C’è una data da segnare in rosso sul calendario: è quella di mercoledì 1° marzo 2023. Quel giorno, dopo oltre 2 anni di chiusura, è prevista la cerimonia ufficiale di riapertura del Parco museale scenografico di Craco vecchia, conosciuto come la “città fantasma”, scelto come set da registi quali Francesco Rosi e Mel Gibson. A darne l’annuncio è stato il sindaco di Craco, Vincenzo Lacopeta, al termine delle procedure che hanno sancito l’affidamento del parco alla cooperativa Oltre l’arte.
RIAPRE IL PARCO MUSEALE SCENOGRAFICO DI CRACO VECCHIA: L’ANNUNCIO
Nella giornata di mercoledì 1° marzo, alle ore 10,30, al convento di San Pietro di Craco Vecchia è prevista la cerimonia ufficiale di riapertura del parco turistico-culturale di Craco. Il sindaco Vincenzo Lacopeta, in una nota del Comune di Craco, ha dichiarato: “Dopo una chiusura del sito per più di 2 anni, la nostra comunità ripone grandi aspettative nella riapertura del parco museale scenografico, prezioso volano per la crescita economica e sociale del nostro paese”. Secondo Rosangela Maino, responsabile della cooperativa Oltre l’arte, Craco vecchia è “un elemento di attrazione turistica molto prezioso, che va raccordato in modo efficace con i poli di maggiore attrazione dei flussi, in primis con Matera e con la costa jonica”. Alla cerimonia del simbolico taglio del nastro prenderanno parte anche rappresentanti della Regione Basilicata, della Provincia di Matera, dell’Apt Basilicata. Per accedere al parco museale scenografico di Craco vecchia, i visitatori dovranno indossare il caschetto protettivo (che sarà fornito dalla cooperativa). Sono, inoltre, raccomandate le scarpe antiscivolo. Il parco sarà aperto dal 1° aprile al 31 ottobre tutti i giorni, dalle ore 10 alle ore 18. Dal primo novembre al 31 marzo, invece, sarà possibile visitare il parco nei fine settimana e nei giorni festivi, dal venerdì alla domenica, dalle ore 10 alle ore 15.
LA STORIA DI CRACO, LA “CITTÀ FANTASMA” CHE HA STREGATO ANCHE MEL GIBSON
Il centro storico di Craco si trova in un’area collinare che precede l’Appennino Lucano a un’altezza pari a 390 metri sul livello del mare. In questo territorio predominano i calanchi, profondi solchi nel terreno cretoso scavati dalla discesa a valle delle acque piovane. Le prime tracce del paese sono legate ad alcune tombe risalenti all’VIII secolo a.C. Così come altri centri vicini, si ipotizza che Craco possa aver offerto riparo ai coloni greci di Metaponto, trasferiti in collina forse per sfuggire alla malaria che imperversava in pianura. Successivamente, Craco fu un insediamento bizantino. La prima testimonianza del nome risale al 1060, quando il territorio venne sottoposto all’autorità dell’arcivescovo Arnaldo di Tricarico, che chiamò il territorio Graculum, ossia piccolo campo arato. Il soprannome “città fantasma” è legato a quanto accaduto negli anni Sessanta del secolo scorso, quando, a causa di una frana, il centro abitato fu progressivamente abbandonato. La popolarità di Craco, oltre alla nomea di “città fantasma”, è legata anche al suo successo al cinema: il regista Francesco Rosi, nel film “Cristo si è fermato a Eboli” (1979), scelse Craco come ambientazione per il confino in Basilicata dello scrittore Carlo Levi. Diversi anni dopo, nel 2004, Mel Gibson, ne “La passione di Cristo” (2004), utilizzò Craco come sfondo per la scena dell’impiccagione di Giuda.