a cura di Gloria Micacchi
“Com’è dentro, così è fuori e com’è fuori, così è dentro.”
Chiunque decida d’intraprendere seriamente un percorso di crescita personale, curandone anche l’aspetto spirituale, comincia con il rivolgere il proprio sguardo verso l’interno. Si pone in ascolto profondo del proprio sentire tanto da divenirne il testimone in grado di coglierne l’origine e il fine. Si rende conto di quanto sia importante edificare all’interno di se stesso una sacra determinazione come supporto e accompagnamento al procedere.
Solitamente l’ostacolo più grande in cui ci s’imbatte all’inizio è il non riuscire a mantenere una presenza costante su di se. Ci si accorge quasi subito di quanto si sia soggetti a sbandamenti, deviazioni di percorso, a quanto accada dentro e fuori di noi senza che ne siamo realmente consapevoli… Ci si può sentire disarmati, molte delle nostre certezze vengono meno, le visioni cambiano così come cambia la percezione e l’interpretazione di quel “muoversi dentro” che non trova più definizione adatta, tra quelle sempre usate, in cui rispecchiarsi. Cambiano i paradigmi. Il modello costituito, per e su noi stessi, cui si è fatto riferimento fino a quel momento, non è più rappresentativo.
Se si ha il coraggio di andare avanti, se si comprende l’importanza del dover andare avanti, allora si è chiamati a un grande impegno e ad applicarsi con disciplina nel “fare esperienza” di vita con questa nuova condizione dell’essere. Impiegheremo allora le nostre energie per uno scopo, faremo un vero e proprio lavoro, labor fatica, esercitandoci con dedizione al mantenere la nostra presenza, all’esserci.
Fortunatamente abbiamo tutti a disposizione uno strumento eccezionale, cui poter accedere con estrema facilità che ci consente con tanta delicatezza, ma con altrettanta forza di “tornare al centro”, quando necessario, quando i nostri pensieri e le nostre emozioni ci portano lontano: il respiro.
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