È iniziata una delle stagioni più affascinanti dell’anno, soprattutto per chi ha tanta calma, una buona dose di pazienza e uno sguardo romantico. È la stagione delle lucciole, che si illuminano e si trovano a migliaia nei parchi fuori città, dove è possibile osservarle. La prima cosa da dire è che sono animali molto fragili: se volete organizzare una serata a guardare la luce delle lucciole, è necessario farlo al buio, in silenzio e in gruppi non numerosi, per non disturbare una specie che ha già subito un impatto pesante dall’antropizzazione del suo habitat.
Da dove viene la luce delle lucciole
Questi piccoli e affascinanti animali producono una reazione chimica all’interno del loro corpo che permette loro di illuminarsi. Questo tipo di produzione di luce è chiamato bioluminescenza. In particolare, le lucciole producono luce quando l’ossigeno si combina con il calcio, l’adenosina trifosfato (ATP) e la sostanza chimica luciferina, e quando tutto questo succede in presenza della luciferasi, un enzima bioluminescente. A differenza di una lampadina, che produce molto calore quando si illumina, la luce di una lucciola è “fredda": questo vuol dire che non riscalda e non disperde energia sotto forma di calore. Tale condizione è necessaria alla sopravvivenza dell’animale, un insetto molto piccolo che non sopravvivrebbe ad alte temperature.
Perché le lucciole si illuminano
La luce delle lucciole ha prima di tutto scopi riproduttivi, perché serve per la comunicazione sessuale. Dopo aver passato due lunghi anni sotto forma di larve e due settimane in un bozzolo, le lucciole adulte si affacciano alla vita vera, che in realtà per loro dura molto poco: per alcune specie addirittura solo il tempo di riprodursi. Quando escono dal bozzolo, le lucciole illuminano il loro addome per segnalare una disponibilità alla riproduzione, e poi “danzano" tutte insieme in quello spettacolo che illumina le sere primaverili. Il maschio emette una luce intermittente: quando la femmina lo vede, decide se i lampi di luce che diffonde sono di suo gradimento, e in caso positivo a sua volta si accende con una luce fissa. Il maschio la nota, la raggiunge, e succede la magia. In molte specie, la lucciola femmina preferisce i maschi che emettono lampi di luce più frequenti e di maggiore intensità. Alle lucciole la luce serve anche per sopravvivere come singolo individuo, perché tiene alla larga i predatori. Infatti quando le lucciole si illuminano producono steroidi, che sono la causa del sapore sgradevole. Funziona come con i colori sgargianti per gli animali più grandi: sono due modi per segnalare che hanno un sapore disgustoso, e che quindi i predatori dovrebbero stare alla larga. Per le lucciole, la città è molto pericolosa, perché le rende meno luminose, quindi meno visibili dai potenziali partner. Infatti il costante allargamento degli spazi urbani e una vita notturna sempre più vivace negli ultimi anni hanno danneggiato molto la specie. L’inquinamento luminoso, non a caso, ha gravi effetti su molti degli ecosistemi del nostro pianeta. Le lucciole sono danneggiate anche dal fatto che in agricoltura si usano sempre più prodotti chimici che colpiscono le loro prede, che sono chiocciole e lumache.