lunedì 12 febbraio 2024

INTERVISTA A LUCA VIOZZI

UNO SCRITTORE COMMISSARIO 

di Angela Caputo

Oggi incontriamo Luca Viozzi, autore originario di Ascoli Piceno, classe 1984, laureato in Ingegneria, docente di Tecnologie dell’informazione e della comunicazione e presidente  dell’Associazione Culturale Allenamente di Petritoli. Il nonno era commissario di polizia a  San Benedetto del Tronto e i suoi romanzi sono ispirati a fatti realmente accaduti. 

Infatti  Viozzi è autore di “Delitto sotto le torri” 1 e 2, edito dalla Giaconi Editore. L’autore con il primo romanzo ha ricevuto il premio di miglior scrittore esordiente nel 2021. La sua seconda opera sta ricevendo apprezzamenti dai grandi lettori e dai critici.

Allora, Luca, sei insegnante e scrittore. Quale delle due missioni è nata per prima?

Il sogno di fare l’insegnante è nato fin da piccolo. Ricordo bene che facevo il terzo anno di  scuola superiore quando ho detto ai miei compagni di classe che un giorno sarei diventato  insegnante di informatica. Da quel giorno ho perso metà dei miei compagni (ride ndr).  Eravamo una classe un po’ turbolenta. Avevo un professore di informatica straordinario che  mi ha trasmesso la passione per la materia e l’insegnamento. Oggi sono un uomo fortunato  ad aver realizzato il mio sogno, infatti insegno tecnologie dell’informazione (informatica). 

L’idea di fare anche lo scrittore è venuta qualche anno fa, anche se ho sempre scritto qualcosa anche da giovanissimo. Avevo un’idea nella testa, una storia bella da raccontare. 

E’ nato tutto come un gioco ma poi è andata bene. 

In che modo riesci a conciliare il lavoro di insegnante con la passione per la scrittura e la lettura?

A scuola, in classe, tutti i giorni racconto storie, aneddoti legati alla mia materia. Le storie le  romanzo un po’, creo la giusta suspense per incuriosire gli studenti e le studentesse. Ogni classe poi ha i suoi racconti preferiti e anche il modo in cui li racconto cambia. Poi ascolto  molto i loro racconti, cosa hanno da dirmi. I ragazzi e soprattutto le ragazze hanno tante  cose da voler raccontare, da comunicare anche con i loro silenzi e le loro urla. Sta a noi poi  trovare la chiave giusta per metterci in ascolto. Fare l’insegnante è una responsabilità perché costruisci insieme agli allievi il loro futuro. Per me è prioritario. 

Quali autori hanno influenzato la tua produzione scritta?

Da bambino, a casa, avevamo una piccola libreria. Mia madre era insegnante di italiano e  aveva libri come Piccole donne, Piccolo lord, Cuore di De Amicis... io sono cresciuto con  questi libri qua. Ma tra questi c’era un libro che per me era trasgressivo al massimo. Era un  giallo. Si intitolava I milanesi ammazzano solo in estate di Giorgio Scerbanenco. L’avrò letto decine di volte. Pensa, tra i Promessi Sposi e Il piccolo Principe c’era quello thriller eccezionale. E’ stato il primo giallo che ho letto nella mia vita. Poi crescendo mi sono piaciuti molto Giorgio Faletti e Carlo Lucarelli ai quali mi ispiro.

In “Delitto sotto le Torri” è presente il commissario Salviati alle prese con un caso intricatissimo che viene aiutato nelle indagini da una giornalista, Sonia Neri. Quanto c’è di te nel protagonista?​

Filippo Salviati è un giovane commissario di 36 anni. Quando ho scritto il libro io avevo 36 anni. Molto logico nei ragionamenti e sa fare il suo mestiere. Lui ha l’addominale, io non ce l’ho (ride ndr). C’è tanto di me in lui e viceversa ma c’è anche tanto di mio nonno. Mio nonnoera commissario di polizia ed era burbero ma anche tanto spiritoso. Salviati gli somiglia. Mio nonno aveva la particolarità di fare sempre le stesse domande. Per esempio mi chiedeva: “Cosa hai fatto sabato sera?” e io gli rispondevo. Cambiava argomento e poi di nuovo: “Ma sabato sera cosa hai fatto?”. Io per anni ho pensato che fosse un po’ vecchietto perché riproponeva sempre le stesse domande. Poi ho capito. Faceva le stesse domande per confrontare le risposte che davo. Un po’ come gestiva gli interrogatori in commissariato. 

Progetti per il futuro?

Farò tante presentazioni in  giro per l’Italia per parlare di Delitto sotto le torri 2 - Il Terzo segreto. Un po’ come un figlio me lo godo, lo coccolo e ne parlo con tutti. Poi qualche buona idea per il futuro ce l’ho, ho altre storie da poter raccontare ma c’è tempo. 

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