giovedì 3 ottobre 2024

LA SCRITTRICE ANITA MAIORANA

CONOSCIAMOLA MEGLIO

Introduzione autobiografica 

Sono Anita Maiorana, una scrittrice emergente di ventuno anni, nata a Faenza ma attualmente residente a Torino con il mio fidanzato. Ho frequentato l’Istituto Tecnico Aeronautico di Forlì, ma la mia strada mi ha portata verso lettere, che ora studio all’università. Quando non scrivo, lavoro come barista part-time e nutro una profonda passione per la psichiatria. Ho già pubblicato due romanzi, “La Maledizione Perduta,” un fantasy, e “La Vita Oltre L’Oceano,” uno YA/romance. Ora sono immersa nella stesura del mio terzo lavoro, “I Veterani della Notte.”

Cosa ti ha spinto a iniziare a scrivere?

“Ho iniziato a scrivere per dare una forma alle storie che mi frullavano in testa fin da bambina. Vedere i miei pensieri prendere vita su carta è sempre stata una sensazione liberatoria. Scrivere è il mio modo per esplorare e comprendere il mondo, e spesso mi permette di elaborare ciò che mi circonda in un modo che mi è altrimenti difficile esprimere a voce.”

Cosa rende unici i tuoi romanzi?

“Credo che i miei romanzi si distinguano per l’intensità emotiva dei personaggi. Anche nei contesti più fantasiosi o immaginari, cerco sempre di mantenere una forte connessione con la realtà interiore dei miei protagonisti.”

Qual è la sfida più grande che hai affrontato come scrittrice?

“Credo che la sfida più grande sia stata trovare una voce autentica. Essendo così giovane, ho sentito spesso la pressione di adattarmi agli standard di scrittura o alle aspettative di chi mi circonda. Tuttavia, il vero cambiamento è avvenuto quando ho capito che la mia originalità, la mia impulsività e anche la mia ingenuità potevano diventare punti di forza nei miei romanzi.”

Parlaci del tuo nuovo romanzo, “I Veterani della Notte.”

“I Veterani della Notte” è un progetto a cui tengo molto, perché unisce due delle mie passioni più grandi: la psichiatria e la narrativa. La storia segue quattro pazienti psichiatrici, adolescenti, che scappano da un manicomio negli anni ‘60 in Italia. Oltre a raccontare le loro avventure, cerco di esplorare l’idea di normalità e il confine tra sanità e follia, un tema che mi ha sempre affascinato.”

Cosa vuoi che i lettori colgano dai tuoi lavori?

“Mi piacerebbe che i lettori trovassero nei miei libri una riflessione profonda sulla natura umana e sulle emozioni che tutti affrontiamo, anche se in contesti molto diversi. Voglio che le persone si sentano connesse ai miei personaggi e che vedano qualcosa di sé nelle loro storie, sia che si tratti di un mondo magico o di una realtà molto vicina alla nostra.”

In bocca al lupo per tutto cara Anita . 


 

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