(fonte Gazzetta dello Sport)
La cisti perineale può diventare un vero incubo per i ciclisti. È successo a Giulio Ciccone, costretto a quasi un mese di stop dopo essere arrivato al punto di non poter più pedalare. Ed è successo in passato a tanti ciclisti: nel 2013 Ivan Basso fu costretto a saltare il Giro d’Italia per un problema simile. Questa cisti può essere causata da un’infiammazione alla zona del perineo, e la diagnosi precoce è fondamentale per evitare che si infetti o che peggiori fino a rendere impossibile pedalare, come spiega il dottor Andrea Borasi, specialista in Chirurgia Generale di Humanitas Gradenigo.
COS’È UNA CISTI PERINEALE— “Si tratta di una cisti al livello del perineo che talvolta può infiammarsi e diventare anche di grosse dimensioni: possiamo passare da piccole cisti di 1-2 centimetri a 10 o anche 12 centimetri, e questo chiaramente differenzia anche i tipi di trattamento a seconda della gravità e delle esigenze. Si tratta di una sacca che può infettarsi, riempiendosi di pus e divenendo quindi dolorosa, e andare ad occupare alcuni spazi anatomici della regione perineale fino a raggiungere dimensioni anche considerevoli" spiega il dottor Borasi.
CISTI PERINEALE: PERCHÉ VIENE SPESSO AI CICLISTI?— Come detto, prima di Ciccone è successo a tanti altri, come ad esempio Fausto Masnada o Filippo Conca. I casi possono essere diversi tra loro, ma ci sono delle cause in comune: “Può interessare i ciclisti perché lo sfregamento perenne e le continue sollecitazioni possono favorire le infiammazioni. Nell’ambito dello sport, oltre al ciclismo, possiamo pensare all’equitazione, dove comunque c’è una sollecitazione simile dell’area poggiata sulla sella. Poi è chiaro, c’è chi è più portato e chi meno: lo sfregamento continuo può favorire l’infiammazione qualora la cisti sia presente, soprattutto nei ciclisti professionisti che sono molto sollecitati, ma non a tutti viene e magari in chi ce l’ha non è detto che si infetti. Proprio per questa varietà di casistiche la diagnosi precoce può aiutare a risolvere il problema con maggiore tranquillità” spiega Borasi.
CISTI PERINEALE: COME INTERVENIRE E TEMPI DI RECUPERO— Di conseguenza, i tempi di recupero di una cisti perineale per un ciclista possono essere diversi in base a tanti fattori, ma l’aspetto fondamentale – come spiega il dottor Borasi – è sempre la diagnosi precoce: “Quando si ha del bruciore o la sensazione di avere una ‘pallina’ all’altezza del soprassella è consigliabile farsi controllare subito dal medico e fare un’ecografia, prima che possano diventare delle infiammazioni più grandi che poi necessitano di tempi recupero più lunghi. Come detto, il problema va valutato caso per caso. Con una cisti di 1-2 centimetri, magari non in fase infettiva, si può decidere il da farsi valutando diverse opzioni: magari un non professionista può anche optare per un trattamento conservativo, quindi tenersela fino a quando eventualmente si infiamma, mentre un professionista può decidere allo stesso modo di operarsi subito e di stare fermo una o due settimane, prima che diventi troppo grossa: quando si parla di 10-12 centimetri chiaramente i tempi di recupero aumentano e possono essere anche di un mese”.