A Panda piace… capirsi è il nuovo libro a fumetti di Giacomo “Keison” Bevilacqua, noto autore di opere come Attica e Il suono del mondo a memoria. Questo libro, pubblicato GigaCiao, affronta il tema attuale e rilevante della salute mentale, invitandoci a un viaggio alla scoperta delle nostre fragilità. In un’epoca in cui la serenità e la salute mentale sono sempre più centrali nel dibattito pubblico e culturale, Bevilacqua ci mostra come la ricerca di autoconoscenza, con l’aiuto di professionisti, non sia più vista come uno stigma, ma come un passo positivo verso il miglioramento personale.
Bevilacqua utilizza il suo alter ego Panda per esplorare ansia, paura, stress e altre emozioni negative che ognuno di noi sperimenta. Il libro ci guida su come affrontare questi sentimenti e adattarci a essi, sottolineando l’importanza di prendersi cura della propria mente e del proprio corpo. Capirsi è, infatti, un tema cruciale del nostro tempo. Sebbene l’autore smantelli i meccanismi tossici della manualistica del self-help, mantiene l’umorismo che ha reso celebre il suo Panda. A Panda piace… capirsi riesce a far sorridere il lettore, sottolineando che il benessere spesso inizia proprio dalla capacità di ridere e prendersi con leggerezza.
Bevilacqua specifica che il suo libro non è un manuale e che lui non è un medico, ma il fumetto, grazie alla sua capacità di alternare parole e immagini, è stato fondamentale per questo progetto.
Il libro è diviso in tre parti: una autobiografica, una di spiegazioni scientifiche e una pratica con esercizi fisici e mentali. Ogni parte contribuisce in modo equilibrato al messaggio del libro. La parte autobiografica, in particolare, offre una narrazione lucida delle esperienze personali di Bevilacqua con depressione, attacchi d’ansia e rabbia, mostrandoci come la terapia e l’auto-riflessione possano trasformare la paura in comprensione.
Il contesto sociale in cui il libro si inserisce è allarmante: secondo una recente indagine Ipsos, l’Italia è ultima in Europa per benessere mentale percepito. Con il 48% degli italiani che si sente solo e con impatti significativi derivanti da guerra e cambiamenti climatici, l’importanza di prendersi cura di sé e parlare dei propri disagi è evidente. Specialmente tra i giovani, solo 1 su 12 percepisce un pieno benessere mentale, un dato che invita a riflettere e agire.