In provincia di Biella sorge una cittadina, dal nome Candelo, che si distingue per essere un angolo di Medioevo che si staglia tra profumati vigneti. Noto sopratutto per lo splendido borgo del Ricetto, regala anche tante interessanti bellezze al di fuori delle sue mura. Un luogo in cui, senza ombra di dubbio, vale la pena fare un viaggio.
Le meraviglie del Ricetto di Candelo
Il Ricetto di Candelo è un luogo in grado di suscitare profonde emozioni. Si tratta di una struttura fortificata tardo-medievale che anticamente si pensava fornisse una protezione stabile sulle cose più preziose della comunità, come i prodotti della terra, tra cui il gustoso vino. Dalla pianta pseudo-pentagonale, occupa una superficie di circa 13.000 mq ed è cinto da mura difensive costruite con ciottoli di torrente posti in opera a “spina di pesce”. Ancora oggi è in splendide condizioni, tanto da essere considerato un “unicum” del suo genere. Passeggiando tra le sue vie acciottolate e silenziose si possono percepire magiche sensazioni. Vi basti pensare a Piazza Castello, angolo del borgo in cui svetta il Municipio risalente al 1819, in stile neoclassico. A colpire il visitatore è anche la piazzetta interna del Ricetto in quanto pavimentata con pietre tondeggianti prese dal vicino torrente Cervo. Un grazioso angolo fronteggiato, tra le altre cose, dal maestoso Palazzo del Principe.
Molto belle sono anche la sala consiliare e delle cerimonie del Comune di Candelo, dove vengono periodicamente allestite mostre, e la biblioteca-archivio storico. Nei pressi dell’attuale pozzo, invece, è possibile osservare un grosso pietrone, datato 1749, che anticamente era situato nella sala cerimonie. Uno strumento simile, tuttora funzionante ed in perfetto stato di conservazione, si trova in una cantina privata del Ricetto. Osservando le case, invece, si nota che i portali sono di due tipi: i più antichi, costituiti da tre conci di pietra, poggiano su piedritti litei con interposta una pietra squadrata posta orizzontalmente. Quelli di mattoni, di epoca successiva, che sono in cambio ad arco leggermente acuto, formati da una doppia ghiera, una di fascia ed una di punta.
Ricetto di Candelo, molto di più di quel che si crede
Il Ricetto di Candelo, in realtà, non è solo un monumento, è anche sistema dinamico aperto: manufatti architettonici, cantine vitivinicole, propaggini storiche e ambientali costituiscono un sistema integrato di realtà connesse. Ciò vuol dire che è possibile vivere esperienze che vanno al di là della semplice visione di un manufatto architettonico medievale straordinariamente conservato. Il Ricetto, infatti, si definisce anche museale perché documenta la civiltà e il paesaggio della zona e, al contempo, si distingue dal museo classico perché è un vero e proprio sistema integrato, costituito da più nodi, più sale e cellule, unite tra loro in percorsi museali coerenti e connessi. Al suo interno prende vita l’Ecomuseo candelese, un laboratorio tecnico-scientifico di testimonianze storiche e biodiversità, custode del patrimonio storico-naturale di Candelo. Nella I Cellula ecomuseale è possibile scoprire antichi attrezzi e metodi di vinificazione, e vi è anche la ricostruzione di una cantina al Ricetto; nella seconda ci si occupa di didattica e illustrazione della cultura del vino con funzione esplicativa e didattica; nella terza, infine, si tratta la Civiltà della vitivinicoltura Sono previsti anche itinerari e appendici sul territorio comunale che arricchiscono e completano la visita all’Ecomuseo:
itinerari tematici per scoprire i patrimoni storici, naturalistici e religiosi di Candelo;
Eco-Vigneto, un laboratorio tra scienza e storia che concretamente fa rivivere l’antica cultura vitivinicola della zona.
C’è poi anche il Centro Documentazione Ricetti del Piemonte che è nato per salvaguardare e far conoscere i ricetti d’Italia e d’Europa. In sostanza è una struttura di archiviazione e ricerca per la salvaguardia e valorizzazione dei ricetti del Piemonte nel contesto del medioevo rurale.
Il Centro Documentazione Ricetti del Piemonte ha quindi il compito di coordinare la raccolta dati sui ricetti promuovendo il concetto di un “sistema ricetti” nel Biellese e nel Piemonte. Il Centro, tra le altre cose, promuove il Medioevo rurale attraverso azioni mirate:
archivio dati dei ricetti del Biellese e del Piemonte;
studi, work-shop, convegni, mostre;
contatti a livello europeo;
didattica, raccordi con Film Commission, ecc.
Cosa vedere fuori le mura
Fuori le mura vale la pena fare una sosta presso la Chiesa di San Lorenzo, la cui zona circostante è una delle più antiche di tutto il paese. Si può ammirare, infatti, un insieme di edifici addossati l’uno all’altro. Mentre la struttura religiosa, dal canto suo, è un vero e proprio gioiello: vi sono conservate tantissime opere d’arte, anche se la più accattivante si trova dietro l’altare monumentale: una preziosa ancona lignea di grandiosa fattura, verniciata e dorata, raffigurante il martirio di San Lorenzo. Decisamene affascinante è anche la zona di San Giacomo dove, oltre alla piccola e omonima chiesa, si trova la Casa della Musica, ovvero la sede della banda comunale di Candelo. Visitarla vuol dire conoscere meglio la storia di questa banda che un tempo vinse importanti riconoscimenti a competizioni di livello nazionale. Molto bella anche la Chiesa di San Pietro, un edificio massiccio e imponente. Poco distante ecco il Pilone, una specie di pilastro, un cippo che ospita una statua della Madonna. Facendo una camminata lungo le mura esterne, invece, si arriva fino alla Passeggiata degli Alpini, un antico sentiero in mezzo alla natura che segue il percorso del Canale della Marches, che un tempo alimentava i campi e due antichi lavatoi del borgo. Poco più giù, lungo questa strada, è da qualche tempo sorto il laghetto per la pesca, uno specchio d’acqua che si rivela importante per lo svago, la pratica della pesca e per la didattica.
Infine la Baraggia, una strada a che conduce a Mottalciata, attraverso cui si arriva alla Riserva Naturale Orientata della Baraggia, chiamata anche savana biellese. Il motivo è molto semplice: ha un aspetto che spesso ricorda i paesaggi africani, anche se sono le montagne a fare da cornice. In questa zona, inoltre, prede vita il sito di Ysangarda, nel quale sorsero tra il XII e il XV secolo un villaggio e una serie di fortificazioni appartenute alla potente famiglia Vialardi.
Insomma, Candelo è un pullulare di meraviglie, e tutte altamente ben conservate.