PARLIAMO DEI MASTER
di Stellario Capillo
Il nuoto master è la pratica del nuoto riservata a tutte quelle persone che abbiano superato il 24° anno di età e che si cimentano in tutte le discipline sportive natatorie, in piscina o in acque libere, fino a quando riescono a farlo. Ci sono master ultra novantenni. Molti master sono ex agonisti, ma la maggior parte ha scoperto lo sport in età successive.
Ricordo l'esperienza di un nuotatore palermitano che ha cominciato a nuotare all'età di 80 anni, per consiglio del suo medico e si accingeva ad 87 anni a partire per la sua gara, solo necessitando di un braccio per salire sul blocco di partenza. I numeri parlano chiaro. I dati statistici parlano di circa 3mila atleti iscritti complessivamente a poco più di 7mila gare, che si sono svolte nella settimana della kermesse competitiva a Riccione nel Circuito Supermaster FIN 2021/2022.
Purtroppo molti, non tutti meno male, vedono lo sport solo quale fucina di risultati, a volte, utilizzando l'energia di ragazzi che vengono costretti ad assolutizzare lo sport, estraniandoli da quell'eclettismo culturale, ludico ed esperienziale tipico della loro età. Essi non possono comprendere la preziosità dello sport agonistico master. Il "mens sana in corpore sano" è sostituito da ben più prosaici slogans e da freddi programmi. L'immagine che ho nel cuore, e che basterebbe a dare il senso dello sport master, è quella di una mamma che fa tiro a segno (con le dovute accortezze) mentre tiene in braccio un bambino. Lo sport dovrebbe essere questo. Non dovrebbe denaturare la persona ma complementarsi. Quanti sacrifici per ritagliare il tempo per allenarsi in mezzo ad impegni gravosi di studio, di lavoro, di famiglia. Oggi si tende ad assolutizzare ogni cosa, con il rischio di depauperarla della sua intrinseca essenza. L'animo umano ed il corpo stupendamente progettato ha bisogno di tanto, di tutto quello che c'è attorno e che lo edifichi. Viviamo in un mondo dove il risultato è l'unica cosa che conta. Risultato inteso solo quale riconoscimento formale di una prestazione. Non conta come ciò sia infiorito e impreziosito di umanizzazione, di come sia incastonato in un Essere Umano. La società è talmente ammalata di questa visione distorta e spietata che, anche dai parenti, a volte devi sentirti dire: " hai vinto una medaglia?
Ma eravate in pochi nella tua categoria, così è facile". E' facile? È facile allenarsi dopo una giornata di duro lavoro? È facile fare una gara dopo che la notte precedente sei stato chiamato in servizio? È facile gareggiare e scappare a casa per cucinare ai bambini? E ce ne sarebbero ancora di esempi. Con tutto il rispetto, s'intende, per i giovani agonisti che fanno sacrifici immensi e per i loro allenatori che ugualmente si sacrificano per curare quelle persone senza disumanizzare e, anzi, promuovendo ogni aspetto della loro vita. I Master hanno particolari esigenze e necessitano allenamenti personalizzati e particolari. Nella nostra regione c'è un fermento nel settore master nuoto, malgrado le strutture natatorie siano poche e con gravosi problemi gestionali. I risultati co sono ma sono poco evidenziati. Ci sono nostre squadre che gareggiano e si fanno positivamente notare in tutta Italia, sostenendo trasferte impegnative in termini di spese e di impegno organizzativo. Avevo già detto che il risultato non è il motore primario di tutto questo splendido movimento sportivo. Ma i risultati ci sono comunque e sono ragguardevoli. Record mondiali, italiani, regionali. Ma quasi nessun riconoscimento ufficiale. Anzi. Per ultimo i rincari delle quote per sostenere le gare in mare aperto. Speriamo in una maggiore attenzione per questo prezioso comparto da parte di chi sta ai vertici, magari sull'onda degli strabilianti risultati dei recenti campionati europei