Per quanto riguarda le medaglie d'oro, si parte con un'anomalia. Perché non sono... d'oro. O, meglio, non unicamente. Solo nelle Olimpiadi del 1904, 1908 e 1912 le medaglie venivano prodotte interamente in oro massiccio. Poi, il Comitato Olimpico Internazionale, in tempi più recenti ha dovuto imporre una sorta di minimo sindacale: almeno 6 grammi di oro puro per ciascuna medaglia. I restanti 523 grammi dei 529 totali sono argento, con una purezza minima del 92,5%. Per l'Olimpiade di Tokyo nel 2021, il Comitato aveva incaricato il famoso designer giapponese Junichi Kawanishi di produrre le medaglie e le quantità di metalli preziosi o meno erano più o meno le stesse. Quindi, per rivenderle fondendo i metalli, si incasserebbero "appena" 700€ in caso di medaglia d'oro. Un valore che, se la medaglia venisse composta interamente in oro massiccio, salirebbe mostruosamente fino a sfiorare quota 30.000 euro. La medaglia d'argento varrebbe poco più di 400€, mentre quella di bronzo... 7 euro. È evidente come la lega composta da rame e zinco (o stagno) abbia un valore irrisorio sul mercato. Ma è chiaro come sia un dato soggettivo: un atleta, per i 7 euro di una medaglia di bronzo, si butterebbe nel fuoco.