di Eugenio Spagnuolo (fonte Gazzetta dello Sport)
La ricerca degli ultimi anni ha mostrato che l'alimentazione gioca un ruolo nel determinare – e addirittura aumentare – la durata della vita. Ne è un esempio il successo della dieta delle zone blu, le regioni del mondo in cui le persone tendono a vivere fino all'età di 100 anni. Ma non solo: diversi esperti di longevità come lo scienziato di Harvard David Sinclair hanno studiato gli effetti della dieta sulla longevità, scoprendo che alcuni cibi hanno il (super) potere di aumentare anche la qualità della vita. Quelli più gettonati sono 7 e la buona notizia è che sono tutti facilmente reperibili. Riservargli un posto d'onore a tavola è il primo passo per coltivare la longevità.
CIBI PER LA LONGEVITÀ: COMINCIAMO DAI LEGUMI— Lo studioso Dan Buettner e il suo team hanno scoperto che i legumi sono un elemento chiave nella maggior parte delle diete associate alla longevità. Come riportato in un articolo pubblicato sull'American Journal of Lifestyle Medicine, nella Zona Blu dell'isola di Ikaria, nel Mar Egeo, la popolazione locale segue una dieta a base di legumi, cereali integrali, patate, olio d'oliva, frutta e verdura. E i ricercatori hanno osservato che gli abitanti di Ikaria vivono in media 8 anni in più rispetto agli americani. Questo regime alimentare ricco di legumi è simile alla dieta mediterranea che, secondo uno studio del 2016, è associata ad un aumento dell'aspettativa di vita di oltre quattro anni in alcune regioni d'Italia.
CIPOLLE— Le cipolle rosse sono ricche di quercetina, un composto che riduce efficacemente le cellule senescenti, anche dette cellule zombie. Queste cellule infatti non svolgono più una funzione utile nell'organismo ma non vengono eliminate dal sistema immunitario. E fanno danni; invece di rimanere inerti, rilasciano sostanze infiammatorie che, come evidenziato da ricercatori dell'Università della California, sono state associate a diverse condizioni legate all'invecchiamento, tra cui morbo di Alzheimer, artrite e cancro.
CAPPERI— I capperi, ovvero i boccioli non ancora sbocciati della pianta del cappero, rappresentano una delle fonti naturali più ricche di quercetina: 100 grammi ne contengono oltre 230 mg. E anche se nella versione sott'aceto, i capperi forniscono poco più di 172 mg di quercetina per 100 grammi, ma in ogni caso si confermano un'ottima fonte di questo composto dalle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.
FRUTTA SECCA— La frutta secca è ampiamente consumata nelle Zone Blu. A Ikaria e in Sardegna si mangiano le mandorle, a Nicoya i pistacchi e la comunità avventista di Loma Linda apprezza tutti i tipi di frutta secca. Che si tratti di una buona abitudine alimentare in termini di longevità, lo conferma un importante studio pubblicato alcuni anni fa sul New England Journal of Medicine, che ha seguito 120.000 persone per un periodo di 30 anni scoprendo che chi mangiava abitualmente frutta secca aveva il 20% in meno di probabilità di morire durante il lungo periodo di studio.
CURCUMA — La curcuma contiene curcumina che, in numerosi studi, si è dimostrata capace di ridurre l'infiammazione cronica, associata all'età e a gravi malattie, tra cui il cancro, il morbo di Alzheimer e l'artrite.
CAFFÈ — Una buona notizia per chi lo apprezza: secondo uno studio pubblicato lo scorso anno sull’European Journal of Preventive Cardiology, bere due o tre tazze di caffè al giorno sembra essere collegato alla longevità. I ricercatori hanno analizzato i dati provenienti dall’osservazione di 450.000 persone per un periodo di 12,5 anni. E hanno scoperto che i bevitori di caffè avevano meno probabilità di morire prematuramente rispetto ai non bevitori di caffè. Inoltre, coloro che bevevano due o tre tazze di caffè di qualsiasi tipo avevano meno probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari.
MELOGRANO— Una recente ricerca del 2022 ha dimostrato che la somministrazione quotidiana per 4 mesi di 1000 mg di urolitina A, un composto presente naturalmente nei melograni, ha comportato un significativo potenziamento della forza muscolare negli anziani. L'urolitina A sembra, infatti, in grado di ottimizzare il funzionamento dei mitocondri, organelli cellulari essenziali per fornire energia, ma soggetti a danneggiamento con l'avanzare dell'età. I promettenti risultati di questi studi indicano nei melograni una possibile fonte naturale per contrastare alcuni effetti dell'invecchiamento a livello cellulare.