a cura di Valentina Alfarano (fonte Libero)
La costola di drago nel Santuario di Sombreno è tra i misteri più affascinanti d'Italia, dove storia, arte e leggenda si intrecciano in un racconto unico
La costola di drago nel Santuario di Sombreno a Bergamo
In Italia, terra ricca di leggende e storie affascinanti, esistono luoghi che conservano segreti antichi e misteriosi. Uno di questi è il Santuario della Natività della Vergine Maria a Sombreno, nei pressi di Bergamo. Tra le mura di questo santuario si cela un reperto intrigante: una gigantesca costola, lunga quasi due metri, che si dice appartenere al leggendario drago Tarantasio.
La costola di drago nel Santuario di Sombreno
La storia di Tarantasio risale a circa l’anno 1000 d.C., quando il temibile drago si diceva abitasse il lago Gerundo, nei pressi di Milano. Secondo la leggenda, Tarantasio terrorizzava i locali con il suo alito pestilenziale e attaccava chiunque osasse avvicinarsi alle acque del lago. Questa creatura mitica fu infine sconfitta da Umberto Visconti, un valoroso cavaliere che decise di commemorare la sua vittoria raffigurando il drago sull’araldo della sua famiglia, i Visconti, che in seguito fondarono la città di Milano. Il drago sconfitto fu fatto a pezzi e le sue ossa furono distribuite in vari luoghi del nord Italia. La costoladi drago che ora pende dal soffitto del santuario di Sombreno è uno di questi frammenti, lasciando studiosi e paleontologi perplessi e affascinati dalla sua presenza.
La leggenda di Tarantasio e il mistero del lago Gerundo
Il Santuario della Natività della Vergine Maria ha una storia ricca e antica. Il primo documento che menziona un luogo di culto in questa località risale al 1093, quando una piccola cappella, chiamata “cappella di Santa Maria di Brene,” era parte del castello di Breno. Questo castello aveva la funzione di difendere il ponte di Lemine e la strada “Regina” che collegava Como a Bergamo. Nel corso dei secoli, il santuario ha subito diverse trasformazioni. Durante il Quattrocento, la chiesa fu riedificata su richiesta degli abitanti locali, che ritenevano la vecchia cappella non più adeguata alle loro necessità. Il 14 agosto 1493, le autorità di Bergamo concessero ufficialmente il permesso per la costruzione di un nuovo edificio. La struttura attuale del santuario, con la sua posizione dominante sui colli bergamaschi, preceduta da un ampio sagrato, offre una vista mozzafiato sulla località di Sombreno. All’interno del santuario, la presenza della costola di drago continua a sollevare domande. Inizialmente, si pensava che l’osso fosse una costola di elefante. Tuttavia, studi più recenti hanno rivelato una realtà ancora più sorprendente. Gli esperti del Museo Caffi di Bergamo e dell’Università del Salento, utilizzando la datazione al radiocarbonio, hanno determinato che l’osso apparteneva a un cetaceo vissuto tra il 1432 e il 1591. Questa scoperta ha solo aggiunto un ulteriore strato di mistero alla storia del santuario.
La chiesa ospita anche altre opere d’arte e reliquie di grande valore storico e artistico. Tra queste, vi è un altare in stucco realizzato da Giovanni Angelo Sala tra il 1670 e il 1672, e una tela raffigurante la Natività dipinta da Antonio Zanchi. Inoltre, si trovano diverse opere di Carlo Ceresa, inclusi dipinti che adornano l’altare della Madonna del Santo Rosario. Il santuario è un luogo di grande devozione popolare, dove i fedeli si recano per venerare non solo le opere d’arte e le reliquie, ma anche per ammirare la leggendaria costola del drago Tarantasio. La storia e il mistero che avvolgono questo reperto continuano ad attrarre visitatori e studiosi, rendendo il Santuario della Natività della Vergine Maria un luogo di culto e di fascinazione senza tempo.