martedì 16 gennaio 2024

INFIAMMAZIONE

SI PUO' SPEGNERLA CAMBIANDO DIETA ED AFFIDANDOSI ALL'OSTEOPATA

 di Roberto de Filippis (fonte Gazzetta dello Sport)

Meccanismo di difesa messo in atto dall’organismo, l’infiammazione è una risposta volta a proteggere l’organismo stesso. Se però tale risposta non è equilibrata diventa nociva, causando problemi di varia natura. A contrastare un’infiammazione cronica è di grande aiuto l’alimentazione, così come l’osteopatia. Il dottor Sacha Sorrentino, biologo nutrizionista, e il dottor Antonio Giovinazzo, osteopata, forniscono preziosi consigli sul tema.

Dottor Sorrentino, in che modo i cibi influenzano i processi infiammatori dell’organismo?

“Un ruolo importante nella regolazione dell’infiammazione lo ricoprono gli acidi grassi Omega 3 e Omega 6. Se non bilanciato da un adeguato apporto dei primi, un eccesso dei secondi può favorire uno stato infiammatorio prolungato. In particolare, un eccesso di acido arachidonico produce eicosanoidi e attiva le vie infiammatorie, favorendo malattie cardiovascolari, autoimmuni e infiammatorie. Anche un eccesso di zuccheri semplici e carboidrati raffinati può influenzare l’attivazione a cascata delle citochine, sostanze pro-infiammatorie. L’aumento dei livelli di zuccheri nel sangue può essere causato anche da una maggiore resistenza insulinica e dall’eccesso di grassi saturi e trans, che hanno l’effetto di far produrre meno insulina al fegato. Infine, le disbiosi intestinali, favorite da diete ricche di zuccheri semplici e cibi processati e povere di fibre, aumenta l’infiammazione dell’organismo e favorisce malattie infiammatorie intestinali, come la sindrome dell’intestino irritabile”.

Quali sono dunque i cibi da limitare per tenere sotto controllo l’infiammazione?

“In quanto ricche di acido arachidonico, andrebbero limitate le carni rosse e non bisognerebbe esagerare nemmeno con latticini e uova. Da evitare è soprattutto la carne rossa processata, mentre andrebbe preferita quella grass fed, cioè proveniente da animali nutriti principalmente con erba e foraggio naturale. Per l’alto contenuto di zuccheri semplici sarebbero poi da limitare notevolmente le bevande zuccherate e i dolci. L’organismo delle persone celiache e di quelle sensibili al glutine può inoltre infiammarsi quando si consumano alimenti che contengono tale proteina. In generale, diete poco sane e che favoriscono la permeabilità intestinale possono innescare risposte infiammatorie, in quanto le pareti di quest’organo diventano più facilmente attraversabili. Infine, anche l’obesità è associata a infiammazione cronica”.

Ci sono invece cibi che aiutano a ridurre l’infiammazione?

“Gli antiossidanti contenuti in frutta, verdura, noci, semi oleosi, olio extravergine d’oliva e spezie aiutano a neutralizzare i radicali liberi, che possono scatenare reazioni infiammatorie. Proprietà antinfiammatorie le hanno anche i pesci ricchi di Omega 3, come il salmone e le sardine, che sono anche fonti di proteine magre, che hanno un minor effetto infiammatorio, come quelle del pollame e dei legumi. Per mantenere stabili i livelli di zuccheri nel sangue sono preziosi i cereali integrali, mentre i cibi ricchi di fibre, così come quelli ricchi di probiotici, quali yogurt e kefir, preservano l’equilibrio del microbiota intestinale. Attenzione a deficit di vitamina D e zinco, che influiscono negativamente sul sistema immunitario e sulla produzione di citochine”.

Dottor Giovinazzo, oltre che alla dieta l’infiammazione è collegata anche al movimento?

“C’è una stretta connessione perché durante il movimento si favorisce il richiamo di sangue ai muscoli e alle articolazioni. Il calore generato permette ai tessuti maggior allungamento ed elasticità, contribuendo alla riduzione e alla prevenzione di infiammazioni. Al contrario, una vita sedentaria riduce l’elasticità dei muscoli e diminuisce la mobilità delle articolazioni, predisponendo a contratture e infiammazioni. Allo stesso tempo, movimenti eccessivi con carichi elevati, scorretti o eseguiti senza un adeguato riscaldamento possono causare infiammazioni. Per prevenirle è cruciale svolgere regolarmente attività fisica. Un riscaldamento adeguato prima dell'allenamento ed esercizi di stretching dopo contribuiscono a evitare infiammazioni a tendini, muscoli e legamenti. Contrariamente alla credenza comune, non è sempre necessario riposare quando si avverte dolore; talvolta, eseguire movimenti leggeri o esercizi senza carico può favorire il recupero, garantendo un maggior apporto di sangue e calore ai tessuti e accelerandone il processo di guarigione”.

Ci sono degli sport che più di altri favoriscono l’infiammazione?

“Se praticato correttamente, nessuno sport favorisce l'infiammazione. Al contrario, la sedentarietà favorisce una maggiore tensione muscolare, una minore escursione di movimento articolare e, dunque, l'infiammazione. Sport come yoga o pilates sono consigliati (da svolgere parallelamente ad altri sport ad alto impatto o singolarmente) per prevenire o diminuire gli stati infiammatori per la loro capacità di allungare la muscolatura e migliorare il movimento delle articolazioni senza l'uso di pesi o carichi, ma con movimenti lenti e controllati. Attività in acqua, come nuoto, acquagym e hydrobike, permettono di tenersi in forma senza rischi di infortuni. Infatti, in questi sport si riduce il carico su muscoli, tendini e articolazioni, facilitando il riscaldamento dei tessuti, l'allungamento muscolare e la riduzione dell'infiammazione”.

In che modo con l’osteopatia si può attenuare l’infiammazione?

“In base alla valutazione del paziente e analizzando la dinamica che ha portato allo sviluppo dell'infiammazione, l'osteopata ripristina una corretta mobilità articolare e una tensione muscolare adeguata. In caso di trauma, si esamina l'area colpita. In assenza di trauma, il paziente presenta sovraccarico in una zona del corpo, dunque si analizzano eventuali disfunzioni che possono influenzare la tensione di altre strutture, causando infiammazione. Questa alterazione tissutale può propagarsi a una struttura più distante, causando rigidità e limitando il movimento. Per esempio, un'alterazione biomeccanica alla caviglia può provocare infiammazione al ginocchio. Attraverso tecniche specifiche e pressioni mirate, l'osteopata favorisce il flusso sanguigno verso l'area infiammata, generando calore, che facilita il rilascio dei tessuti molli e migliora la mobilità articolare. Inoltre, agisce sul drenaggio delle sostanze infiammatorie, in caso di infiammazione sia traumatica sia da sovraccarico, lavorando sui tessuti fasciali connettivali che offrono passaggio al flusso vascolare linfatico e venoso”.

 

Post in evidenza

SI FA PER RIDERE…

… MA NON TROPPO 🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣😧😧😧😧😧😧😧😧😧😧😧✅✅✅✅✅✅✅✅✅✅✅💯💯💯💯💯💯💯💯💯💯💯😅😅😅😅😅😅😅😅😅😅😉😉😉😉😉😉😉😉✔️✔️✔️✔️