di Valeria Benedetti (fonte Gazzetta dello Sport)
Stavolta niente aerei e viaggi intercontinentali con fuso orario da smaltire. Dopo sei ore di pullman l'Italia sbarca a Lubiana sorridente e pronta ad affrontare il Mondiale. La lunga estate calda dei campioni d'Europa è giunta al termine e da sabato si fa sul serio a partire dal Canada. È stata anche la prima estate piena vissuta da capitano per Simone Giannelli che lo scorso anno ha fatto da trait d'union tra il vecchio gruppo e i giovani rampanti, trovandosi catapultato nel giro di pochissime settimane dalla delusione olimpica che ha chiuso la storia in Nazionale di tanti giocatori al nuovo corso targato De Giorgi con marcia trionfale sul tetto d'Europa. Ma la cosa più difficile di vincere è confermarsi, come ben sa chi pratica sport ad alto livello, e l'oro continentale arrivato meno di un anno fa porta in dote aspettative ma non garanzie sul campo. Lo sa bene il palleggiatore di Perugia che cerca di mettere in prospettiva i mesi appena passati. "Sono contento del percorso fatto, nel lavoro a Cavalese abbiamo spinto tanto e in questo periodo cominciano a vedersi i risultati anche nelle amichevoli".
Contento anche se il primo obiettivo dell'estate, il podio nella Vnl, è sfuggito nonostante l'appoggio del pubblico di casa?
"Ovviamente il rammarico c'è. La medaglia in Nations League ancora mi manca e la vorrei prendere. Stavolta c'eravamo andati molto più vicino di altre volte (gli azzurri hanno finito al quarto posto, ndr) ma Francia, Polonia e Stati Uniti sono state più forti. Lo sport a volte è crudele ma è giusto così. Ora speriamo noi di aver colmato il gap con queste squadre".
La prima estate completa da capitano in carica per lei come è stata?
"Mi sono divertito molto. Sono arrivato anche io con un carico di partite in più e con esperienze importanti che ho vissuto. Abbiamo spinto tutti quanti dall'inizio alla fine, abbiamo fatto lavoro di qualità, la coscienza è a posto poi è ovvio che fra allenarsi e giocare c'è parecchia distanza. Bisogna prendere il ritmo, ogni partita sarà una battaglia".
Dopo l'oro Europeo le aspettative nei confronti di questo gruppo sono cresciute.
"Da prima della Vnl già tutti avevano archiviato l'Europeo. La medaglia non ti aiuta a vincere il Mondiale, così come perdere in Vnl con la Polonia non ti fa automaticamente perdere anche al Mondiale. Le pressioni arrivano più da voi giornalisti. Ci sono squadre forti ma noi continuiamo il nostro percorso di crescita cercando di tenere il nostro livello più alto possibile. D'altronde la Polonia ha vinto due Mondiali ma nulla in mezzo e la Francia nel 2018 non è arrivata nelle prime sei al Mondiale poi ha vinto l'Olimpiade. La verità è che sono 15 giorni in cui devi essere al massimo".
Una Nazionale di bravi ragazzi molto uniti fra loro. Quindi cosa serve a questo gruppo per arrivare ancora a una medaglia?
"Più cattiveria tecnica: vuol dire che nei momenti importanti bisogna essere pronti a fare tutto. Niente a che vedere con come stiamo fra di noi fuori dal campo. Abbiamo bisogno di metter giù la palla quando conta. Come in amichevole col Giappone, con gli Stati Uniti un po' meno".
La formula prevede subito dopo il primo girone le sfide dirette dagli ottavi. Meno margine di errore.
"Sì è vero ma è per tutti così. Se becchi subito la squadra forte rischi di andare fuori ma d'altronde è un Mondiale, il livello è alto".
Favoriti?
"Francia, Stati Uniti e Polonia sono molto forti ma ci sono anche Brasile, Giappone e Argentina. E poi Cuba, tanti giovani forti con l'aiuto di Simon che non è poco. Vincere subito non basterà, dovremo trovare velocemente il ritmo partita".