di Federico Mereta
La disprassia è un disturbo della coordinazione che porta ad avere difficoltà a programmare ed eseguire azioni motorie. Non si conoscono ancora le cause, anche se si presuppone che dipenda da una predisposizione genetica, perché esiste una familiarità del disturbo.
Disprassia, quando e come si manifesta
La disprassia, che è tipica dei bambini, riguarda solo le capacità motorie e non incide sulle funzioni intellettive e analitiche. Si manifesta in diversi modi: può colpire direttamente l’efficienza motoria o le capacità di linguaggio. In tutti i casi comunque rende difficile compiere movimenti con il proprio corpo con la rapidità e l’armonia che ci si aspetterebbe. Il bambino quindi appare rallentato. Esistono diverse forme di disprassia. Oltre a quella che riguarda l’ambito motorio, c’è quella che colpisce le capacità di linguaggio. Infatti occorre coordinare e mettere in sequenza tanti movimenti degli organi che ci permettono di emettere la voce con significato e se questa capacità non è ottimale, ci possono essere difficoltà nell’espressione. La disprassia può comparire entro l’anno e mezzo di età. In questo caso il bambino fatica a fare i versi con la bocca (lallazione) e può avere un ritardo nello sviluppo delle attività motorie. Oppure quando è un po’ più grande potrebbe avere difficoltà a salire le scale, tirare un calcio al pallone, togliersi gli indumenti, tenere in mano la matita. Sono diversi i sintomi con cui si manifesta questo quadro nel piccolo, alcuni possono essere più evidenti, altri più sfumati. Il colloquio col pediatra resta fondamentale di fronte a questi sintomi, perché può gestire questa situazione pensando a una diagnosi quando il bambino appare pigro, distratto o fa fatica ad articolare le parole.