a cura di Roberto de Filippis (fonte Gazzetta dello Sport)
Ricoprendo la parte terminale dell’osso a livello delle articolazioni, le cartilagini non solo consentono una corretta distribuzione dei carichi, ma sono anche preziose perché riducono gli attriti, favorendo movimenti più fluidi. È questo il motivo per cui rivestono un’importanza fondamentale, in particolare per gli sportivi. Le cartilagini, però, vanno incontro a usura, provocando vari problemi.
UN CONSUMO PROGRESSIVO— Per usura delle cartilagini si intende la degenerazione, ossia il consumo di questo tessuto. In condizioni normali, le cartilagini hanno uno spessore che può variare da 2 fino a 6 millimetri. La riduzione del normale spessore può essere parziale e, nei casi più gravi, completa. Quando non è conseguente a traumi seri, l’usura inizia a livello superficiale, con la parte più esterna della cartilagine che diventa frastagliata (fibrillazione). “Pur non causando dolore, in questa fase iniziale si innesca un meccanismo di progressione del danno. Così, nel corso del tempo alla fibrillazione seguono la fissurazione, cioè la formazione di piccoli ‘crateri’ che diventano via via più profondi, e poi l’ulcerazione, ossia la perdita di un intero frammento di tessuto cartilagineo, a tutto spessore o meno. In ultimo, si verifica l’erosione completa della cartilagine e, se la lesione è molto ampia, ci si trova in presenza di artrosi” spiega il professor Giuseppe Peretti, responsabile dell’Unità Operativa Complessa e dell’Équipe Universitaria di Ortopedia Rigenerativa e Ricostruttiva (Euorr) dell’Irccs Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano.
GLI SPORT PIÙ USURANTI— A favorire l’usura delle cartilagini non è solo l’avanzamento dell’età, ma pure traumi e sovraccarichi, che possono essere favoriti anche dallo sport. Oltre che l’intensità e la frequenza con cui la si pratica, sul consumo di questi tessuti incide anche la disciplina in cui ci si cimenta. A mettere più a rischio le cartilagini sono quelle in cui i traumi sono più frequenti, come il calcio, il rugby e lo sci da discesa, che espongono a tale pericolo soprattutto le ginocchia. “Per preservare la salute delle cartilagini è fondamentale preservare quella dell’intera articolazione. Per esempio, in ginocchia con problemi a menischi e legamenti sono più probabili lesioni del tessuto cartilagineo. Inoltre, anche il sovrappeso e deviazioni dell’asse in varo o in valgo le favoriscono” osserva il professor Peretti. In quanto decisamente meno traumatici anche per l’assenza della forza di gravità, gli sport che si svolgono in acqua sono quelli più “gentili” nei confronti delle cartilagini. A seconda della disciplina che si pratica, ci sono articolazioni più sollecitate di altre. Per esempio, gli sport da combattimento sollecitano molto le anche, favorendo un consumo lento delle cartilagini che può portare, in età avanzata, all’artrosi. Anche lesioni non trattate alla cuffia dei rotatori della spalla, molto sollecitata nel nuoto e nel tennis, possono favorire degenerazioni artrosiche.
SINTOMI, CURE E PREVENZIONE— Siccome le cartilagini non sono innervate, la loro usura non dovrebbe provocare dolore, che però si manifesta per la conseguente infiammazione. In genere i fastidi si fanno sentire dopo essere rimasti a lungo fermi, in particolare ai primi passi del mattino, o dopo uno sforzo intenso. L’aumentata produzione di liquido sinoviale, conseguente all’infiammazione, può causare gonfiore. Inoltre, in caso di artrosi l’articolazione si irrigidisce e così diminuisce l’ampiezza dei movimenti. Per quel che riguarda le cure, è fondamentale distinguere fra lesioni cartilaginee acute e diffuse e croniche. Nel primo caso, quando sono gravi si possono riparare chirurgicamente, altrimenti si può attenuare il dolore con infiltrazioni con un obiettivo antinfiammatorio, senza però abusare di questo trattamento. Invece, in caso di lesioni diffuse (artrosi) a volte può essere opportuno l’impianto di protesi: quelle utilizzate oggi consentono anche di praticare sport. Per preservare le cartilagini è importante evitare il sovrappeso e sovraccarichi alle articolazioni, correggendo eventuali asimmetrie, come il ginocchio varo o valgo. “Ciò è molto importante, perché semplici lesioni di questi tessuti danno origine a un danno che progredisce. Anche se nelle terapie, soprattutto chirurgiche e infiltrative, sono stati fatti importanti passi avanti, non c’è a oggi nessuna tecnica che garantisca la perfetta rigenerazione del tessuto cartilagineo” conclude il professor Peretti.