di Indira Fassioni (fonte Tgcom)
"Resta con la tua birra, la birra è un flusso continuo di sangue, un’amante continua." scriveva Charles Bukowski in una delle sue brevi poesie, e di certo non aveva torto. Ogni anno, il primo venerdì di agosto, si celebra la Giornata Internazionale della Birra, nata nel 2007 a Santa Cruz (California) per rendere omaggio a mastri birrai, addetti ai lavori e appassionati del mondo dell’industria della birra, che si riuniscono, in oltre 80 Paesi, in pub e birrerie di tutto il mondo per celebrare e divulgare la cultura della birra. Un giorno perfetto, che quest’anno cade venerdì 4 agosto, per ringraziarli brindando a loro.
Storia della birra
La birra è una delle bevande più antiche del mondo: la sua nascita risale al 10.000 a.c. in Mesopotamia dove, secondo un’antica leggenda, una donna, dopo aver compiuto la raccolta dei cereali, li dimenticò in un’anfora sotto le intemperie. La pioggia riempì l’anfora e bagnò i semi, creando così, in maniera casuale, la fermentazione. Nacque quindi una sostanza liquida dolciastra che piacque subito all’uomo, e da qui si cominciò a produrla.
Esiste poi un’altra teoria, più tangibile, corredata da alcuni test chimici effettuati su delle antiche brocche in ceramica. Essi confermano che la birra venne prodotta per la prima volta circa 7 mila anni fa su un territorio che corrisponde all’attuale Iran. La più antica traccia che testimonia il consumo di birra arriva da una tavola sumera di 6 mila anni fa, ritraente alcune persone intente a bere da un recipiente. Ancor più esplicativa è una poesia sumera scritta 3900 anni fa in cui vi è un riferimento esplicito alla birra a Ninkasi, divinità protettrice della produzione di birra.
La birra in Italia
Nel nostro Paese, il commercio della birra di importazione da Francia, Germania e Inghilterra si sviluppò in modo consistente nel corso dell’ultimo decennio del Settecento. In particolare, il Piemonte venne influenzato da questa nuova moda di consumo, grazie ai suoi contatti con le culture del centro Europa.
Fu Giacomo Bosio nel 1845 a costruire il primo birrificio d’Italia a Torino: la Birreria del Giardino stabilì la sua prima sede in via della Consolata, nel centro storico della città. Una vera propria fabbrica, ispirata agli impianti tecnologici della Germania, nata lungo il torrente artificiale Canale di Torino, che forniva acqua pura per la birra, ma anche energia a basso costo. Successivamente alla prima brasseria, diventata Bosio & Caratsch, nello stesso borgo industriale torinese nacque la Metzger e nella oggi centralissima via Vittorio Emanuele II fu fondato il birrificio Boringhieri.
Le produzioni dei tre stabilimenti privilegiarono una politica industriale innovativa e produzioni di qualità, tanto da essere premiate con la medaglia d’oro all'Esposizione dell’Industria Italiana, svoltasi a Torino nel 1898.
Birrifici artigianali d’Italia
Di seguito, una selezione di birre di alcuni dei migliori birrifici d’Italia, per celebrare al meglio l’International Beer Day del 4 agosto.
Vetra, Caronno Pertusella (Varese)
Rendere la birra buona accessibile a tutti. È questo l’obiettivo ultimo di Vetra, birrificio nato nel 2016 da un gruppo di amici uniti da diverse esperienze: la genialità del mastro birraio Stefano Simonelli, le skill di Andrea Paci in ambito mixology e gestione locali e il talento in ambito comunicazione di Gabriele Cucinella, Stefano Maggi e Ottavio Nava. Dal nome “Vetra” alla tagline “Birra di strada”, il brand s’ispira alla cultura di strada, o meglio alla “controcultura”, basata sulla convinzione che un buon prodotto possa essere per molti, non per forza per pochi. La “headline” è composta da cinque stili diversi: Pils, Pale, IPA, Saison e Black, adatti sia ad appassionati che a “principianti” della birra craft. Vi sono, inoltre, le birre speciali, che variano in base alla stagionalità, come la “DonZa”, prodotta in collaborazione con Marco Meneghin di Birra Stavio, una smokey rauch arricchita dal sentore di scorze d’arancia, o la “Fleur de Saison”, una Vetra Saison con note floreali di ibisco dal colore rosato. Non mancano le birre in lattina, una collezione di birre one-shot nate dall’incontro con altri birrifici e associate ad uno specifico genere musicale.
Birrificio Milano
Nasce nel 2013 in via Mecenate angolo Zante, in uno degli edifici della ex Area Caproni Taliedo, una volta fabbrica di aeroplani, ispirato dalla rinascita dell’artigianalità e del piacere per il “fatto a mano”. Birrificio Milano produce birra d’alta qualità non filtrata e non pastorizzata utilizzando solo le migliori materie prime selezionate con cura e passione. Curiosità e sperimentazione restano legate alla tradizione e al gusto Made in Italy nella linea di birre che omaggiano con i loro nomi l’edificio in cui sono prodotte, attinenti con il volo. Si chiamano La Veloce, bionda Golden Ale; La Picchiata, American Pale Ale erbacea e profumata; Vola Basso, Indian Pale Ale al profumo di caramello; La Virata, Blanche dai sentori di coriandolo, arancia e fiori di sambuco; La Gran Volta, Porter Cruda Italiana all’aroma di caffè; Otto Cubano, Scotch Ale all’aroma di whisky torbato e tabacco; Amelia, Pils bionda delicata; Madame Mig, bionda e amara American Wheat; Barone Rosso, Fruit Ale ai frutti di bosco dalla schiuma rosa; Mango Mi, New England Ipa dai sentori tropicali. Nel 2022 nasce, inoltre, la prima Tap room in via Stoppani: un ambiente informale e curato in cui degustare fino a 16 birre artigianali differenti insieme ad abbinamenti creativi e gustosi, curati dallo Chef Andrea Marconetti.
Ribelle, Assisi
Ribelle è il locale street food mobile a Km 0 che produce panini con prodotti umbri da strada, divisi in quattro tipologie gourmet: Pork, Fish, Pink e Vegan. Nasce da un’idea della designer Marta Toni, sulle orme di Francesco, il santo di Assisi chiamato “il ribelle”, con una proposta culinaria studiata dallo Chef Lorenzo Cantoni. Eletto Miglior Locale Street Food 2023 da Gambero Rosso, le birre prodotte da Ribelle sono la Bionda, che parte dalla ricetta base di una Lager a 5 gradi alla quale sono stai aggiunti due sentori tipici delle IPA, il primo leggermente amaro e il secondo leggermente fruttato, e l’Ambrata, 7 gradi di gradazione, corposa, dal sapore più amarognolo tipico delle birre scure.
EDIT Brewing, Torino
Nel ristorante Opera Ingegno e Creatività di Torino i piatti sono abbinabili alle birre artigianali del birrificio torinese post-industriale futuristico EDIT Brewing, nato nel 2017. La scelta è del sommelier di Opera Carlo Salino, che ha scelto di inserire in carta le birre di EDIT Brewing per uscire dai canoni dell’alta ristorazione. Le birre sono di alta qualità, non pastorizzate e vengono confezionate in lattina. Cinque sono le etichette di EDIT Brewing che Carlo Salino ha scelto, in grado di accontentare le esigenze di appassionati e intenditori: la Mia, Lager Hell, chiara e dai profumi di crosta di pane, miele d’acacia e fiori bianchi; la Blanche Noise, Italian Blanche, delicatamente speziata e dolce, dalle note agrumate e delicate di malto; la Glitch Slap, Dunkel Bock, ambrata, corposa e piacevolmente dolce; la Ipaconda!, American IPA, dorata, tropicale e moderatamente amara; la Liquifade, Modern IPA, chiara, leggera e dal sapore amaro, d’agrumi e di cereali.
Birrificio Nadir, Sanremo (Imola)
Il nuovo sommelier del ristorante Balzi Rossi di Ventimiglia (IM), una Stella Michelin, si chiama Lorenzo Moraldo, il quale sta portando avanti anche un percorso sulle birre in abbinamento ai piatti del menu. L’idea è quella di puntare esclusivamente su etichette del territorio e birra artigianale: un esempio è il Birrificio Nadir di Sanremo, che dal 2015 lavora con prodotti del territorio, come il fagiolo di Badalucco, e che ha brevettato un particolare metodo, il Dry Hopping, per aggiungere gli aromi del luppolo alla birra artigianale. La Montefollia, una birra saison (chiara amaricata ad alta fermentazione) con foglie di ulivo taggiasco della Valle Argentina del frantoio ROI di Badalucco (IM), viene abbinata alla Sardenaira, una tradizionale pizza della Riviera rivisitata dallo Chef Enrico Marmo. Allo stesso piatto, viene abbinata anche la F.B.I. Beer, una birra ai fagioli bianchi di Pigna Slow Food, il cui acronimo significa Fagiolo e Birra Insieme. La birra è fresca, delicata e frizzante. con una nota amara data dal fagiolo, e una nota aromatica data dal luppolo Chinook. Il risultato è una Special Blonde Ale, con sentori di cereali e vegetali.
Birrificio Gladium, Zagarise (Catanzaro)
Gladium è un piccolo birrificio artigianale calabrese a conduzione familiare nato nel 2012 a Zagarise, un piccolo centro agricolo della Presila Catanzarese, produttori della vera birra artigianale calabrese. L’orgoglio per la terra natia, il metodo artigianale, la valorizzazione delle migliori materie prime e l’utilizzo dell’acqua proveniente direttamente dal Parco Nazionale della Sila, che possiede particolari caratteristiche come contenuto in minerali e purezza (il che la rende molto adatta alla produzione di birra di qualità) sono i segni distintivi di questo birrificio, i cui valori sono famiglia, qualità e ricerca continua. Le birre Gladium sono non filtrate, rifermentate in bottiglia e non pastorizzate, prodotte dal mastro birraio e titolare Anselmo Verrino, a cui si aggiunge nel 2015 la moglie e socia Lucia Franco. Eletta Miglior Birra d’Italia al Premio Cerevisia 2017, la linea di birre si articola in Hera, bionda Golden Ale; Whitelady, bianca Hefeweizen dolce e profumata; Darkana, scura Robust Porter con sentori di caffè e cioccolato; 1059, una Belgian Ale ambrata, aromatica e corposa; Happy Venus, una Rye & Rice Apa aromatica decisa e bilanciata; Symphony, una Belgian Dark Strong Ale al profumo di caramello e spezie.
Señorío, Milano
Una delle più celebri tradizioni inerenti la birra è quella spagnola: la “caña” diventa un vero e proprio momento di convivialità e amicizia, da accompagnare rigorosamente con pinchos (fetta di pane farcita) e tapas vivaci e colorate. Dalla Spagna a Milano, è il ristorante Señorío in via Bramante a portare in città la più vera, autentica e alta cultura spagnola. Qui la Giornata Internazionale della Birra si festeggia con una carta di birre San Miguel dedicate che il beer Sommelier saprà raccontare e consigliare in abbinamento ai pinchos, come quello con Jamòn Serrano e peperoni verdi o con Anguilline e uovo di quaglia. Tra le tapas, la Banderilla di piparilla e acciughe, i Calamares a la andaluza con all-i-oli de manzana (Calamari all’andalusa con all-i-oli di mela) o la ricetta catalana dei Huevos Rotos con butifarra de perol, un piatto con patate, uova e salsiccia.