(fonte Gazzetta dello Sport)
Altro che dimissioni. Con un gesto sorprendente Luis Rubiales si è lanciato all’attacco e ha tentato un ultimo incredibile dribbling: non solo non lascia la presidenza della Federcalcio spagnola ma promette una battaglia senza quartiere contro il “falso femminismo”, parole sue, e annuncia querele contro ministri e politici per ciò che hanno detto di lui.
IL CAMBIO—Questa mattina la Spagna si è svegliata con la notizia, unanime, nessuna ombra di dubbio, che oggi Luis Rubiales avrebbe lasciato la Federcalcio che guida dal 2018. Così aveva deciso ieri, questo aveva comunicato. E invece no. Non sappiamo se Rubiales abbia cambiato idea la notte scorsa o se abbia tirato una polpetta avvelenata ai media spagnoli, però si è presentato nel grande salone della Ciudad Deportiva di Las Rozas, a 20 chilometri da Madrid, per annunciare lotta e non bandiera bianca, battaglia e non ritirata. A Las Rozas c’erano quasi 200 giornalisti, tutti di fronte a vari schermi. All’ultima assemblea della Federcalcio i colleghi presenti si contavano sulle dita di una mano. Rubiales ha preso la parola alle 12.08 e ha terminato il suo battagliero discorso mezz’ora dopo, salutato dalla standing ovation di gran parte della gremita sala. Alle 12.25 il momento clou: “Non mi dimetto” dice Rubiales, e lo ripete altre quattro volte tra gli applausi convinti a scena aperta. È polemica dopo il trionfo della Spagna ai Mondiali femminili nella finale contro l'Inghilterra in finale. Durante la premiazione, il presidente federale, Luis Rubiales, ha rifilato un bacio a stampo sulla bocca a Jennifer Hermoso, la miglior marcatrice nella storia della nazionale spagnola. Rubiales è stato inoltre accusato di aver esagerato nel "toccare" le ragazze sul palco al momento della consegna della coppa. Guarda il video
SPIEGAZIONE— Non era la prima volta che la sala tirava platealmente su il proprio pollice in segno di gradimento. Il primo applauso era arrivato dopo queste parole del presidente: “Seconda questione: il bacio, il ‘pico’, più ‘pico’ che bacio. Ecco la mia spiegazione. Davanti a 80000 persone nello stadio e a milioni di persone in tv, davanti alla mia famiglia e alle mie tre figlie (presenti in sala oggi, ndr), non c’era alcun desiderio in quel bacio, era come baciare le mie figlie, né più né meno. Non c’era bramosia né alcuna posizione di dominio. È evidente, la gente lo sa. Ma la stampa arresa a Tebas (presidente della Liga, ndr) e il falso femminismo di questo Paese hanno dato una lettura diversa di questo episodio. Falsa”. Applausi.
CONSENZIENTE— Rubiales si ferma, si gode il momento, poi riparte. “È stato un gesto reciproco, e consenziente. Il bacio è avvenuto col consenso. Questa giocatrice (Jenny Hermoso, ndr), aveva sbagliato un rigore nella finale. Siamo una famiglia e al Mondiale abbiamo vissuto momenti di grande affetto. Per questo le ho detto di non piangere: ‘Devi essere orgogliosa’ le ho detto”. Altri applausi. Rubiales continua la sua ricostruzione del bacio che lo ha portato ad essere notizia in tutto il mondo: “È lei che mi alza da terra, mi prende per le gambe, o per i fianchi, non ricordo, fatto sta che quasi cadiamo per terra. È stata lei a sollevarmi, e quando mi lascia, coi piedi per terra, mi dice: “Sei un crack”. È li che io le dico: “Un piquito?” (il bacio sulle labbra, ndr). Ed eccolo, il gesto. Una cosa da niente. Dopo il ‘pico’ lei se ne va, ridendo”. Ancora Rubiales: “Da lì iniziano le pressioni, seguite dal silenzio della giocatrice e da un comunicato che non riesco ancora a capire. Nei miei confronti si commette un omicidio sociale, qui on c’è nessuna giustizia. Mi si sta trattando malissimo. Come spagnoli a mio avviso siamo obbligati a fare una riflessione: ‘Dove stiamo andando?’. Mettiamo che io mi compri un biglietto della lotteria con una vicina e vinciamo 200 milioni: magari ci diamo un ‘pico’, o un abbraccio, senza nessuna connotazione sessuale. Abbiamo vinto il Mondiale, la cosa più grande che c’è. E c’è costato tanto”.
CONTRO TEBAS— Poi l’attacco a Tebas: “Da 5 anni mi attaccano continuamente, con ogni mezzo, per terra, mare e aria. Ho ricevuto più di 100 denunce, sempre dalla stessa persona, da lui e dai suoi pupazzi. Quella lanciata contro di me non è una lezione di uguaglianza, e lo dico guardando le mie tre figlie che sono qui: qui da una parte c’è la verità e dall’altra la menzogna. Care figlie, apprendete: questa è una lezione di vita. Io sono femminista, non il falso femminismo che c’è in giro”. Altri applausi. “Il falso femminismo non cerca la verità, la loro non è una vittoria, vogliono solo cercare di uccidere un uomo, non guardano le persone”. E poi il fendente al mondo politico: “Yolanda Diaz, Ione Belarra, Irene Montero, Pablo Echenique (quattro politici spagnoli, ndr) hanno descritto questa azione come aggressione sessuale. Io mi chiedo: cosa pensano le donne realmente aggredite sessualmente? Come si devono sentire? A queste persone che mi hanno accusato di un delitto sessuale e che cercano di uccidermi pubblicamente dico che mi difenderò in tribunale, fino in fondo, fino alla fine”. Altri applausi.
SULLA LIBERTÀ— Poi prosegue, in crescendo: “I pupazzi di sempre, sappiamo chi sono. Le false femministe che distruggono le persone, Tebas e quelli di sempre che hanno spinto a fondo per farmi fuori, la stampa che mi vuole morto e che continuerà a farlo. Ma io difendo la verità, mi interessa la verità è la mia famiglia, la verità è la verità, per questo continuerò a lottare, sono disposto ad essere vilipeso per difendere la libertà e i miei ideali. La Spagna deve migliorare molto in tema di libertà, non sapete quante persone hanno ricevuto pressioni in questa storia da stampa e partiti politici. Si sta condizionando la libertà delle persone. Il bacio è stato libero e consenziente, so che mi sono sbagliato, ma nulla giustifica questa caccia all’uomo, ed è per questo che non mi dimetto”. Qui l’applausometro esplode. E ora la palla, avvelenata, passa al governo spagnolo. Che, ricordiamo, è facente funzioni perché le elezioni del 24 luglio hanno portato a una situazione di assoluto empasse. Il pm Pedro Sánchez era una grande amico di Rubiales, e ha chiesto le sue dimissioni. Il governo può intervenire d’ufficio attraverso il Consejo Superior de Deportes, e tutto lascia pensare che si andrà in quella direzione. Secondo i giornali spagnoli la richiesta di sospensione del CSD al Tad (Tribunal Administrativo del Deporte) è già partita. Ma Rubiales annuncia battaglia, e non sembra solo. Tutto per un bacio. Avvelenato.