di Elisabeth Rosano’
Spero che le mie parole possano convincere chi è vittima di violenze a rivolgersi alle strutture competenti per ricevere aiuto. Spero che il racconto della mia vita possa spingere chi è vittima di soprusi a denunciare alle autorità ogni reato che è costretta a tacere per paura di ritorsioni, per il timore di rimanere da sola o anche solo per sensi di colpa che non hanno ragioni di esistere.
Spero inoltre che la mia testimonianza possa toccare il cuore di chi è incline alla violenza e dei più giovani affinché crescano con la consapevolezza che solo il rispetto e il dialogo sono gli strumenti per risolvere problemi e incomprensioni.
Sono dovuta crescere con il ricordo sempre vivo negli occhi di mio padre che toglieva la vita a mia madre e ancora oggi la mia esistenza è condizionata da ciò che è successo quel giorno lontano.
Tuttora devo affrontare, con l’aiuto dei miei genitori e delle persone che sono al mio fianco, i postumi di quel gesto che ha cambiato per sempre la mia vita (ansia, insicurezza, paure,...)
Ero una bambina che giocava spensierata tra le vie del borgo di un piccolo paese del cosentino (“Campana”), e improvvisamente mi sono ritrovata in un orfanotrofio privata per sempre dell’affetto di mia madre, tra persone che non conoscevo, in luoghi che non mi appartenevano, costretta a seguire regole rigide e diverse da quelle con cui avevo convissuto sino ad allora.
Nel mio percorso di crescita inoltre ciò che era accaduto, la sofferenza che avevo già patito, mi ha marchiato come “DIVERSA” agli occhi degli altri, agli occhi dei miei coetanei, agli occhi della mia terra.
Ancora oggi quando torno al mio paese di origine, nel luogo che sarebbe dovuto essere il mio nido in cui cercare protezione nei momenti difficili, quando percorro tanta strada per andare a trovare i miei fratelli e i miei zii, e a portare dei fiori sulla tomba di mia madre, sono costretta a sentire sulla mia pelle gli sguardi indiscreti di tutti addosso.
Il mio percorso all’interno della casa famiglia è stato difficile, perché spesso mi sono sentita indesiderata perché ciò che era successo mi aveva reso una bambina irrequieta e non c’era nessuno disposto a dedicarmi le attenzioni di cui avevo bisogno per il trauma che avevo patito.
Un giorno però è accaduto un piccolo miracolo che probabilmente mi ha salvato da una vita di ulteriori sofferenze: Mirella e Domenico, i miei genitori adottivi, mi hanno accolto nella loro casa.
Io rispetto ad altri ragazzi, che hanno dovuto vivere la mia stessa esperienza, e ai miei stessi fratelli, sono stata fortunata perché ho trovato una famiglia che mi ha donato l’affetto di cui avevo bisogno. E oggi posso dire di essere felice e sono grata al destino per aver riservato a me la sua benevolenza.
Ogni nostra azione influenza la vita di chi ci circonda e non solo della persona con cui siamo in conflitto. La violenza può segnare la vita anche delle persone che amiamo. Io sono la testimonianza di un gesto di violenza che non era destinato a me, ma che ha distrutto la mia esistenza.
Le mie parole vogliono essere un invito a pensare, a riflettere, a cercare altre strade rispetto a quella più semplice della prevaricazione sugli altri.
È semplice far valere la nostra forza su un individuo più fragile. Un essere umano consegue la sua perfezione quando ha la capacità di cercare la soluzione di ogni conflitto attraverso il rispetto, quando si confronta con il prossimo, quando riesce a trovare un punto d’incontro, quando ha la capacità di rinunciare anche a qualcosa, quando comprende le esigenze della persona che ha davanti a sé, quando contribuisce a rendere la società un posto migliore in cui vivere.
Non è la violenza la soluzione. La violenza genera solo altra violenza. La violenza distrugge ciò che ci circonda, devasta il mondo in cui viviamo noi stessi e le persone a cui vogliamo bene.
Non cercate mai di possedere una persona come se fosse un oggetto, ma aspirate sempre a raggiungere la felicità con lei e rispettate le scelte della persona che amate anche se portano le vostre strade a dividersi. Non cercate mai di trattenere a voi la persona che amate con la violenza, perché quello non è amore.
Rispettate il “no” di chi vi sta di fronte e quando accade regalate voi stessi a qualcun altro.