mercoledì 25 ottobre 2023

MOMENTI DI GLORIA

L’UOMO IGIENIZZATO

a cura di Gloria Micacchi

 Durante la “passata” (almeno per chi ha capito) emergenza, di azioni prive di senso se ne sono fatte in gran quantità. Che siano state il risultato di libere scelte o di costrizioni poco importa, soprattutto dal punto di vista del risultato… 

Ci ritroviamo a vivere una realtà inquinata e chiaramente non mi riferisco in alcun modo alla tanto decantata “nuova parodia” climatica.

C'è quest’alone di oscurità che fluttua tra di noi. È nei nostri sguardi, nei nostri gesti, nel non riconoscersi più nell'altro e nel sentirsi sempre pronti a giudicare e mai all'essere giudicati. Eppure il discernimento è necessario per distinguere il bene dal male, ciò che è giusto da ciò che è sbagliato e se si è, quel che si è, responsabilmente e con presenza, il giudizio altrui dovrebbe trovar sempre un ragionevole accoglimento. Ci siamo divisi, allontanati, offesi, aggrediti e continuiamo a farlo, forse in modo meno evidente, muovendoci su piani e contesti differenti da quello che ci era stato scrupolosamente costruito intorno, ma ahinoi, tocca ammettere che ci abbiamo preso l’abitudine e che lo facciamo, quotidianamente. Anche chi, evitando di lasciarsi fagocitare dalle separazioni indotte, è sempre rimasto accogliente durante questi tempi così difficili, oggi sente, salvo tanto rare quanto preziose eccezioni, che quel che arriva dall’altro è artefatto, per buona sostanza mancante di spontaneità, di sincerità e addirittura di “presenza”.

Grano e zizzania stanno crescendo insieme. Ci si dovrebbe chiedere a quale dei due gruppi si appartenga e poi, per coerenza, agire come farebbe il migliore degli elementi costituenti lo stesso. Sicuramente l’Universo saprà come prendersi cura, in modo specifico, di entrambi… L'opera dei mietitori, a mio avviso è già iniziata e se pure sbagliassi, non sarebbe così lontana dal compiersi…

È come se, una volta aver permesso tanto di sbagliato, non si abbia più la forza di riprendere in mano il proprio vivere per ricondurlo sulla strada buona. Parliamoci chiaro, in questi ultimi anni e in modo sempre più evidente nei giorni a seguire, quanto di più becero e stupido si è reso manifesto soprattutto grazie a e per mano di coloro che hanno aderito fideisticamente a una narrazione dei fatti che non avrebbe mai potuto radicarsi così in profondità se solo ci si fosse fermati a riflettere qualche minuto. Porsi domande però, non sembra più appartenere all’uomo moderno, il quale preferisce di gran lunga ripetere a cantilena ciò che qualcun altro indica come vero, senza dover far lo sforzo di accogliere un’informazione, valutarne personalmente il contenuto, elaborare quest’ultimo attraverso il proprio sentire per poi tradurlo in un agire consapevole.  Si è troppo pigri, troppo stanchi, troppo superficiali… Corpi senza una coscienza che guidi, occhiincapaci di vedere, orecchie chiuse all’ascolto… Il cuore che si spegne, prima ancora dell’ormai diffuso e innegabile“malore improvviso”. 

Il fuoco ardente dell'amore che dovrebbe alimentare il cuore èsostituito neanche troppo lentamente dal vento gelido del superfluo apparire. Oramai i profili che circolano sui social si caricano dell’identità riconosciuta come appartenente al reale, mentre a quest’ultimo non restano che simulazioni sempre più vicine al virtuale. La percezione di sé si sta spegnendo. Non è servito giungere a interventi estremi d’ingegneria genetica per permettere una sostituzione dell’uomo con la macchina, il primo sta cedendo volontariamente la propria anima in cambio di un’illusoria eternità, svanendo di fatto, prima che il corpo stesso esaurisca ogni sua funzione. I più giovani sono fagocitati così rapidamente da questo blob, fluido mortale alimentato dagli adulti che li hanno preceduti, che non hanno neanche il tempo di cominciare ad abitare nella casa della Vita. Si ritrovano adimorare nell’oscurità rivolgendosi senza tentennamenti verso la falsa luce dell’odierna fede arimanica

Contra factum non valet argumentum”, “una cosa non può essere e non essere nello stesso tempo e sotto lo stesso aspetto” (Summa Theologia).

E così ci ritroviamo a fine ottobre 2023. Trascorsi anni dalla pubblicazione della dichiarazione dello stato d'emergenza avvenuta nel febbraio 2020, c'è chi ancora  si mette in fila per ricevere il siero salvifico, ignorando le stesse dichiarazioni della casa produttrice e l'esperienza diretta; chi indossa la mascherinaignorando qualsiasi prova accertata dei rischi conseguenti al suo utilizzo; chi fa i tamponiignorando di questi soprattutto la loro funzione principale, ovvero il mantenere uno stato di allerta e paura.

E poi c’è il GEL IGIENIZZANTE…

È possibile rintracciare, già dal 2017, articoli che fanno riferimento a studi nei quali si rilevano rischi importanti legati all’uso di tali disinfettanti per le mani.

Infra riporto dei link per visionarne qualcuno:

pubblicato sull‘Occupational and Environmental Medicine”, collega l’esposizione ai biocidi e quindi l’uso d’igienizzanti per mani al rischio di sviluppare cancro alla tiroide

• http://comitatomcs.eu/wp-content/uploads/2020/09/ricerca-gel-disinfettanti.pdf;Il Comitato Veneto Sensibilità Chimica, il Comitato Oltre la MCS, l’A.N.A.S.I.N.T.A, il Comitato Fibromialgici Uniti-Italia, l’AMICA, l’Associazione “MCS Illness” e l’Associazione Watchingreen hanno realizzato nel 2020questo studio sulle sostanze contenute nei disinfettati per le mani eseguendo una vasta ricerca nei vari siti dell’UE, allo scopo di «capire la nocività o meno dei componenti dei gel stessi. Abbiamo controllato diverse marche usate sia nella GDO (Grande Distribuzione Organizzata), che nei negozi ed enti in genere. Abbiamo riscontrato che riportano come avvertenza: attenzione, pericolo, effetti tossici e cronici». Hanno poi inviato una lettera al ministro della Salute, al ministro dell’Ambiente e agli Assessori regionali alla sanità per avvisarli delle loro scoperte.

Secondo voi, com’è andata a finire? 

• Per approfondimenti: 

V’invito poi a leggere l’articolo https://www.bambinonaturale.it/2020/10/rischi-del-gel-igienizzante/, pubblicato in data 14 ottobre 2020 a firma del dott. Marco Pacori, psicologo e psicoterapeuta, il quale indaga anche le possibili conseguenze che questa abitudine può comportare sul piano psichico in particolar modo dei bambini: “Le indagini della psicologia clinica hanno appurato che educare un bambino a temere la contaminazione e lo sporco può essere una delle cause di un disturbo emotivo noto come germofobia: una patologia ossessivo-compulsiva che porta chi ne soffre a lavarsi continuamente le mani, a evitare il contatto con persone o cose che ritiene infettive e a rifugiarsi nell’isolamento.

Ebbene, come siamo messi ora

I gel disinfettanti continuano a mantenere la loro presenza in modo massiccio non solo in luoghi pubblici come centri commerciali o addirittura luoghi sacri, ma peggio nelle scuole, ove, oramai i bambini/ragazzi ben “formati” (N.B.: non “educati”) ne fanno un uso esagerato, senza controllo e soprattutto mettendo in atto comportamenti che ne accentuano i rischi dell’utilizzo come ad esempio considerarlo un disinfettante da applicare su ferite aperte, o introdurloinvolontariamente in bocca o negli occhi… 

Lo stato di salute psico-fisico-emotivo generale dei più giovani è stato gravemente danneggiato da un procedere umano che vede gli adulti, genitori e non, sempre più propensi a cedere le proprie responsabilità e con un’incredibile caparbietà a ignorare quanto più li richiamerebbe al proprio dovere. Hanno così ceduto la propria libertà e preparato il terreno per la grande schiavitù. 

Chi ha compreso e chi non è in grado di farlocon molta probabilità, lasceranno qualcosa di utile per l’evoluzione dell’Universo, ma di chi si riveste d’ignavia, non resterà nulla e sinceramente farei non poca fatica a credere sia possibile il contrario.

L’invito è a “esserci”, a stare sul pezzo, ad agire con responsabilità e coraggio, con amore, ma non con stupido permissivismo, accettando l’intollerabile. Date un valore al vostro respiro ed un senso all’aderenza dei vostri piedi al suolo.

«Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca» (Ap 3,16)

 

 


 

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