sabato 19 agosto 2023

OGGI RIPARTE LA SERIE A

LE 20 DOMANDE AL CAMPIONATO 

di Luigi Garlando (fonte Gazzetta dello sport)

Venti domande, come le squadre al via, per indovinare come sarà il campionato che oggi sgomma. Apre le danze il Napoli a Frosinone (ore 18.30). Il primo ballo spetta ai regnanti, ai campioni d’Italia e a Victor Osimhen, capocannoniere in carica. 

1. Che campionato sarà? 

Quello del ritorno alla normalità, dopo il Mondiale in Qatar che ha spaccato in due il torneo. Ma attenti alla Coppa d’Africa che, tra gennaio e febbraio, si porterà via una cinquantina di giocatori. Sarà un fattore. Esempio: Inter e Juve resteranno integre, Milan e Napoli perderanno colonne: Bennacer, se recupera, Chukwueze, Osimhen, Anguissa. Chi arriva in fondo può saltare sei turni di campionato.

2. Favorite per lo scudetto? 

Napoli, Inter, Milan e Juve. 

3. Un nome solo? 

Sacchi dice che senza coppe la Juve avrà 10 punti in più: di sicuro un gran vantaggio. Ha recuperato Chiesa e Vlahovic. Non dipende più dalle giocate di un risolutore (CR7, Di Maria). Allegri ha investito di più sul gioco, pare. La difesa, la terza meno battuta del campionato scorso, era già una garanzia. I giovani sono cresciuti. È la più affamata dopo due stagioni a digiuno. 

4. Per il Napoli sarà difficile confermarsi? 

L’uno-due consecutivo non riuscì neppure a Diego. La difesa ha perso l’anima (Kim). Garcia porta novità, ha bisogno di tempo. Ma Kvara e Osimhen, le prime stelle, ci sono ancora e il gioiellino Veiga promette di sedurre il Maradona. Può ripetersi. 

5. Le milanesi? 

Accomunate dalla mancanza di una punta d’area, solida, alle spalle di Lautaro e Giroud: serviva. Arnautovic e Okafor non bastano. Lukaku e Dzeko hanno lasciato una voragine di gol ed esperienza. Okafor e Pulisic sono più alternative a Leao che a Giroud. Ne bastava uno. L’altro doveva essere un mestierante d’area (Taremi?) o un giovane 9, come l’argentino Veliz, corteggiato e lasciato al Tottenham al prezzo di Okafor. Servivano anche puntelli superiori in difesa. L’Inter ha perso Skriniar, il Milan ha ballato dietro anche in estate.

6. Diverse le strategie a centrocampo. Come stanno? 

L’Inter ha aggiunto un incursore (Frattesi). Con Samardzic avrebbe completato un reparto unico. Ora ha lacune in rifinitura, ma resta un centrocampo fortissimo. Il Milan, perso Tonali, ha immesso peso (Loftus-Cheek, Musah) e aggressività con Chukwueze che farà il Leao a destra. Pioli ha più scommesse da vincere rispetto a Inzaghi, ma, per qualità di rosa, la seconda stella è alla portata di entrambi. 

7. E la Lazio seconda lo scorso anno? 

Sulla carta la partenza di Milinkovic-Savic l’ha rimpicciolita: spariti gol e assist. Ma occhio: il gioco di Sarri compensa e tutti si sentiranno più responsabilizzati, non potendo più delegare il Sergente. Un centrale dinamico come Rovella e un vice-Immobile come Castellanos prima non c’erano. Kamada e Isaksen possono aiutare Ciro. Vediamo se si è rimpicciolita davvero. 

8. Altre candidate all’Eurozona? 

L’Atalanta ha un pacchetto offensivo invidiato a Milano. Gasp potrà divertirsi. La rigenerazione di De Ketelaere è la sfida più intrigante del torneo. I soldi di Hojlund sono stati reinvestiti. Scamacca è arrivato carico d’orgoglio e può svoltare. Dea da Champions, se tutto gira. La Fiorentina, che forse ha trovato i gol (Beltran, Nzola) mira l’Europa. 

9. La Roma? 

Mourinho resta il bomber migliore, a furor di popolo, anche se difende più che attaccare, ma ne serve uno in campo dal gol facile. Belotti non basta. Aouar porta qualità, ma è tra i precettati per la Coppa d’Africa. Renato Sanches deve prima dimostrare salute, poi può essere la sorpresa. Matic era più di una colonna. Ancora tutto (troppo?) legato a Dybala. Il Toro, che ha confermato la sua struttura giovane e rodata, può puntare le coppe.

10. Il Monza che ci è andato vicino? Ci riproverà? 

Il Monza non deve illudersi che sia tutto bello e semplice come nel girone di ritorno. Carlos Antonio e Rovella si sono portati via tanto. L’eliminazione in Coppa Italia è un segnale. Meglio partire con il coltello tra i denti. Vale anche per Sassuolo, che ha perso Frattesi, ed Empoli, che non ha più i punti di Vicario: essere belli stavolta potrebbe non bastare. La zona tranquillità di mezza classifica sarà più corta. 

11. Neopromosse e inferno salvezza. Chi deve tremare? 

Il Lecce senza attaccanti e il Frosinone che non ha potuto permettersi un mercato di categoria oggi sembrano indietro. Il Genoa di Retegui il più ambizioso: lo candidiamo come sorpresa. 

12. Retegui, appunto. La corsa per il trono dei gol?

Osimhen, il reggente, parte favorito. Poi Lautaro, Vlahovic che, in salute e in una Juve più alta, diventa candidato fortissimo. Leao, in un Milan più offensivo, liberato dalla spinta di Chukwueze, può aumentare i gol. La novità possono essere gli italiani, auguriamocelo. 

13. Nella classifica cannonieri 2022-23 due soli centravanti italiani nei primi 23, Immobile e Ciofani. Cambierà? 

Appunto, ora a dar man forte a Ciro, sono arrivati Scamacca, l’azzurrabile Retegui, è rientrato Lucca (Udinese), possono crescere Kean, Raspadori, Pellegri, Pinamonti, Colombo, Cambiaghi... Il c.t. azzurro ha quasi tutti i suoi attaccanti nel cortile della Serie A. Una novità del torneo. 

14. Giovani da seguire? 

La bella estate delle Under ha portato al Sassuolo Missori, Volpato, Lipani... I ragazzi della Juve cercano conferme, a partire da Miretti e Fagioli. Occhio particolare a Baldanzi, miglior (quasi unico) prospetto di 10. E poi Oristanio (Cagliari), Pafundi (Udinese), Bove (Roma)… Carnesecchi (Atalanta) tenta il volo. Auguriamo campo e fortuna a tutti. 

15. Pochi 10, vero? 

Sì, a Milano, nell’anno della scomparsa di Suarez e degli 80 anni di Rivera, vestono il 10 due attaccanti: Leao e Lautaro. Nella Juve che fu di Platini, Zidane, Baggio e Del Piero, la porta un mediano (Pogba). Lo spot del ruolo resta Dybala (Roma). 

16. Nuovi stranieri? 

Non sono arrivati Palloni d’oro. Ma Veiga (Napoli) può sbocciare bene. Reijnders (Milan) si è già fatto apprezzare. Incuriosisce lo scattista Chukwueze. Chi ha visto i padri, seguirà con affetto i figli: Weah (Juve), Thuram (Inter). Quando un giovane attaccante argentino sbarca a Firenze, solleva sempre attenzione: Beltran, Infantino. Due nuovi portieri: Sommer (Inter), Christensen (Fiorentina). Meritano curiosità: Beukema (Bologna), N’Dicka e Renato Sanches (Roma), Pulisic (Milan), Natan (Napoli), Isaksen (Lazio), Mboula (Verona), Ikwuemesi (Salarnitana). Thauvin (Udinese) c’era già, ma questo che sta incantando sembra un altro giocatore. 

17.Cosa aspettarsi dagli allenatori? 

È tornato Ranieri. Un piacere riavere la sua eleganza, ce n’è bisogno. Buon vento anche a Di Francesco che riparte. La sensazione è che i mister conteranno più del solito nella lotta scudetto. Garcia deve garantire continuità e imporre cose nuove; Pioli e Allegri devono ritoccare lo spartito; Inzaghi deve gestire un’abbondanza che non ha mai avuto. Le scelte di tutti faranno classifica, più di prima. 

18. Che gioco vedremo in questo campionato? 

Sulla carta più bello e coraggioso. Pioli spinge avanti il Milan, Allegri chiede più palleggio alla Juve... Anche le piccole costruiscono dal basso. Poi in realtà la palla se la passano i centrali difensivi e, quando arriva a centrocampo, torna indietro. Un tempo si chiamava melina. Infatti Gasp si è stufato e chiede al portiere di lanciare lungo e alla squadra di combattere sulle seconde palle, 50 metri più su. Vedremo. Il calcio non sta mai fermo. Rotola avanti come il pallone. 

19. Cosa possiamo augurare agli arbitri? 

Che il Var sia un soccorso e non uno strumento di tortura. Che le solite squadre che contestano per strategia, dalla panchina e in campo, la smettano finalmente. Intanto aspettiamo che gli arbitri parlino e spieghino a fine partita, come promettono da una vita. Ma non parlano mai, come il vecchio pappagallo Portobello di Enzo Tortora. 

20. Al campionato, invece, cosa augurare per finire?

Che sia sereno, prima di tutto, grazie al senso di responsabilità di tutti. Già la Nazionale c’è arrivata come il cavallo scosso dell’Oca: senza fantino in sella. Dopo le clausole e gli stracci, auguriamoci che le polemiche non entrino in campo e nessuno strumentalizzi. Auguriamoci che il calcio resti un "giuoco", come diceva Silvio Berlusconi. Inizia il primo campionato senza di lui. Quando Berlusconi, nell’86, consegnò il Milan a Galliani gli disse: "Adriano, ricorda: il calcio afferisce alla sfera dei sentimenti, non a quella del business". E ai suoi allenatori ha sempre ordinato merito e bellezza, oltre il risultato. Auguriamoci un campionato così: di passione, merito e divertimento.

 

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