a cura di Federica Cislaghi (fonte Libero)
Ana Mena è tornata e lo ha fatto da grande star, mostrando un lato di sé diverso da quello che ci ha fatto conoscere fino ad ora. Disponibile dal 24 maggio, il suo nuovo singolo s’intitola Cinema Spento (Epic / Sony Music) ed è impreziosito dalla collaborazione con Dargen D’Amico che abbiamo visto a Sanremo 2024. Si tratta di un brano romantico e sensuale che racconta la fine di un amore, dal sound che unisce elementi pop, R&B e hip hop.
Il tuo nuovo singolo, Cinema Spento, è uno stile decisamente diverso da quello cui ci hai abituati, come mai questo cambiamento?
Io non lo sento come un cambiamento, perché è quello che sono stata sempre, è la musica che faccio in Spagna e in America Latina. In realtà, io sono così. Solo che in Italia non mi conoscete per questo stile. È vero che non ho mai fatto sentire questo lato di me qui, ma adesso è venuto il momento e non vedevo l’ora che arrivasse, perché volevo che le persone scoprissero Ana Mena nel suo altro lato artistico.
Come è nata la collaborazione con Dargen D’Amico?
È nata in un modo molto spontaneo e questo mi ha fatto molto piacere. Gli abbiamo mandato il brano, lui lo ha ascoltato subito e ci ha mandato il suo feedback. Gli è piaciuto moltissimo e si è messo immediatamente a lavorare, anche perché eravamo stretti coi tempi. Avevamo solo una settimana per fare tutto. Dargen ha sentito il brano domenica, martedì stava scrivendo e registrando la sua parte e venerdì girava il video a Milano, mentre io lavoravo e registravo a Madrid. Ha fatto tutto in una settimana e io lo ringrazio. Ma questo avviene quando tra artisti c’è una collaborazione di cuore ed è stato tutto molto naturale. Non avviene sempre questa alchimia ed è stato molto bello. Ci siamo trovati davvero bene a lavorare insieme.
Che cosa ti piace della musica italiana?
In generale mi piace la musica italiana. Da sempre, fina da quando ero piccola. Me l’ha fatta conoscere mio padre, è lui che mi ha trasmesso questa passione. Ho tantissimi ricordi di quando ero bambina e ascoltavo con mio padre la musica italiana. La musicalità con cui scrivete è molto diversa da quella del mondo latino. Avete sempre un suono speciale. Posso dire che il 70% della musica che ascolto è italiana.
Per altro tu parli benissimo l’italiano
Grazie mille [ride ndr]
È vero che una volta hai dichiarato che non ti aspettavi un simile successo in Italia?
Non me lo aspettavo per niente sei anni fa. Soprattutto perché non conoscevo nemmeno l’italiano. Quando ho registrato la mia prima canzone nella vostra lingua, quella con Fred De Palma, D’estate non vale, non conoscevo nemmeno una parola. Ho registrato con Google Translate imitando foneticamente quello che mi diceva. In Italia non mi conosceva nessuno e Fred era agli inizi della sua carriera, però avevano una grande fiducia in quel brano. Quindi non mi aspettavo per nulla di avere successo, ma le persone ci hanno davvero sostenuto. È stata una grande e bellissima sorpresa. Così l’Italia è diventata un po’ una seconda casa.
Qual è l’artista in Italia che più ti ha ispirato?
Sicuramente Laura Pausini. Ma anche Zucchero. Dei cantanti attuali, mi piace molto Tropico di cui sono amica e mi piace essere fan di qualcuno che conosco e con cui posso scrivere. Colapesce e Dimartino sono amici che ammiro moltissimo. Della scena Urban mi piace Ernia, Rkomi, Tedua. Ascolto moltissima musica, andrei avanti all’infinito.
Dopo il Festival di Sanremo 2022, è cambiato il tuo rapporto con l’Italia?
No, perché?! Io mi sento sempre bene qua in Italia. Tra l’altro metà del team con cui lavoro è italiano e l’altra metà è spagnolo e americano. L’Italia fa parte della mia vita. Sanremo è stata un’esperienza importante che, al di là della classifica, mi ha insegnato moltissimo. Il Festival era un sogno che avevo fin da quando ero piccola, lo seguivo sul divano con mio padre, e l’ho realizzato. Quando sono andata, ero consapevole delle difficoltà che avrei dovuto affrontare, anche perché arrivavo da artista straniera in in festival italiano, cantando in una lingua che non è la mia. Mi considero fortuna di essere salita sul palco dell’Ariston.
Oltre a fare la cantante, sei anche un’attrice: hai lavorato con Almodovar in La pelle che abito, hai recitato in diverse serie tv, tra cui Benvenuti a Eden. Ti piace recitare o preferisci cantare?
Fare l’attrice è un altro aspetto di me molto divertente, perché mi piace trasformarmi in diversi personaggi. Penso che la musica e la recitazione vadano di pari passo, perché quando sali sul palco non basta cantare la canzone, ma devi anche raccontare, interpretare cosa sta succedendo. Quindi ogni due o tre anni, mi ritaglio del tempo per recitare. Adesso c’è qualcosa nell’aria che mi piacerebbe fare, speriamo in bene.