martedì 30 gennaio 2024

INTERVISTA A ...

...VANESSA FERRARI

 di Pietro Razzini (fonte Gazzetta dello Sport)

"Avevamo pensato a un suo rientro in occasione dei campionati italiani ma è stata colpita da una pesante influenza nel mese di dicembre e i piani sono cambiati. Più avanti vedremo cosa potrà dare in termini di competitività. Ma Vanessa Ferrari c'è". Il titolo dell’intervista alla campionessa bresciana è stato dato dal direttore tecnico della nazionale italiana femminile di ginnastica artistica, Enrico Casella, in occasione della presentazione della prima tappa della Serie A che si disputerà venerdì 2 e sabato 3 febbraio al PalagGeorge di Montichiari. A Palazzo del Broletto erano presenti il consigliere delegato allo Sport della Provincia di Brescia, Alberto Bertagna, gli organizzatori Sergio Olivieri e Irene Castelli, il Vicepresidente di Federginnastica Valter Peroni e il Team Manager Andrea Facci. Ma soprattutto, c’era lei: Vanessa Ferrari, campionessa del mondo ad Aarhus nel 2006, medaglia d'argento al corpo libero alle Olimpiadi di Tokyo nel 2021, vincitrice di oltre 70 medaglie tra mondiali, europei, coppe del mondo e campionati italiani: “Le ho ancora tutte. Da quando io e Simone (Caprioli, il fidanzato) abbiamo comprato la nuova casa, siamo in continua fase di trasloco. Ma nel momento in cui sarà completamente pronta, mi piacerebbe creare una bacheca con tutti i ricordi dei miei successi”.

Tra questi, il più atteso è stato l’argento olimpico? 

“Direi di sì. Ci avevo provato nelle tre edizioni precedenti dei Giochi, senza però riuscire a salire sul podio. I due quarti posti sono stati colpi duri da sopportare, soprattutto perché il livello era talmente alto che sarebbe bastato pochissimo per passare da una grande delusione all’ estrema felicità”. 

Che significato ha per lei quel piazzamento? 

“È la chiusura di un percorso. Con il secondo posto a Tokyo, ho conquistato una medaglia in tutte le principali competizioni a cui ho partecipato. Mi ha dato un'estrema felicità. Però sono ancora qui, pronta ad allenarmi e a impegnarmi al massimo in palestra”. 

La sua missione quindi non è ancora finita? 

“Avrei voluto essere presente a Montichiari per la prima giornata di Serie A ma non sarebbe stata una scelta intelligente. Ho due grandi obiettivi nel 2024: le Olimpiadi di Parigi e gli Europei. Ma l’appuntamento in Francia ha la priorità su tutto. Se le condizioni fisiche lo permetteranno, sarò presente anche a Rimini per la manifestazione continentale. Altrimenti il focus sarà solo sui Giochi a Cinque Cerchi”. 

Sarebbe la sua quinta Olimpiade. 

“Anche per questo motivo, ci tengo particolarmente. A inizio 2023 avevo ripreso gli allenamenti in maniera ottimale. Poi uno stacco al corpo libero mi ha creato un problema a uno dei due tendini. Ed ecco lo stop per alcuni mesi. Ho ripreso a novembre ed è arrivata l’influenza. Fastidiosa, invadente: ancora ora, a fine giornata, mi sento spossata”. 

Come ci si rialza in questi momenti? 

“Con la passione per questo sport e l’entusiasmo di migliorare. Tanti sostengono che sia la mentalità a fare la differenza. Io credo che sia questione di equilibrio: equilibrio tra testa e fisico, equilibrio tra vita e palestra. Perché, al momento giusto, è necessario anche distogliere l’attenzione e concedersi una pausa per ricaricarsi”. 

È successo anche a lei dopo Tokyo? 

“Esattamente. Avevo bisogno di ossigenare la mente. Poi ho ricominciato, passo dopo passo, con la consapevolezza che il lavoro, generalmente, paga. Ho sempre fatto così anche dopo i periodi più complicati della mia carriera”. 

Come nel 2017, quando a 27 anni si ruppe il tendine d’Achille del piede sinistro? 

“Quello è stato l’infortunio peggiore che ho subito a livello fisico. Però ci furono anche la mononucleosi nel 2015 e i problemi alla tiroide nel 2019. È stata una carriera complessa ma ogni volta che risolvevo le complicazioni, trovavo dentro di me ancora più forza”. 

Nasce dalla ricerca di questa forza, il lungo sospiro che fa prima di ogni esercizio? 

"Cerco di usarlo per avere più energia e allentare la tensione. Al corpo libero è necessario dare il massimo in un minuto e mezzo, il tempo della performance. Si arriva stremati alla fine dell’esercizio. Per questo mi aiuto anche attraverso la respirazione”. 

Quando ha vinto lo storico oro ai Mondiali di Aarhus, nel 2006, forse, ancora non conosceva questa metodologia. In cosa soprattutto si sente cambiata da allora? “Prima ero molto più incosciente quando lavoravo in palestra. Ora ho imparato a gestire il mio corpo: sono consapevole che ho bisogno di più tempo per recuperare dalle fatiche. Cerco quindi di ascoltarmi e di sfruttare al meglio l’esperienza che ho accumulato in questi anni”. 

A proposito di anni trascorsi, riguarda mai le sue gare? 

“Ogni tanto capita. Più spesso rivedo i miei esercizi. Raramente quelli delle altre atlete. La motivazione è comunque la stessa, nell’uno o nell’altro caso: cerco sempre di apprendere come migliorare dal punto di vista tecnico”. Farfalla, cannibale, araba fenice: le hanno dato tanti soprannomi. A quale è più affezionata? "Sicuramente il primo. Innanzitutto perché Vanessa è anche il nome di una tipologia di farfalla (vanessa atalanta) e poi perché tutti dicevano che in pedana mi esprimevo con la sua stessa leggerezza. Per questo motivo ne ho fatto il simbolo del mio brand di abbigliamento; una farfalla creata con le linee dei cerchi olimpici che si intersecano”. 

È il primo passo verso la seconda parte della sua vita, quella post carriera? 

“Mi piace l’idea di mettere le mie conoscenze a disposizione di chi vive il mondo della ginnastica: con la mia linea di “active wear” mixo l’esperienza accumulata in questo mondo alla passione per la moda. Ma non è tutto: vorrei continuare il progetto del camp estivo. Nell’ultima edizione siamo già passati da una a due settimane, per un totale di 500 giovani”.




 

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