Maledizioni, leggende e credenze più o meno misteriose girano attorno ad alcuni brani musicali. È il caso della cosiddetta canzone maledetta “Gloomy Sunday”, ma non è l’unica. Se pensiamo agli LP da ascoltare al contrario per sentire la voce del diavolo, a testi nascosti e a messaggi segreti, la musica è piena di questi aneddoti che appassionano e, a volte, spaventano.
Perché “Gloomy Sunday” è chiamata la canzone dei suicidi: “Gloomy Sunday”, risalente al 1933, viene considerata una canzone maledetta. Il suo autore è l’ungherese Rezso Seress, ed è stata scritta di getto subito dopo una delusione d’amore. Il musicista, infatti, era stato appena lasciato dalla fidanzata a causa dei suoi scarsi risultati professionali. Parla del dolore per una storia giunta al capolinea e del suicidio come unica soluzione per smettere di soffrire. Niente di strano sinora. Il panorama musicale è pieno di esempi di questo tipo, gli artisti cantano dei sentimenti finiti continuamente e per fortuna molto raramente seguono alla lettera gli insani propositi. Ciò che però rende davvero misteriosa questa canzone e che ti potrebbe spingere ad ascoltarla con “orecchie diverse” è una serie di morti sospette che sarebbero a essa collegate. Gli inglesi sembrano aver preso sul serio determinate leggende, tanto da definirla “hungarian suicide song”. Un calzolaio trovato morto in casa, accanto a una lettera d’addio che cita “Gloomy Sunday” e numerosi suicidi dal Danubio sono solo alcuni esempi. Ma la presunta testimonianza più drammatica riguarda proprio la ragazza protagonista dei versi. Si dice che il cantante l’abbia cercata dopo aver raggiunto il successo per farle notare cosa avesse perso e per riconquistarla. Tuttavia anche lei è stata trovata morta e accanto a un biglietto con trascritto il titolo della canzone. E, ancora, un ragazzo a Berlino si è tolto la vita con un colpo di pistola dopo avere ascoltato la canzone dei suicidi a un concerto dal vivo. Nella sua stanza è stata trovata una copia di “Gloomy Sunday”. Episodi tragici, controversi e che sembrano legati inesorabilmente al destino funesto di questo brano musicale.
La vita tragica di Billie Holiday dopo “Gloomy Sunday”
Nonostante tutto, il successo della canzone maledetta non si è mai fermato. Cantanti del calibro di Ray Charles, Bjork e Billie Holiday la mettono in repertorio. Il testo viene cambiato leggermente e viene omessa la strofa che menziona il suicidio. La maledizione sembra essere un lontano ricordo fino a quando non si viene a sapere della morte di Seress, il suo autore, che si è buttato dal balcone della sua casa di Budapest. Il dubbio sul fatto che potesse entrarci la canzone maledetto è sorto, e gli appassionati si sono divisi fra scettici e meno scettici. Anche la vita di Billie Holiday non si può certo definire fortunata. Violenza, prostituzione, alcol e droga sono sempre state presenti e hanno rovinato non solo la carriera ma l’intera esistenza della talentuosa cantante. Alcuni credono che sia vittima di una vera e propria maledizione, che si è abbattuta su di lei dopo aver registrato proprio “Gloomy Sunday”.
La canzone maledetta: storia vera o leggenda metropolitana?
I testi dei brani musicali hanno certamente un potere persuasivo, riescono a evocare emozioni e sentimenti che non tutti riescono a mettere nero su bianco (basti pensare a Shakira, alla sua canzone contro Piqué e ai suoi significati nascosti). Danno voce a tutti coloro che si identificano nelle storie che raccontano. La magia però si ferma qui. Per quanto tristi, non esistono canzoni maledette e anche le credenze su “Gloomy Sunday” non sono altro che leggende prive di fondamento. Non si tratta certo di ‘armi’ ed è importante non lasciarsi suggestionare. La musica ha un potere straordinario, può essere d’ispirazione e cambiare la vita delle persone, facciamo in modo che ciò avvenga all’insegna della bellezza e della felicità.