di Roberto De Filippis (fonte Gazzetta dello sport)
Le cefalee, nome scientifico con cui si indicano i mal di testa, sono classificate in primarie e secondarie. Nel secondo caso sono conseguenza di problemi quali nevralgie, come quella al trigemino, disturbi vascolari, encefaliti e infezioni, specie nei bambini. Curando la malattia che ne è all’origine il mal di testa migliora.
“Le cefalee primarie non sono invece sintomi di un’altra malattia, ma patologie vere e proprie, per le quali è opportuno rivolgersi a un neurologo o a un centro cefalee” raccomanda il dottor Giorgio Dalla Volta, responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia dell’Istituto Clinico Città di Brescia. Ecco una panoramica delle principali cefalee primarie.
Una forma abbastanza comune di cefalea è l’emicrania senza aura, che si manifesta fin da subito con un dolore pulsante alla testa, che può essere sia bilaterale sia monolaterale; possono associarsi vomito, diarrea e fotofobia, ossia fastidio alla luce. A provocarla è un’instabilità cellulare, da cui scaturisce la “crisi” elettrica nel cervello che scatena i sintomi. A favorire la “crisi” sono fattori ambientali quali stress, odori, luce e anche il ciclo mestruale. “La cura di questa cefalea non si limita ad analgesici, che agiscono solo sul dolore. Sono infatti utili soprattutto i triptani, che bloccano la ‘crisi’ a monte. Altri farmaci, quali i beta bloccanti, i calcio antagonisti e gli antiepilettici, sono preziosi in ottica preventiva, perché assumendoli per un periodo congruo riducono sia la frequenza sia la durata degli episodi” sottolinea il dottor Dalla Volta.
Non esordisce invece con il dolore alla testa l’emicrania con aurea. Infatti, i sintomi iniziali di tale malattia, che possono mettere in grande agitazione e angoscia, sono l’offuscamento della vista, un formicolio al braccio che si estende fino al viso e difficoltà ad articolare correttamente un discorso. Solo in un secondo momento si avverte dolore alla testa, spesso associato a stanchezza e difficoltà di concentrazione. “È possibile bloccare l’aura alla comparsa dei primi sintomi prendendo subito un integratore a base di partenio, magnesio e griffonia, mentre sono inefficaci gli analgesici” afferma il dottor Dalla Volta.
Un’altra forma di mal di testa abbastanza diffusa è la cefalea tensiva, che è collegata a stati ansiosi e a disturbi di tipo depressivo. Quando si verifica un episodio si ha la sensazione di avere un casco in testa, che di conseguenza sembra molto pesante. “La cefalea tensiva, che è correlata a difficoltà nella gestione dello stress, accompagna il paziente 24 ore su 24 e può essere associata a vertigini, insonnia e disturbi psicosomatici, in particolare a problemi di digestione” aggiunge il dottor Dalla Volta. Curando l’ansia e la depressione che la favoriscono, si riducono anche la frequenza e la durata degli episodi di questa forma di mal di testa.
A essere interessati dalla cefalea a grappolo, che in genere si manifesta in età adulta, sono soprattutto gli uomini. Questa forma di mal di testa si presenta in uno spazio temporale ristretto, di solito di uno o due mesi, e possono passare anche anni prima che si ripresenti. Tuttavia, tale intervallo può anche essere molto breve e a volte la malattia diventa addirittura cronica. Gli episodi di cefalea a grappolo sono caratterizzati da un dolore molto intenso, che si manifesta uno o due volte al giorno, ma che dura anche solo un’ora. Spesso è associata a lacrimazione e all’abbassamento della palpebra dell’occhio del lato del capo dove si avverte dolore. “Per questa forma di cefalea sono prevista cure steroidee o a base di farmaci specifici” spiega il dottor Dalla Volta.
Ci sono forme di cefalea primaria meno diffuse ma comunque molto fastidiose. Una è la cefalea da sforzo, che può manifestarsi dopo aver svolto attività fisica o sollevato dei pesi, ma anche dopo un colpo di tosse, a seguito di cui si scatenano ‘crisi’ intense ma brevi. “In questi casi è bene rivolgersi a un neurologo, perché il mal di testa potrebbe nascondere patologie vascolari” consiglia il dottor Dalla Volta. Un dolore trafittivo di pochi secondi ma non secondario a sforzi contraddistingue invece la cefalea trafittiva idopatica. Si manifesta infine di notte la cefalea ipnica, le cui crisi interrompono il sonno, ma passano dopo essersi alzati e aver camminato un po’.