martedì 13 giugno 2023

INTERVISTA A....

AGATA CENTASSO

di Pietro Razzini

Il suo cuore è grande quanto la passione che ha per il calcio. Agata Centasso, volto del calcio femminile, vice capitano del Venezia 1985, fuori dal terreno di gioco è un’OSS (operatrice socio sanitaria) capace di saltare anche notti di sonno pur di non dover scegliere se mettere al secondo posto i suoi “ragazzi” (all’Anffas) o le sue ragazze (compagne di squadra). Intervistata in occasione della Vip Padel Cup, evento organizzato al Repubblic Sport Village del Lido di Jesolo da Vpe20, Centasso ha raccontato tante curiosità sul suo mondo, tra le luci della ribalta arrivate per un’estetica che non lascia indifferente, e l’amore per il football: “L’interesse per lo sport non è stato ereditato dalla famiglia. In casa mi spingevano verso la musica, la danza, il pianoforte. Ma io avevo voglia di correre. Così, da piccola, mi sono avvicinata al basket. Mi divertivo anche con la palla tra i piedi. Sempre contro i maschi, ovviamente. Ma non è mai stato un problema. Poi, intorno ai 20 anni, ho iniziato a giocare a calcio in maniera convinta”.

Di cosa si occupa nell’extra campo? - “Io lavoro in una comunità-alloggio per disabili intellettivi. Si chiama Anffas. È un lavoro umanamente molto gratificante. Sono contenta di aver trovato questa strada. E poi ho il mio Venezia 1985, di cui sono vicecapitano. Per giocare alcune partite mi è capitato di finire il turno che inizia nella notte di sabato e partire per una trasferta domenicale passando da casa solo per fare una doccia e prendere la sacca”.

Come riesce a gestire lavoro e sport? - “Ingraziandomi il favore dei colleghi (afferma ridendo ndr): prendo i turni un po’ più scomodi, lavoro di domenica, cerco di non dire mai di no quando chiedono un aiuto. So che loro sono sempre pronti a ricambiare nel momento in cui arriva una richiesta da me”.

Si sposterebbe da Venezia per giocare a pallone? - “Sono gli ultimi anni della mia carriera. Sono molto felice di continuare qui. Il Venezia 1985 è una seconda famiglia. In passato sono capitate occasioni, non lo nego. Mi sarei potuta spostare in Sardegna, per esempio. Avevo avuto richieste anche dalla Spagna. Ma sono legata agli affetti familiari e al lavoro. Difficile separarmi dal mio mondo”.

Un piccolo mondo è anche lo spogliatoio. Come si gestisce? - “A differenza di quanto si possa pensare, non è poi così complicato vivere un gruppo femminile. Nel mio caso è tutto spontaneo. Sono diventata vice capitano dopo diversi anni di calcio. Grazie all’esperienza è più semplice riconoscere chi può essere un riferimento e chi no, saper cosa dire e cosa fare in momenti delicati”.

È sempre stato così per lei? - “In tutta sincerità, da giovane non avrei avuto l’indole del capitano. Sono una ragazza emotiva. Preferisco essere guidata piuttosto che guidare. E poi ho un carattere, per così dire, 'fumantino'. Ma con il tempo sto cercando di limare anche questi aspetti della mia personalità”.

Che tipo di leader è? - “Quando si è investiti di un ruolo, ci si sente responsabilizzati. In campo parlo tanto, tento di calmare gli animi: è il mio capitano, Emanuela Conventi, che spesso mi indica, con un semplice gesto delle dita, di spronare le compagne”.

È una sorta di allenatore in campo? - “Il mister vuole che sia io in campo a chiamare il pressing. Sono stata felice quando me l'ha proposto perchè mi dà ulteriore responsabilità. E io non mi tiro indietro. Non avendo una sensibilità eccelsa nei piedi, sopperisco con la forza di volontà: trasmetto il mio amore per il calcio con l’esempio e le parole”.

Addirittura il The Sun le ha dedicato un articolo. - “Quando l’ho scoperto, ho sorriso. È sicuramente una gran fortuna questo ritorno mediatico. Ma la vivo con grande ironia personale. Rimango con i piedi ben piantati a terra. Questi sprazzi di notorietà sono le occasione per condividere dei momenti con papà che prima gongola e poi mi prende in giro”.

Pratica altre attività sportive? - “Io parto dal presupposto che una giornata senza sport ha meno valore. Prediligo quelli di squadra: mi piace il concetto di gruppo e di condivisione. Negli ultimi tempi ho scoperto anche il padel grazie al mio fidanzato, Andrea Migliorino. Mi diverto ma il pallone è un’altra cosa”.

È molto ricercata extra campo. - “Mi fa piacere: la ritengo un’opportunità perché mi permette di far conoscere il mio sport. Ci tengo ad essere un veicolo per ampliare la visibilità del calcio femminile. Ci sono occasioni, che perfettamente si allineano con il mio modo di vivere lo sport, come la Vip Padel Cup organizzato da Vpe20”.

È stata contenta di aver partecipato all’evento? - “Oltre ad avere conosciuto miti come Flavia Pennetta, Francesca Schiavone e Luca Toni, mi sono immersa nei valori della manifestazione: attenzione verso lo sport, megafono per la disabilità, ambiente molto amichevole. È stato tutto perfetto”.

 

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