il disco di Mastro Nicola, infatti, non fu condito con la pummarola ma con la ‘nzogna (lo strutto), pepe, un generoso pugno di formaggio grattugiato e abbondante basilico. Nella pizza della chef Esposito, lo strutto quindi scompare per lasciare spazio al ben più virtuoso e nutriente olio EVO profumato al rosmarino. Il formaggio grattugiato (che nell’antichità era un vezzo gourmet per i più ricchi) viene sostituito con una fonduta di pecorino, che rende il morso più cremoso e omogeneo. Il basilico, altro ingrediente fondamentale della ricetta del celebre panettiere del ‘500, viene utilizzato per dare la parte croccante al piatto, quindi fritto in tempura e usato per chiudere la ricetta.