a cura di Riccardo Cristilli (fonte Gazzetta dello Sport)
Esiste un modo per vivere a lungo, invecchiando bene e in salute? La risposta potrebbe arrivare da una ricerca di un gruppo di studiosi italiani che hanno scoperto l'esistenza di un gene chiamato Mytho che aiuta a invecchiare in salute migliorando la qualità della vita.
MYTHO, IL GENE PER INVECCHIARE IN SALUTE— Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Clinical Investigation ed è stato realizzato da un gruppo di ricercatori internazionali guidati da un team italiano dell'Università di Padova. Responsabile della ricerca è il professor Marco Sandri, docente del Dipartimento di Scienze biomediche dell'università di Padova e principal investigator dell'Istituto veneto di medicina molecolare (Vimm), in collaborazione con Eva Trevisson, genetista del Dipartimento di Salute della donna e del bambino dell'università di Padova. Hanno partecipato alla ricerca anche l'Università di Bologna, l'Istituto Telethon d Genetica e Medicina di Pozzuoli e l'ISS (Istituto Superiore di Sanità).
UN GENE SCONOSCIUTO— I ricercatori hanno identificato un gene finora sconosciuto e presente in modo quasi identico in diverse specie dai vermi all'uomo. La ricerca ha dimostrato che spegnendo questo gene le cellule invecchiano più velocemente, al contrario quando è attivato aiuta a mantenere il soggetto analizzato in un buono stato di salute. Secondo lo studio, Mytho regola il processo biologico detto auofagia che permette la rimozione di proteine e organelli danneggiati aiutando a migliorare l'omeostasi cellulare.
LA RICERCA SUI VERMI— A dar vita allo studio è stata una ricerca informatica per l'identificazione nel genoma umano di potenziali geni sconosciuti e in grado di essere importanti per la qualità delle proteine e degli organelli, come ha spiegato Anais Franco Romero, coautrice principale dello studio insieme a Valeria Morbidoni: “Tra i diversi candidati, il team si è focalizzato su un gene che spiccava per essere estremamente conservato tra le diverse specie animali, dall'uomo fino ai vermi, denominato Mytho”. Gli studiosi, eseguendo alcuni esperimenti di manipolazione genetica, hanno scoperto che inibendo Mytho si creava una senescenza cellulare accorciando la vita del verme Caenorhabditis elegans (fra i modelli animali più usati in laboratorio). Una volta attivato, la qualità della vita migliora e l'invecchiamento procede con una buona salute, accorgendosi poi che non avesse un ruolo solo nel verme ma anche in alcune cellule di mammifero e nelle biopsie di tessuto muscolare su individui anziani.
GENE TUTTO DA SCOPRIRE— Il professor Sandri ha evidenziato come gli studi stanno aiutando a conoscere meglio il genoma umano ma “la funzione della maggior parte del nostro codice genetico è ancora ignota. Un esempio sono i geni che codificano le proteine, di cui più di 5mila su un totale di 20mila sono completamente sconosciuti. Per questo negli ultimi anni abbiamo impiegato risorse ed energie per caratterizzare questo sconosciuto mondo del nostro Dna”. Secondo i ricercatori questo gene potrebbe essere coinvolto anche in alcune malattie genetiche di cui si ignorano le cause e diventerà quindi un oggetto di studio e approfondimenti.