di Gabriella Mancini (fonte Gazzetta dello Sport)
Al pianoforte Checco Zalone, canta Francesco De Gregori. Domani uscirà “Pastiche”, l’album della strana coppia con l’attore che per la prima volta veste i panni del musicista puro, accompagnati dalla band di De Gregori. Anticipato dall’inedito Giusto o sbagliato, già in rotazione radiofonica, il disco ripercorre undici brani tra i quali Rimmel, Atlantide, Buonanotte Fiorellino, Pezzi di vetro, Le cose della vita di Antonello Venditti, Putesse essere allero di Pino Daniele, e non manca Alejandro di Checco che naturalmente si firma Luca Medici. Un’atmosfera intima che si snoda tra blues, jazz e musica classica.
I due artisti l’hanno presentato alla Santeria Toscana di Milano con uno show case. Le luci si abbassano, loro si abbracciano, Zalone va al pianoforte, Francesco al microfono, via a Buonanotte Fiorellino: in un attimo si crea la magia. Checco non resiste alla battuta: “È la mia prima esperienza da pianista, sono emozionato quindi vi chiedo scusa…per le sue stonature”. Via a Pezzi di vetro, poi Pittori della domenica di Paolo Conte, Francesco dimentica qualche parola, ma è perdonato.
Checco: "E ora la canzone più bella, la mia: Alejandro”. E con ironia duetta con De Gregori: “Il bello è che sapevi la mia canzone ma non quella di Conte!”. “ Non possono mancare Rimmel e l’ultimo singolo Giusto o sbagliato.
Perché il titolo Pastiche? “Perché il disco è pieno di cose antiche, vintage, contaminazioni di stili - spiega il cantautore e scherza con Checco - basta con il cinema, datti alla musica”. L’inedito Giusto o sbagliato fa un bilancio della vita, prende spunto da My way. “Un brano straordinario - continua De Gregori - l’avevo tradotto ma non reggeva in italiano, non suonava, le versioni di Frank Sinatra ed Elvis Presley sono uniche”.
Ma come è nata la loro collaborazione? Checco: “Ci siamo visti tra una cacio e pepe e una carbonara, lui cucina benissimo, quando ho suonato al pianoforte mi ha riempito di complimenti, così ci siamo uniti. È una marachella per il pubblico”. Si divertono a stare insieme. Improvvisano Generale e Checco fa la battuta: “L’hanno tradotto Vannacci!". Se Zalone si mette alla prova, incontrare il pubblico senza far ridere a tutti i costi, (“l’operazione è come quella di Woody Allen, ma io so suonare!”), De Gregori potrebbe entrare in un film dell’attore, “mi piacerebbe” ammette. Il ruolo è da decidere, e soprattutto il film.
I due si sono conosciuti a Bari. De Gregori, suo fan, si trovava nella sua città e gli ha inviato un sms. Checco: “Era firmato Francesco D.G., io pensavo che fosse DJ Francesco!”. Così è cominciata l’avventura. Amicizia e grande stima reciproca. “Gli artisti spesso dopo i 60 anni diventano livorosi, incazzati - conclude Zalone - non l’ho mai sentito parlare male della trap, in lui non ho mai avvertito retorica e moralismo”.
“Io l’ho amato dal primo film, in cui ho notato uno sguardo delicato, mai aggressivo, e cura la musica come una creatura che ama”. Il 5 e il 9 giugno si esibiranno a Caracalla in “De Gregori Zalone - Voce e piano (&Band), due date imperdibili basate sull’improvvisazione e sull’amicizia.