sabato 17 giugno 2023

IL LIBRO

"QUANDO IL POTERE ERA A SUD". GIUSEPPE CARIDI CON UN BEL LAVORO SU FERRANTE RE DI NAPOLI

di Maria Adele Teti (tratto da Catanzaro Informa)

Giuseppe Caridi presenterà il suo nuovo, approfondito lavoro su “Ferrante Re di Napoli. Quando il potere era a sud”, il giorno 20 giugno alla biblioteca comunale di Catanzaro De Nobili, ore 17,30. Un Incontro organizzato dall’ Istituto Dei Castelli e dall’infaticabile e preziosa attività portata avanti dal suo presidente Domenico Zerbi. Dopo i saluti dell’Assessore alla Cultura di Catanzaro Donatella Monteverde e del Direttore della Biblioteca Michele Marullo, relazioneranno il Dott. Domenico Zerbi e il Prof. Vincenzo Aymo. Profondo studioso del periodo Caridi, – direttore della Rivista Storica Calabrese, prof. Ordinario di storia Moderna all’Università di Messina e all’Università della Calabria – pubblica il volume su Ferrante dopo  numerosi contributi sul periodo, tra cui: “La modernizzazione incompiuta del Mezzogiorno borbonico” (2012), “Alfonso il Magnanimo, il re del Rinascimento che fece di Napoli la capitale del Mediterraneo “(2018), presentato anche a Catanzaro sempre alla biblioteca Comunale, a cura dell’Istituto dei Castelli e “Gli Aragonesi a Napoli” (2021). Quest’ultimo lavoro “Ferrante re di Napoli. Quando il potere era al sud” rappresenta pertanto la risultante di uno studio che investiga ogni componente della vita economica e sociale del Regno, al fine di comprendere i punti di forza e di debolezza che porteranno poi alla decadenza, analizzata in altri importanti contributi. Tra tutti, apprezzabili per la capacità di analizzare personaggi, periodi storici e territori, quello che mi ha maggiormente interessato, anche in rapporto alla storia di Catanzaro, è il volume” La Spada, la Seta, la Croce” che analizza le vicende della famiglia Ruffo nelle due componenti principali: il ramo di Catanzaro e quello di Reggio.

Ho potuto infatti constatare l’efficacia di una narrazione che si articola alla luce del rigore scientifico della ricerca sviluppata tra archivi pubblici e privati, pur mantenendo un linguaggio comprensibile anche ai non addetti ai lavori. D’altra parte, quella capacità di ricerca l’ha acquisita da Gaetano Cingari, suo maestro e mentore, prematuramente scomparso. Un appuntamento da non perdere al fine di approfondire le vicende e la storia di uno dei periodo più importanti del meridione d’Italia, in cui la città di Napoli fu interamente ricostruita in chiave rinascimentale dopo le distruzioni apportate da Alfonso il Magnanimo, padre di Ferrante, che per conquistarla quasi la distrusse, per poi ricostruirla più bella di prima. Un periodo burrascoso funestato dalla lotta per il potere tra Angioini e Aragonesi che dopo infiniti scontri si risolse, com’è noto, con la vittoria di quest’ultimi. Ferrante fu guerriero e letterato, mecenate e protettore di poeti e scrittori, fu aperto alle correnti culturali nei vari campi della conoscenza: in letteratura, architettura e nelle arti liberali. Diede un aspetto rinascimentale alla città di Napoli, che assunse una particolare fisionomia in virtù degli influssi stilistici provenienti dalla madre patria: la Spagna, con cui intratteneva progetti di collaborazione che si dimostrarono preziosi durante le lotte contro gli Angioini.

(Didascalia all’immagine: Tavola Strozzi, rinvenuta a Firenze nel 1901, raffigurante Napoli al 1470, al tempo di Ferrante d’Aragona)

 

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