Dietro alle prodezze di Davies e Baron, Milano scrive una nuova pagina vincente nel libro mastro della sfida infinita. La Virtus cade sotto i colpi di una delle migliori Olimpia della stagione: spietata, reattiva, lucida in attacco, sempre in controllo, capace di spalmare pesi e responsabilità su chi è chiamato alle armi (ancora out Pangos, Shields e Datome).
Gli ex Kaunas e Zenit su tutti, ma pure un grande Melli, Ricci, Cabarrot, Hall e Mitrou Long. La prima sfida del 2023 è dunque milanese e vale l’aggancio in vetta, fa curriculum, cementa l’autostima, ben sapendo che lo scacco matto si darà solo a primavera inoltrata quando umori e sensazioni invernali conteranno come il due di briscola. Intanto però il -22 nella propria arena è una sberla pesante per la Virtus, sostenuta solo dal vate Teodosic, fino a quando gli reggono i nervi, tradita da tutti gli altri e da una serata infausta al tiro, fino troppo brutta per essere vera.