mercoledì 11 settembre 2024

COMUNICAZIONE ALLENATORE -ATLETA

GESTIRE MEGLIO L'USO DEL "MA"

a cura di Daniela Cursi Masella (fonte Gazzetta dello Sport)

“Hai giocato bene, ma sei ancora troppo lento”. Che cosa resta di questa frase rispetto a “Sei ancora troppo lento, ma hai giocato bene”? In entrambi i casi, solo quello che viene dopo il “ma”. Quest’ultima, definita parola killer, deve essere per lo più eliminata se l’intenzione è quella di fare un discorso persuasivo o motivatore, perché tutto quello che la precede passa in secondo piano. 

Comunicazione allenatore-atleta: l'effetto delle parole—  È noto l'esperimento di Loftus e Palmer che nel 1974 ha evidenziato in che modo il linguaggio influenzi i pensieri. E, quindi, la percezione della realtà. Per farlo hanno mostrato un breve video sullo scontro di due auto a 45 studenti volontari. Dopo la visione, il gruppo è stato diviso in cinque sottogruppi per porre 5 diverse domande utilizzando per ciascuna un verbo diverso: a che velocità pensi che andassero le auto che si sono schiantate? A che velocità pensi che andassero le auto che si sono scontrate? A che velocità pensi che andassero le auto cha hanno avuto una collisione? A che velocità pensi che andassero le auto che si sono incidentate? A che velocità pensi che andassero le auto che sono venute in contatto? Ebbene, le risposte variavano a seconda del verbo utilizzato nelle domande. Più il verbo era aggressivo, più induceva gli studenti a pensare che la velocità fosse sostenuta. Questo esperimento è la guida rispetto all’importanza dell’uso delle parole e del loro effetto sulla psiche di chi le riceve. 

il "ma" è una parola killer—  “Il “ma” - spiega Elena Giulia Montorsi, psicoterapeuta e psicologa dello sport - è spesso usato inappropriatamente dagli allenatori in molte situazioni comunicative, dando l’impressione di disapprovazione o negazione implicita. Non a caso, questa parola è definita “avversativa”. Impedisce il più delle volte di comunicare in modo chiaro rispettando le emozioni e i punti di vista dell’atleta. Può dare luogo a fraintendimenti nuocendo sulla crescita dello sportivo o di una squadra intera”. 

Come si può sostituire il "ma"—  “Qualunque cosa prima del “ma” - avverte Elena Giulia Montorsi - non viene percepita come vera. E, a dirla tutta, viene recepito solo quello che viene detto dopo il “ma”, o il “però”. Se l’intenzione è quella di comunicare all’atleta entrambe le cose, sarà opportuno sostituire verbalmente queste congiunzioni con un punto o una virgola. È di gran lunga più funzionale un immediato commento positivo, seguito da una soluzione operativa con programma di allenamento: “Hai giocato bene, ora dobbiamo puntare sulla velocità”. Questa frase farà riflettere allenatore e atleta sulla performance presente e futura”.

 

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