lunedì 31 ottobre 2022

DARDUST TRA RAZIONALITÀ E POESIA

“HO DIVISO LE MIE ANIME MUSICALI”

Dardust ha scisso le sue anime musicali ed è nato "Duality". Il nuovo album del compositore è un doppio contenente 20 tracce che nel primo disco ("Left Hemisphere") danno spazio all'elettronica mentre nel secondo ("Right Hemisphere") al minimalismo pianistico, creando un crossover a cavallo tra neoclassica e pop. "La mia spinta primaria è non assecondare mai quello che gli altri si aspettano da me, ma fare quello che voglio io senza compiacere nessuno".

Per Dardust, ovvero Dario Faini, ognuno dei due dischi rappresenta un emisfero diverso della mente. Il lato elettronico simboleggia la parte razionale del nostro cervello, "l'ingegnere" che vive all’interno dell'artista. Le tracce sono state plasmate con una geometria sonora nuova legata a pattern, beats, sintetizzatori e mondi musicali appartenenti a stili diversi che si uniscono per dare vita a un nuovo tipo di racconto artistico. Ogni brano ha un tema e un riff che va a creare un’identità unica a se stante al cui interno si potranno cogliere riferimenti al sound degli anni 90, alle colonne sonore di Carpenter, dei Goblin, all'italo disco, alla garage Uk e al Nu jazz.

 

La parte in piano solo esprime la pura emozione e l'innocenza del pianismo contemporaneo attraverso l’osservazione della natura e il senso di improvvisazione più spontaneo a livello emozionale, come quello di un poeta. I riferimenti sono da ricercare nella cultura dell'estremo Oriente: nel teatro Kabuki e nello Zen. I concetti che permeano le track di questo lato sono legati a un tipo di filosofia giapponese che si rifà alla fioritura dei sakura, i boccioli di ciliegio, che esprimono fragilità, bellezza, mortalità e rinnovamento. I 10 brani di questo lato del disco raccontano infatti la ciclicità della vita attraverso le stagioni e di come tutto non conduca a un epilogo ma a un prologo, un punto di inizio continuo. "Credo che il Dardust artista, che si sdoppia, sia qualcosa di più importante attualmente rispetto al fatto di essere un produttore che ha già dato tanto - spiega Faini -. Quello che ho fatto quest'anno è stato proprio esplorare in situazioni in cui non ero mai stato, dal concerto nel deserto alle Olimpiadi invernali fino alla Notte della Taranta e l'Eurovision".   

 

I due dischi mostrano due aspetti opposti di te. I brani sono nati separatamente o hai diviso le cose in un secondo momento?

No, sono nati in due contesti, due tempi, due spazi diversi. Quello al piano è nato nel giro di una settimana alla Casa degli artisti a Milano, con Taketo Gohara che faceva da supervisore. Lui mi ha dato dei limiti, ogni volta che nasceva un tema lui mi ha forzato a rimanere molto semplice, senza far intervenire il lato del cervello più logico e sovrastrutturale. 

 

E invece il disco elettronico?

E' nato in più tempi e con più fatica. In quel caso c'è stata la voglia di fare qualcosa di diverso. Sperimentale sì, ma che comunque andasse a incontrare un certo tipo di cultura pop che ha fatto grande dei nomi nella musica elettronica, da Giorgio Moroder a Jean Michel Jarre e tanti altri. Un lavoro che rispetto al disco piano solo è stato molto più complesso e mi ha portato via quasi un anno.    

 

Ti capita spesso di spendere così tanto tempo nel lavoro di un disco?

Ovviamente quando parlo di un anno mi riferisco al totale dei dieci brani. Però anche nel lavoro da produttore per altri può capitare che una canzone necessiti mesi per trovare la propria forma definitiva. In questo caso ho fatto tutto da solo e questo complica le cose, perché devi fare i conti con te stesso ed estraniarti dalle cose. 

 

Nel disco piano solo c'è più di un riferimento al mondo dell'animazione giapponese e di Hayayo Miyazaki. Cosa ti ispira in quel mondo?

Sono un appassionato da tutto ciò che è magico e porti via dalla realtà. I film di Miyazaki hanno degli elementi magici, a volte anche inquietanti e apparentemente poco identificativi anche se poi se ti lasci libero di non giudicare sono dei racconti che ti possono davvero toccare e trasformare. Ma il pensiero giapponese in generale è utilissimo a noi per una crescita emotiva.

 

"Lucciole" è ispirato al film "Una tomba per le lucciole". Il brano ti è stato ispirato solo dalle tematiche o anche dalle immagini, come se stessi componendo una colonna sonora?

No, ho visto il film e sono andato a indagare sulle metafore e i significati profondi della storia. Si è poi mischiato con il tema dell'abbandono e dell'addio vissuto in chiave personale per la morte di mio padre. 

 

La musica è un elemento curativo per te?

Sicuramente sì. La musica strumentale può essere ancora più potente in tal senso perché puoi proiettarci sopra quello che vuoi. Quindi puoi usare l'oggetto della canzone come un oggetto identificativo o di proiezione che può provocare delle catarsi vere e proprie. Può essere sicuramente terapeutica.

 

A chi vuoi parlare con questo disco?

Alle persone curiose, poco conservative e che hanno un approccio di novità. Per questo non ho fatto un disco di hit ma continuo il mio percorso in maniera non convenzionale. Capisco di essere un personaggio non proprio canonico per quelle che sono le figure dell'industria italiana. La mia spinta primaria è non assecondare mai quello che si aspettano gli altri ma fare quello che voglio io senza compiacere nessuno.  

 

Dal vivo che veste darai a queste canzoni?  

I concerti saranno divisi in due atti separati, con una transizione a effetto. Sarà uno spettacolo fortemente teatrale con una scenografia che creerà un vero e proprio viaggio.

  

DUALITY TOUR 2023

04 marzo 2023 | Ascoli Piceno @ Teatro Ventidio Basso

07 marzo 2023 | Torino @ Teatro Colosseo

08 marzo 2023 | Bologna @ Teatro Celebrazioni

09 marzo 2023 | Milano @ Conservatorio di Milano

10 marzo 2023 | Prato @ Teatro Politeama Pratese

11 marzo 2023 | Roma @ Auditorium Parco della Musica

26 marzo 2023 | Berlin (DE) @ Frannz Club

29 marzo 2023 | Bruxelles (BE) @ Ancienne Belgique - AB Club

30 marzo 2023 | Amsterdam (NL) @ Melkweg

03 aprile 2023 | Londra (UK) @ O2 Academy Islington


 

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