di Gian Luca Pasini (fonte Gazzetta dello Sport)
Mai dire mai. E’ il titolo della stagione della Lube che come nei due campionati (terminati) precedenti conquista lo scudetto. Quello più complesso, quello più inatteso da metà anno in poi, ma anche il più incredibile da vincere. Con tutto quello che è accaduto in questo anno alla squadra di Blengini, infortortuni, contagi e ogni tipo di sfortune. Ma Civitanova si è dimostrata più forte di tutto, capace di sprofondare e poi risorgere un pezzo alla volta, prima durante le semifinali con Trento e poi con l’avversario più difficile, Perugia che aveva dominato fino a qui, in lungo e in largo. Ma la Lube ha dominato quando serviva, fino a piazzare il colpo del ko nel momento giusto.
LA PARTITA—Inizia a tutta forza la Sir Safety con la formazione confermata, rispetto a gara-3, con Mengozzi ancora al centro di Perugia. Civitanova, in un palazzo tutto esaurito, va sotto di tre punti, 9-12. Ma con un ace di Zaytsev inizia la rimonta della Lube che appoggiandosi sul muro (3 su Richlicki) opera il sorpasso. Grbic fa scendere il lussemburghese e inserisce Ter Horst. Ma il trend non cambia e la Lube passa in vantaggio, nonostante due bordate di Leon al servizio. Perugia subisce il colpo e sbanda clamorosamente nel secondo set. La ricezione non supporta più Giannelli e la squadra di Grbic vacilla pericolosamente. Il muro della Lube fa la differenza e Simon giganteggia sulla rete. Zaytsev, dopo un primo set fantasmagorico, cala ma a questo punto è Simon che fa la differenza, come nelle prime due partite. De Cecco distribuisce a piacere. mentre Perugia balbetta anche all’inizio del terzo set. Si trova a un solo set dal baratro, in una stagione che non può non essere deludente, con un solo trofeo (la Coppa Italia) e due sole finali raggiunte, con lo smacco della Champions League lasciata nella notte di Trento. Neppure questa è la serata giusta per i colori della Sir. Che sprofonda anche nel terzo set. Ogni punto un po’ di più. Fino all’apoteosi finale.