di Roberto De Filippis (fonte Gazzetta dello sport)
L’acqua è un elemento molto prezioso per l’organismo. Non solo perché ne costituisce più della metà, ma anche perché per funzionare bene il fisico ha bisogno di essere idratato a sufficienza. Attraverso l’idrocolonterapia l’acqua rappresenta anche un mezzo fondamentale per ripulire il colon. Di questo particolare lavaggio ne beneficia non soltanto l’apparato digerente, ma anche altre parti del corpo.
IDROCOLONTERAPIA: DURATA DEL TRATTAMENTO— Con il termine idrocolonterapia si definisce una procedura medica di lavaggio del colon che contribuisce a correggere i disturbi funzionali e lo stato irritativo e infiammatorio intestinale. L’esame, attraverso un’apposita apparecchiatura a circuito chiuso, prevede l’utilizzo di un dispositivo dotato di una cannula a due vie che, con la persona distesa sul fianco sinistro, è inserita nell’ano per circa 5 centimetri. Attraverso una delle due vie è lasciata fluire dell’acqua a una pressione controllata e a una temperatura stabile, mentre tramite l’altra via è aspirato il materiale di scarto presente nell’intestino. “A eseguire questa procedura deve essere personale specializzato (medico o infermiere)” sottolinea il professor Felice Cosentino, gastroenterologo e specialista in Chirurgia dell’Apparato Digerente ed Endoscopia Digestiva della Casa di Cura La Madonnina di Milano. Il trattamento, che è accompagnato da un delicato massaggio esterno addominale, ha una durata che oscilla dai 30 fino ai 40 minuti. È del tutto indolore e inodore e comporta un vero “idromassaggio depurativo” e una “ginnastica viscerale” che offre al paziente un immediato senso di benessere, intestinale e generale.
IDROCOLONTERAPIA: BENEFICI ANCHE EXTRA-INTESTINALI— Siccome stimola l’intestino a ritrovare la propria regolare attività, l’idrocolonterapia è particolarmente efficace nel contrastare la stipsi. Inoltre, è un trattamento utile in presenza di problemi quali colon irritabile, diarrea cronica, gonfiore addominale, meteorismo, diverticolosi, candidosi, disbiosi intestinale e alitosi. Dell’effetto depurativo e disintossicante della procedura trae giovamento anche chi soffre di patologie extra-digestive, quali disturbi del tratto uro-genitale (prostatiti, cistiti e vaginiti croniche) o di tipo cutaneo (acne, dermatiti, eczemi, eccetera). “Da sola, però, l’idrocolonterapia non è sufficiente per ottenere benefici duraturi in tutte le situazioni elencate. Si tratta infatti di un trattamento di supporto alle cure convenzionali, da inserire in un percorso diagnostico-terapeutico gastroenterologico che preveda vari esami, lo studio della flora batterica intestinale e l’uso di farmaci specifici” precisa il professor Cosentino.
IDROCOLONTERAPIA: UNA PROCEDURA SICURA— Se la persona non presenta condizioni particolari, l’avvicinamento all’idrocolonterapia non richiede una preparazione complessa. Infatti, basta non mangiare nelle 4 ore che precedono l’esame ed evitare cibi grassi nei due giorni antecedenti. La procedura non causa fastidi né dolori ed è ben tollerata; solo in qualche caso può residuare del meteorismo intestinale, che comunque si risolve in poche ore. Per questo trattamento non vi sono particolari controindicazioni. È infatti da posticipare solo in presenza di ragadi anali in fase acuta, di recenti interventi chirurgici a carico del colon e se si è nell’ultima fase della gravidanza. A partire dall’idrocolonterapia si è sviluppato il Colon Wash, un trattamento preliminare alla colonscopia. “Questa procedura di lavaggio del colon rappresenta un’alternativa alla tradizionale (e poco gradita) preparazione alla colonscopia, che prevede l’assunzione di 2-3 litri di una bevanda lassativa. Il Colon Wash prevede una dieta priva di scorie nei 4 giorni precedenti e qualche blando lassativo per ammorbidire le feci. La procedura non ha controindicazioni, è ben tollerata ed è eseguita immediatamente prima della colonscopia. L’introduzione di questo trattamento ha fatto diminuire il numero di persone restie a sottoporsi a un’importante procedura ‘salva vita’ quale la colonscopia” conclude il professor Cosentino.