a cura di Francesco Palma (fonte Gazzetta dello sport)
Il segreto per vivere fino a 100 anni? Domanda da un milione di dollari. Uno studio pubblicato su GeroScience dai ricercatori dell’unità di Epidemiologia dell’Università di Stoccolma ha però identificato alcuni valori del sangue che potrebbero indicare una maggiore longevità. Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che i profili metabolici dei centenari erano già stabiliti decenni prima del loro centesimo anno: insomma, dei predestinati. Del resto, l’aspettativa di vita si sta alzando costantemente: nel 2015 erano in vita quasi mezzo milione di centenari e si prevede che entro il 2050 3,7 milioni di persone avranno più di 100 anni.
LONGEVITÀ E VALORI DEL SANGUE— I ricercatori hanno identificato alcuni biomarcatori nel sangue che possono indicare una maggiore longevità: colesterolo totale, glucosio, aspartato aminotransferasi (Asat), gamma-glutamil transferasi (GGT), fosfatasi alcalina (Alp) e lattato deidrogenasi (LD), questi ultimi correlati alla salute del fegato. Importanti anche i livelli di ferro. È stata inoltre identificata tra i biomarcatori la creatinina, un indicatore dello stato di salute dei reni.
GLUCOSIO, CREATININA E ACIDO URICO— In particolare, gli studiosi si sono concentrati su 3 biomarcatori, scoprendo che i centenari avevano livelli più bassi di glucosio, creatinina e acido urico rispetto ad altre persone: “La creatinina più bassa nella fascia d’età dello studio (80-100 anni, ndr) è compatibile con una funzionalità renale più elevata. Questo vale anche per il glucosio in relazione allo stile di vita” ha spiegato a MNT la dottoressa Mireille Serlie, docente di endocrinologia di Yale. Per quanto riguarda i livelli di acido urico, invece, bisogna fare attenzione: se livelli leggermente inferiori a una certa età possono rappresentare un segnale di longevità, un livello troppo basso può invece portare gravi problemi, anche neurologici.
