di Francesco Palma (fonte Gazzetta dello Sport)
Camminare: un’attività tanto semplice quanto importante, non solo perché è fondamentale per svolgere gran parte delle attività quotidiane, ma anche perché è utilissima alla nostra salute. In particolare, uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Circulation e nato da una collaborazione tra i ricercatori di varie università - tra le quali Massachusetts, Boston e Londra – ha evidenziato i benefici della camminata per la salute cardiovascolare delle persone, spiegando anche quanto bisogna camminare ogni giorno per far sì che sia utile.
LO STUDIO- La ricerca parte dall’assunto secondo il quale gran parte delle persone camminano tra i 2000 e i 3000 passi al giorno, un numero giudicato non sufficiente e che andrebbe aumentato. In particolare, come spiega la dottoressa Amanda Paluch – epidemiologa dell’Università del Massachussets e tra le principali ricercatrici impegnate nello studio – “Ogni incremento per quanto riguarda la camminata è stato associato a un minor rischio di malattie cardiache negli anziani”. Secondo lo studio, infatti, ogni 1000 passi aggiunti al giorno comportano una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari. Dall’altra parte, i ricercatori hanno cercato di fornire un numero che possa essere anche realisticamente alla portata di tutti: in teoria, sono stati registrati grandi benefici fino a 15000 passi al giorno, ma chiaramente si tratta di un numero di passi difficilmente raggiungibile.
QUANTO BISOGNA CAMMINARE— Il lavoro dei ricercatori, quindi, consisteva non solo nell’evidenziare i benefici cardiovascolari della camminata, ma anche e soprattutto capire quale poteva essere il numero di passi giusto da proporre. Quanto bisogna camminare quindi per avere benefici a livello cardiovascolare? La quantità giusta si attesta fra i 6000 e i 9000 passi al giorno, in particolare per le persone di età superiore ai 60 anni, le più a rischio: infatti, secondo lo studio mantenendo questo ritmo di camminata giornaliero si ha una riduzione del 50% delle probabilità di problemi cardiovascolari, tra i quali ictus e infarto.