Se pensiamo alle cornamuse, ci vengono subito in mente la Scozia o l’Irlanda e le loro musiche tradizionali, suonate da barbuti uomini in kilt o da folletti spiritosi coi capelli rossi e l’abito verde.
Ma perché la cornamusa si chiama così?
In realtà, il nome di questo strumento a fiato, formato da una sacca di pelle gonfiabile nella quale sono inserite delle canne, lisce o forate, deriva dal francese antico “cornemuser”, un verbo composto da “corne”, cioè il corno inteso come strumento musicale e “muse”, che vuol dire sia canto o canzone, che flauto o piffero. Ancora oggi, un modello francese di cornamusa si chiama “musette”.
Piva e zampogna
Questo strumento è presente in gran parte d’Europa fin dal Medioevo ed è utilizzato soprattutto per la musica folk: in Italia, i due tipi più conosciuti sono la “piva”, tipica del Nord e la “zampogna”, molto diffusa al Sud, entrambe molto amate per intonare melodie natalizie.
In Spagna, invece, la cornamusa tradizionale si chiama gaita, suonata soprattutto in Galizia e nelle Asturie: la gaita asturiana, in particolare, è diventata molto famosa alla fine degli anni ’90 grazie a Hevia, un musicista spagnolo celebre per averne inventato una versione elettronica, con la quale ha rilanciato la musica folk a livello internazionale.
Oggi hai imparato perché la cornamusa si chiama così!