Di una bellezza abbagliante per un’ora, poi bravi a stringere i denti. L’Italia U20, la nazionale sgangherata che si è presa i “no” dai club e ha dovuto fisiologicamente rinunciare ai suoi big (Scalvini, Gnonto, Miretti), si è mangiata il Brasile all’esordio nel Mondiale. Ed è un’inaspettata favola azzurra quella che apre l’avventura in Argentina: 3-2 ai campioni del Sudamerica, ricchi di talento ma diventati per due terzi di partita piccoli all’ombra dei nostri giganti. Uno su tutti, di dimensioni ciclopiche: Cesare Casadei, dominatore box to box che scava i solchi nella metà campo offensiva.
Il Chelsea l’estate scorsa l’ha comprato dall’Inter per oltre 15 milioni, dopo lo scudetto Primavera e senza nemmeno un minuto giocato in Serie A. Poi l’ha girato in prestito al Reading (in Championship, la B inglese), per un percorso di crescita evidentemente virtuoso. Il numero otto azzurro ha spaccato la partita, di cui il Brasile ha provato faticosamente (e troppo tardi) a ricomporre i cocci.
FURIOSI— L’Italia comincia con lo sguardo cattivo e Guarino, difensore della Primavera dell’Empoli, allontana subito potenziali guai. Baldanzi e Pafundi fanno bollicine tra le linee, non proprio compatte, del 4-4-2 brasiliano. Ma è a centrocampo, dove il rombo dà superiorità numerica, che si rompe subito l’equilibrio. L’azione del vantaggio, complessa nella sua linearità, nasce dopo 11’ dall’assalto all’area avversaria delle mezzali: il terzino sinistro Turicchia (Juve Next Gen) crossa a piede invertito, spizzata di Casadei e assalto feroce al secondo palo di Matteo Prati. Direttamente dalla sventurata stagione della Spal, ecco un gioiellino che brilla di luce propria anche lontano dalla Serie B (2 gol in stagione, solo un anno fa era in D). Prati è di Ravenna, Casadei di Cervia, orgoglio di Romagna nei giorni più difficili. Soffriamo a tratti la velocità di Giovani Henrique, ala destra del Palmeiras, ma basta poco per ribaltare il fronte: Baldanzi in conduzione è irresistibile e manda fuori di testa Andrey Santos, accreditato di essere il nuovo Casemiro (e pagato a gennaio 12,5 milioni dal Chelsea, anche lui) ma devastato dall’empolese. Calcio d’angolo, e l’Italia raddoppia al 28’: è sempre Casadei a punire di testa l’uscita avventurosa del portiere Mycael. Il Brasile siamo noi anche sull’azione del tris: Baldanzi entra in area con il pallone incollato al sinistro, appoggia per Casadei che sterza forte in dribbling e si fa buttare giù da Arthur. Il rigore va a batterlo lui stesso, per una doppietta, dopo 35 minuti, da urlo. Lo stadio Malvinas Argentinas di Mendoza accompagna il palleggio azzurro con gli olè, si torna negli spogliatoi sul 3-0. Surreale. Bellissimo.
SOFFERENZA— Menezes, che ha l’interim anche della nazionale maggiore, ordina due cambi all’intervallo e dà la scossa. Il Brasile vive un incubo e prova a uscirne. La prima occasione della ripresa se la costruisce in ogni caso Baldanzi, che scippa il pallone a Kaiki e impegna Mycael (qui attento) in una parata seria. Il vento della partita, qui, inizia però a cambiare direzione. Al 70’ Guarino esce in barella per un problema a un ginocchio, dentro al suo posto Fontanarosa. E l’Italia, abbassando fisiologicamente il baricentro, si porta i guai in casa: su cross da sinistra di Kevin, suona la sveglia per Marcos Leonardo, numero nove che ha segnato già 41 gol con il Santos. Il centravanti verdeoro fa doppietta nel giro di pochi minuti, questa volta su cross dalla destra. Due palloni puliti, due gol. Troppo tardi però, perché per 60 minuti c’è stata solo l’Italia.