Classi che si svuotano e scuole sempre più deserte che potrebbero persino scomparire. Il calo demografico in Italia sta avendo un impatto sempre maggiore sul sistema scolastico. Nel primo anno di scuola superiore dell'anno 2024-2025, spiega il Messaggero, si registrano 50.000 studenti in meno rispetto all'anno precedente, un dato che riflette una tendenza più ampia: ogni anno mancano circa 130.000 studenti.
I dati Nell'anno scolastico 2024-2025, gli studenti iscritti al primo anno di scuola superiore saranno 562.733, ma i ragazzi di terza media che passeranno alla scuola superiore sono 511.244, ovvero circa 51.500 studenti in meno. La diminuzione di studenti nelle scuole superiori è una parte di un calo demografico più ampio che ha visto un progressivo aumento delle assenze scolastiche, con un picco di 130.000 studenti in meno nel 2023. A livello regionale c'erano già molte avvisaglie. I dati più eclatanti riguardano la Sardegna, con il 2024 che si è rivelato un vero e proprio annus horribilis. Secondo i numeri delle preiscrizioni, sono stati 5419 gli iscritti in meno rispetto a settembre 2023: la popolazione scolastica complessiva scende a 176.839, in calo dal 2018 di oltre 25mila unità. Anche a Brescia e provincia la popolazione scolastica è diminuuita in maniera progressiva: Nell’anno scolastico 2021-2022 gli studenti erano 151.797 e nell’anno 2023-2024 sono stati 148.101.
Le previsioni per i prossimi anni In futuro, se la tendenza demografica si confermerà in calo, si prevede che in dieci anni ci saranno circa 1,5 milioni di studenti in meno, con una riduzione di 130.000 cattedre. Il calo sarà particolarmente forte nelle scuole superiori, dove mancheranno circa 500.000 studenti, ma anche nelle scuole medie ed elementari, con perdite rispettivamente di 300.000 e 400.000 alunni. Inoltre, la scuola dell'infanzia perderà oltre 156.000 bambini con un impatto profondo sulle scuole, e conseguenze sia a livello educativo che occupazionale.
Guardando a un futuro più recente, tra giugno e settembre si prevede la cancellazione di 5.000-6.500 classi, con una diminuzione di 2.000-2.500 aule solo per le scuole superiori, dove mancheranno 50.000 studenti in prima. Questo calo avrà anche un impatto sulle cattedre, con una riduzione stimata tra i 684.000 e i 558.000 nel giro di dieci anni, con una perdita di 10-12.000 posti di lavoro all'anno.
Le cattedre e gli istituti scolastici Una questione che il ministero sta cominciando ad affrontare, spiega al Messaggero Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi. "Per ora non ci sono state flessioni sugli organici, un piccolo segnale si era visto in una proposta in legge di Bilancio, ma poi è stata cancellata e rimandata probabilmente al prossimo anno - spiega i docenti in più potrebbero essere impiegati anche sull'orientamento e per l'attività di tutor al fianco degli studenti". Non sono previsti finora licenziamenti, dice Giannelli: "Si tratta comunque di decisioni congiunte tra ministero dell'istruzione e ministero dell'economia: per ora non ci saranno licenziamenti, verranno adottate nuove misure come ad esempio la mancata sostituzione dei docenti che ogni anno vanno in pensione. Sono circa 30mila l'anno. Allo stesso modo ci saranno meno supplenti".
Inoltre, le scuole più piccole, soprattutto al Sud, potrebbero essere accorpate, mentre al Nord il numero di istituti è ridotto, ma con una maggiore densità di studenti.