di Eugenio Spagnuolo (fonte Gazzetta dello Sport)
È un dono prezioso che ci accompagna lungo il percorso della vita anche se, col passare degli anni, la memoria può iniziare a giocarci qualche scherzo. Nulla di grave: dimenticare dove abbiamo messo le chiavi o il nome di una persona appena conosciuta è del tutto normale e fa parte del naturale processo di invecchiamento del cervello. E la buona notizia è che possiamo fare molto per ritardarlo e preservare la memoria a partire da piccole cose, come la scelta degli snack tra un pasto e l'altro.
LO STUDIO— Un nuovo studio condotto da ricercatori del Massachusetts General Hospital suggerisce infatti che le nostre abitudini alimentari, in particolare il consumo di alimenti ultra-processati, finiscono per influenzare in modo significativo la salute del cervello e la capacità di ricordare. Parliamo di quegli alimenti che hanno subito una lunga lavorazione, contengono additivi per migliorare sapore e consistenza e che, generalmente, sono poveri di proteine, fibre, vitamine e minerali e invece ricchi di zuccheri aggiunti, sodio e grassi saturi. Insomma, tutti quei prodotti che vanno dalle bibite gassate alle carni lavorate, fino agli snack salati e zuccherati. Nemici della dieta e anche della memoria, a quanto si legge nell'ultimo numero della rivista Neurology.
MEMORIA E SNACK— Lo studio ha coinvolto un campione di oltre 30.000 individui di età pari o superiore a 45 anni, seguendoli per circa 11 anni. I partecipanti sono stati suddivisi in 4 gruppi in base alla quantità di alimenti ultra-processati presenti nella loro dieta quotidiana. I risultati hanno mostrato che le persone con problemi di memoria consumavano una percentuale maggiore di alimenti ultra-processati rispetto a coloro che non mostravano problemi cognitivi. Allo stesso modo, coloro che hanno avuto un ictus durante lo studio rivelavano un consumo superiore di alimenti ultra-processati rispetto agli altri. In concreto, un aumento del 10% nel consumo di snack ultra-processati è stato associato a un rischio maggiore di deterioramento cognitivo del 16%. "I nostri risultati mostrano che il grado di trasformazione degli alimenti svolge un ruolo importante nella salute generale del cervello" spiegano i ricercatori. "Naturalmente, sono necessarie altre ricerche per comprendere meglio quali componenti alimentari o di lavorazione degli alimenti contribuiscono maggiormente a questi effetti".
DIETA SANA— Sebbene lo studio non stabilisca una relazione causale tra il consumo di cibi ultra-processati e il declino cognitivo o il rischio di ictus, i dati sembrano sottolineare, in ogni caso, l'importanza di una dieta sana anche nel mantenimento della salute del cervello e delle sue funzioni.