martedì 10 dicembre 2024

PERCHE' LE NOTE MUSICALI SI CHIAMANO COSI'?

SCOPRIAMOLO INSIEME

La musica ci accompagna in ogni momento della vita: la mamma ci canta la ninna nanna per farci addormentare e, quando cresciamo, la ascoltiamo, cantiamo e ci balliamo sopra: per comporla e suonarla, in tutto il mondo si usano dei simboli convenzionali che indicano suoni e pause e che si scrivono sulle 5 righe del pentagramma. Ma perché le note musicali si chiamano così? La notazione nacque nell’antica Grecia con Pitagora, che inventò la “scala diatonica” facendo vibrare in modo diverso le corde di uno strumento e attribuì ai 7 suoni di base, detti “gradi”, le lettere dell’alfabeto, come ancora oggi si usa nei paesi anglosassoni: A corrisponde al La, B al Si, C al Do, D al Re, E al Mi, F al Fa e G al Sol. Nella lingua italiana, invece, le note musicali erano 6 e il loro nome si deve al monaco musicista Guido D’Arezzo che, nel XII secolo, per distinguerle scelse la prima sillaba di ognuno dei 6 versetti iniziali di un inno dedicato a San Giovanni Battista: “UT queant laxis / REsonare fibris / MIra gestorum / FAmuli tuorum / SOLve polluti / LAbii reatum, Sancte Iohannes”, che significa “affinché i tuoi servi possano cantare con voci libere le meraviglie delle tue azioni, cancella il peccato, dalle loro labbra indegne, oh Santo Giovanni”. La settimana nota della scala venne aggiunta e nominata SI, dalle iniziali di Sancte Iohannes, solo nel XVI secolo e, cento anni dopo, UT venne sostituito con Do da un altro musicista, Gian Battista Doni, usando la prima sillaba del suo cognome. Oggi hai imparato perché le note musicali si chiamano così!
 

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