A un anno dalla sua morte, un docu-film per ricordare il suo straordinario genio, compreso a tal punto da elevarlo a grande paroliere della musica italiana, innovatore/provocatore di ogni tempo, tra melodie esotiche, estreme ed elettro-pop, che hanno incantato gli italiani per decenni. Di Franco Battiato ricorre un anno dalla scomparsa, e per celebrarne il ricordo Rai Documentari gli dedica una prima serata con il docu-film “Il coraggio di essere Franco”. Battiato se n’è andato il 18 maggio 2021 a Praino di Milo, piccola località vicino Catania dove viveva, all’età di 76 anni. Si sa poco delle cause della sua morte, su cui la famiglia ha sempre voluto mantenere il massimo riserbo, tanto che anche il funerale è stato celebrato in forma strettamente privata. Si sa solo che è stato malato per diverso tempo, e da molto ormai non si vedeva più in giro.
Scritto e diretto da Angelo Bozzolini e prodotto da Aut Aut Production in collaborazione con Rai Documentari, il documentario ripercorre la vita e la carriera di uno degli autori più rivoluzionari della musica italiana, pioniere di nuovi mondi musicali.
Il genio di Battiato: perché è chiamato Maestro
Nessuno come Battiato è riuscito a scardinare le regole del gioco in così tanti ambiti, da quello musicale, cinematografico e televisivo, ma anche mistico e spirituale, alla costante ricerca della contaminazione musicale e della dimensione del sacro dell’arte. Dal rock al pop, dall’elettronica alla lirica, Battiato ha vissuto molte vite: diceva di sé di non essere mai nato e quindi mai morto. La sua musica è anche un viaggio attraverso il nostro Paese: dalla Sicilia del Dopoguerra, ancora carica di valori cristiani, alla Milano degli anni ’60 e del boom economico, fino all’incontro con le filosofie orientali e il Buddismo. Dall’inizio di carriera all’incontro con la musica elettronica di Karlheinz Stockhausen, dal primo album “Fetus” (1972), fino a “La Voce del Padrone” (1981), l’album più venduto in Italia. Oltre a successi intramontabili come “L’era del cinghiale bianco”, “La Cura”, “Centro di gravità permanente”, “Cuccurucucù”.
Cosa c’è nel docu-film
Con la voce narrante di Alessandro Preziosi, il documentario cerca di restituire anche un ritratto intimo dell’artista, grazie al racconto della nipote Cristina e al materiale inedito degli archivi fotografici della famiglia, della Rai, della Cineteca di Bologna, della Universal Music, nonché alle riprese esclusive nelle case di Milano e Milo, in Sicilia, oltre che nei luoghi della spiritualità così profondamente cara al Maestro. Tra i documenti inediti, i testi autografi del 1966 e le foto esclusive del suo primo duo con Gregorio Alicata, “Gli ambulanti”, insieme a un brano mai ascoltato prima. Il doc è arricchito dalle testimonianze di artisti e personalità che più hanno contribuito al successo di Battiato, ognuna rappresentativa di un mondo artistico su cui si è espresso in prima persona: tra gli altri, Alice, Luca Madonia, Sonia Bergamasco, Willem Dafoe, Antonio Scurati, Giovanni Caccamo, Vittorio Sgarbi, Marco Travaglio. E Morgan, che esegue in anteprima “Battiato mi spezza il cuore”, il brano composto in occasione della malattia del Maestro.
Dove e come vederlo
Il docu-film va in onda in tv il 18 maggio alle 21.20 su Rai 1. È quindi possibile vederlo in chiaro per tutti gratuitamente.