Eris, un’isola che sembra fuori dal tempo, è lo sfondo perfetto per un thriller carico di tensione psicologica. E’ L’ora blu di Paula Hawkins ( Piemme), che narra di un piccolo lembo di terra dove il vento racconta segreti, le onde cancellano le tracce e l’unica casa diventa un labirinto di ombre e memorie. Paula Hawkins ci conduce in un racconto avvolgente, dove il paesaggio non è solo cornice ma personaggio stesso, un luogo che accoglie e nasconde allo stesso tempo.
Vanessa, un’artista tanto geniale quanto tormentata, e Grace, un’anima complessa che oscilla tra la fedeltà e l’inquietudine, si intrecciano in un legame di dipendenza e ambiguità. La scomparsa di Julian, marito infedele e misterioso, e la scoperta di un osso umano incastonato in un’opera d’arte, accendono la miccia di una trama che alterna introspezione e suspense.
L’autrice dipinge i suoi personaggi con pennellate vive e crude: Vanessa è un’icona di vulnerabilità e forza, Grace una figura grigia ma indispensabile, mentre intorno a loro ruota un cast di comprimari che incarna ambizioni, tradimenti e segreti. E poi c’è l’arte, tema centrale del romanzo, descritta non solo come creazione ma come confessione e vendetta, rifugio e condanna.
Con una prosa elegante e carica di pathos, L’ora blu esplora i limiti del legame umano, le ombre dell’anima e il prezzo della verità. Ogni capitolo ci avvicina al finale in un crescendo di tensione che tiene il lettore incollato fino all’ultimo . Hawkins dimostra ancora una volta di essere maestra nel trasformare il mistero in una lente per scrutare le fragilità umane.