domenica 7 gennaio 2024

INTERVISTA A….

ANDREA GIOSTRA

a cura di Angela Caputo

Oggi incontriamo Andrea Giostra, autore di origini siciliane, criminologo e psicologo, con numeri da record nella sua produzione scritta: la sua opera “Novelle breve di Sicilia” ha raggiunto ben otto ristampe con otto Case Editrici diverse. L’ultima di questa è una vera e propria opera d'arte nella copertina: per la dimensione del libro sembra di tenere tra le mani una maiolica tipica delle ceramiche siciliane. 

Inoltre di recente Andrea ha ideato e curato il Saggio “Femminicidio e Narcisismo patologico: quale correlazione e come prevenire le relazioni pericolose”, che vede 20 co-autori che trattano questo fenomeno da punti di vista diversi: psicodinamico, psico-relazionale, giuridico, di protezione delle Donne nelle Case Segrete, e poi 12 storie di violenza e abuso raccontate da 12 donne che sono state le protagoniste, dirette o indirete, di queste terribile storie dalle quali sono riuscite a fuggire in tempo, prima della catastrofe, salvando le loro vite.

Quando hai scoperto l’amore per la scrittura?

Credo che tutto sia nato con mia nonna paterna Vita. Ricordo che da bambino, quando andavo alle elementari, la mia famiglia abitava nella stessa palazzina dei miei nonni paterni, nel centro storico del mio paese, Montelepre. Mia nonna abitava il piano terra e i primi due piani, noi il terzo e il quarto. In quel periodo di bambino ricordo che d’inverno, la sera, dopo cena, scendevo da mia nonna Vita, mi mettevo accanto a lei che stava seduta vicino alla bracera (la brace in rame siciliana, piena di carbone ardente preso dal forno a legna) e le chiedevo: cuntami un cuntu nonna! Oppure aspettavo che mi venisse l’influenza o la febbre perché sapevo che mia nonna, appena avesse saputo che stavo a letto ammalato, avrebbe salito le scale, sarebbe venuta a farmi compagnia e avrebbe iniziato a raccontarmi i suoi cunti inventati al momento di sana pianta. Le sue storie erano incredibili, semplicemente fantastiche; ne rimanevo incantato e quando terminava di raccontare io continuavo nella mia testa la sua narrazione che diventava la mia. Quella era magia pura! Lì è nata la mia passione per le storie ascoltate, poi per quelle lette e infine per quelle scritte da me.

Quindi, in realtà, ho sempre scritto, sin dalle elementari, poi alle medie. Da bambino scrivevo quello che mi passava per la mente: piccole storie, poesie sgangherate di ragazzino, fumetti orrendi che disegnavo e creavo da solo, perché ero e sono tutt’ora un grande appassionato di questo genere. Insomma, cose di fanciulli curiosi e appassionati di questo genere, come tanti! Poi da adolescente e infine da adulto, i miei racconti e le mie novelle sono diventati uno strumento col quale ho cercato di fissare la memoria, per un mio bisogno. I personaggi sono personaggi reali, qualche volta hanno la struttura propria della “condensazione onirica”, come si direbbe in psicoanalisi, ovvero, parti di alcuni personaggi che si uniscono a quelle di altri facendone un unico personaggio della narrazione. Il mio modo di scrivere è il linguaggio del quotidiano, è la parlata di strada dei siciliani, delle nostre case, delle piazze, dei bar, dei clienti di un salone da barba, per esempio, che aspettano il loro turno e parlano delle loro cose. La struttura della frase che utilizzo è quella della lingua siciliana all’interno della quale inseriscono parole in italiano e qualche volta in siciliano. Questo modo di scrivere, assolutamente fuori dagli schemi ortodossi della lingua italiana, ha una spontaneità culturale che mi appartiene, che, ripeto, non è pianificata ingegneristicamente. È la spontaneità che vivo quotidianamente nella mia città, Palermo, nel mio paese di origine, Montelepre, nella mia regione, la Sicilia, quando parlo con i miei amici, con i miei familiari, con i miei compaesani, con i miei colleghi di lavoro, e con tutti coloro che nella vita di tutti i giorni utilizzano il siciliano insieme all’italiano.

La tua professione di criminologo e psicologo ha contribuito nella tua passione per la scrittura?

Non so se si può porre in questi termini. So che ho letto migliaia di libri, per gli studi che ho fatto, dalle scuole elementari al diploma i laurea, e poi i master e le specializzazioni post universitarie. L’amore per la lettura e per i grandi scrittori ce l’ho sempre avuto. Quindi penso che leggere tantissimo, ma soprattutto leggere i grandi scrittori dell’Ottocento e del Novecento, debba essere un must, la base per capire come si scrive bene e quale tipo di scrittura sa creare pathos nel lettore. Io, per esempio, da adolescente liceale ho iniziato a leggere Luigi Pirandello, del quale ho letto praticamente tutto e ho preparato, per gli esami di maturità, una sorta di tesina sulla poetica di questo grandissimo e rivoluzionario scrittore siciliano. Poi ho iniziato a leggere Dostoevskij, il più grande indagatore del profondo dell’animo umano e degli abissi più terribile che si nascondono dentro ogni essere umano. All’università ho dovuto studiare Sigmund Freud che mi ha letteralmente catturato, dopo la prima fase di necessaria incomprensione dei suoi modelli interpretativi e delle sue teorie psicodinamiche. Freud non è un romanziere, non è un novellista, e secondo me, alla luce dei miei studi, non è un autore che si può leggere come si legge un romanzo o un saggio qualsiasi. Non è un autore per tutti. Il passaggio da Pirandello e Dostoevskij a Freud, per esempio, è notevole, novellisti e romanzieri i primi due, un teorico-clinico della psiche il secondo. Le letture dei romanzi e dei racconti di Pirandello e Dostoevskij, e lo studio approfondito della psicoanalisi freudiana che ho fatto con l’aiuto del mio preparatissimo professore di psicologia clinica di allora, lo psicoanalista prof. Lucio Sarno, mi hanno fornito gli strumenti clinici e interpretativi per comprendere e leggere meglio l’animo umano, l’intimità delle persone, capire cosa succede dentro quando c’è un agito di un certo tipo, un comportamento apparentemente incomprensibile ai più, cose di questo tipo insomma. Pirandello, Dostoevskij e Freud hanno in comune soltanto l’oggetto dei loro scritti, il profondo dell’animo umano, l’inconscio se vogliamo dirla in psicoanalisi, con tutto quello che genera nella vita relazionale, sociale e quotidiana. Ma mentre i primi due lo descrivono nei loro romanzi, il secondo cerca di comprenderne la struttura e le dinamiche per poi intervenire clinicamente per modificare lo stato psichico delle persone in cura perché stiano meglio, perché guariscono dai loro traumi, perché risolvano i loro conflitti interiori. Sono due approcci di studio e di osservazione completamente diversi, ma certamente complementari. Fatta questa lunga premessa, non credo che queste letture e questi miei studi abbiano a che fare con il mio modo di scrivere. Almeno questo è quello che io penso.

Le “Novelle brevi di Sicilia” sono in caso letterario in tutti i sensi. Ti aspettavi tanto successo?

No! Risposta secca e precisa!

Questa piccola raccolta di racconti è diventata un vero e proprio caso letterario come lo ha definito Rai Radio Uno quando nel maggio scorso mi ha intervistato proprio perché hanno colto il successo di questo libricino. Quando mi hanno chiamato per chiedermi l’intervista, non ci ho ceduto subito! Come al solito in questi casi uno pensa allo scherzo di qualche amico o conoscente. Poi ho capito che era vero. Il mio nome era stato segnalato, la Rai aveva fatto le sue verifiche e poi mi hanno chiamato al telefono per fissare l’appuntamento in studio a Palermo, nella sede Rai, per l’intervista che i tuoi lettori, se vorranno, potranno ascoltare dal link ufficial di Rai Play. 

E poi, a maggio scorso, il riconoscimento nazionale per “L’alto merito alla letteratura italiana” del quale mi ha onorato l’Accademia Italiana di Arte e Letteratura presieduta dalla Dottoressa Francesca Romana Fragale, attribuzione di merito condiviso da tutto il Consiglio dell’Accademia, che hanno preso questa determinazione con una motivazione davvero lusinghiera e sorprendente che riporto per i tuoi lettori: «Le Novelle Brevi di Sicilia di Andrea Giostra sono un fulgido emblema di quanto l’Accademia intenda valorizzare: il Dott. Andrea Giostra è un eccellente e geniale scrittore che coniuga nel medesimo spartito le note del cuore, quelle dell’analisi psicologica degli indelebili personaggi che delinea in modo mirabile e delle sue curate ambientazioni. Ineccepibile la tecnica di composizione, talvolta sapientemente travalicata da estrose licenze poetiche. Il retrogusto amaro e una sottile sagace ironia satirica rendono le Novelle Brevi di Sicilia un importante spaccato dell’animo umano, del bello e del brutto universalmente intesi. La Sicilia viene narrata con trasporto e come una cartina di Tornasole delle contraddizioni del nostro amato Paese.».

Questo per ribadire ancora il mio no, non potevo mai aspettarmi questo successo nazionale così incredibile!

In una parte delle tue novelle scrivi testuali parole: “Una parte teme il fallimento, un’altra vuole il successo. Ci sono sempre state queste due componenti dentro di me che hanno lottato tra loro ferocemente. Spesso vince l’una, qualche volta vince l’altra.” Facendo un'analisi di te stesso, quale delle due prevale in Andrea?

Ti rispondo con quello che ho scritto in questa brevissima Novella perché i tuoi lettori la leggano insieme a noi (possono ascoltarla anche dalle interpretazioni degli attori che l’hanno recitata i cui link troveranno alla fine di questa intervista) e, al contempo, leggano la mia risposta alla tua domanda:

Innamorato

È come se commettere delle gaffe mi mettesse in una situazione di sudditanza, di difetto, di colpa, di errore da riparare, insomma… una situazione nella quale, per l’errore commesso, non si può più meritare quello che si vorrebbe ardentemente.

Quello per cui si anela voracemente.

È come se dicessi a me stesso: «Vedi? Hai commesso una bella minchiata! Adesso come farai? È impossibile che tu ottenga quello che vuoi, quello che vorresti, quindi rinunciaci. Mettiti il cuore in pace. Non sei cosa.»

È questo quello che forse una parte di me vuole dire all'altra parte di sé.

Una parte che teme il fallimento all'altra parte che vuole il successo.

Ci sono sempre state queste due componenti dentro di me che hanno lottato tra loro ferocemente.

Spesso vince una, qualche volta vince l’altra.

Ma sempre in competizione.

E dipende dall'umore, dai successi ottenuti, dalle soddisfazioni maturate.

Più sono i fallimenti, più la parte che teme il fallimento domina per la rinuncia.

Più sono i successi, più la parte ambiziosa prende il sopravvento e domina sull'altra.

È un continuo lottare dentro di me, e questa lotta la sento sempre.

Ogni momento.

Ecco, con lei mi succede questo.

Mi succede che la parte che vuole il successo non riesce a dominare e l’altra parte fa a questa degli sgambetti imprevedibili che la portano al ridicolo, alla goffaggine.

E tutto ciò ha delle ripercussioni devastanti.

Ma è così.

Non si può fare nulla se non sperare che il successo prevalga sull'insuccesso e la parte migliore di me prenda il sopravvento.

Ecco!

È questo quello che penso mio caro amico.

Progetti per il futuro?

Cercherò di promuovere e far conoscer il più possibile, insieme ai 20 colleghi, amici e co-autori di questo lavoro, il Saggio sul “Femminicidio e Narcisismo Patologico…”, perché questo manuale possano leggerlo più Donne possibili. Alla fine di questa intervista ti posto i link perché i tuoi lettori possano leggerlo in digitale o scaricarlo in pdf gratuitamente. Spero che questo lavoro serva ad aiutare qualcuna di queste donne che vivono queste relazioni pericolose, che serva loro per riconoscere il loro partner per quello che realmente è nella sua vera natura e ad andarsene a gambe levate prima che non vengano schiavizzate o mortificate nelle loro passioni, nel loro entusiasmo e nella gioia di vivere. È davvero terribile per queste Donne lasciarsi catturare come degli agnellini da questi individui senza scrupoli e assolutamente privi di empatia. Quindi auguro a queste donne di avere la forza di amare se stesse più che questi indegni individui.

Poi ho due libri inediti terminati da tempo, un romanzo e una raccolta i racconti, anche questi ambientati in Sicilia e con personaggi siciliani, pronti per essere pubblicati. Spero di farlo, con una Casa Editrice che ho in mente, ma che non posso dire per scaramanzia, entro la fine del 2024. Non anticipo nulla sulle storie, ma vedremo cosa andrà!

Grazie Angela per la tua intervista e per il prezioso tempo che mi hai dedicato, e grazie ai tuoi lettori che sono arrivati a leggere fino all’ultima riga di questa intervista. Grazie a tutti voi!

 

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