(fonte Tgcom)
Capita a tutti, una volta nella vita, di dover indossare una sorta di maschera per nascondere sentimenti, ciò che proviamo realmente. Questo concetto si intreccia con l’intrigante trama del romanzo giallo di Erica Gibogini, non a caso intitolato proprio Maschere, edito da Morellini. Gibogini ci racconta la suggestiva cittadina di Omegna, sul lago d’Orta, uno degli specchi d’acqua più affascinanti d’Italia, noto anche per aver dato i natali a Gianni Rodari. È proprio in questo contesto che prende vita la storia, con un evento che sembra inizialmente innocuo, ma che presto si rivela carico di mistero e tensione.
E’ una sera di ottobre, la scena è quella di una festa di compleanno in una splendida casa sul lago. I partecipanti sono i padroni di casa, la signora Medici, Marina, i suoi figli Pietro con la compagna Viola, Francesco e Margherita, il fratello di Marina, Giacomo, con la moglie Elena, e il commissario Mario Verano accompagnato dalla moglie Ada.
In grande ritardo arriva anche Fabio, avvocato e amico fraterno del festeggiato, il dottor Enea Medici, che porta in dono una maschera bianca da damina, conoscendo la sua passione per questi oggetti.
Il giorno successivo, il commissario Verano si trova ad affrontare un brutto caso: la morte violenta e incomprensibile della giovane torinese Marta. Marta era giunta sul lago per festeggiare il compleanno dell’amica Sara. Il suo corpo viene trovato il giorno seguente, nell’acqua, con segni evidenti di colpi alla nuca. Il caso sembra privo di logica o movente, e Verano dovrà impiegare un mese di indagini per risolvere il mistero, scoprendo chi ha commesso il delitto e perché.
Erica Gibogini attraverso questa storia ci invita a riflettere su quanto poco conosciamo realmente le persone che ci circondano, dietro le loro maschere di cortesia e affetto di circostanza. La bellezza mutevole del lago d’Orta diventa lo sfondo perfetto per una trama che esplora i segreti nascosti dietro volti apparentemente innocui.